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"Test Invalsi: alle elementari studenti alla pari, ma poi il Sud resta indietro", di Salvo Intravaia

Nelle prove del 2014 le classi delle regioni meridionali recuperano terreno rispetto agli anni scorsi, ma il divario resta alto. Il gap più rilevante in matematica

​Il Nord rallenta mentre il Sud recupera posizioni. E, almeno nella scuola, il divario Nord-Sud si accorcia. Questa mattina, il presidente dell’Invalsi Anna Maria Ajello ha presentato i dati sugli ultimi test che tra maggio e giugno hanno impegnato 2 milioni e 300mila alunni di 122mila classi italiane. Il quadro che esce dai questionari che intendono saggiare le competenze degli alunni italiani è a tinte contrastanti. Gli studenti meridionali restano in coda alla classifica nazionale delle performance in Italiano e Matematica, ma recuperano posizioni rispetto ai compagni che studiano nelle regioni settentrionali. E questi ultimi non sembrano più in grado di offrire le prestazioni estremamente positive del passato.

Quest’anno, le classi sondate dall’Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) sono state soltanto quattro: seconda e quinta elementare, terza media e secondo anno delle scuole superiori. I ragazzini della prima media, per la prima volta, non sono stati coinvolti nell’indagine. In seconda elementare le differenze tra le regioni si sono quasi annullate in tutti e due gli ambiti: Italiano e Matematica. Rispetto ad un punteggio medio a livello nazionale di 200 punti, soltanto le due isole maggiori scontano ancora un piccolo ritardo. Anche se, per la prima volta dopo anni, le regioni del Nord-Est scendono sotto quota 200 in Matematica.

Ma per i tecnici dell’Invalsi le differenze sono statisticamente poco significative. In effetti, tra i 196 punti collezionati in Italiano dagli scolari isolani e i 203 dei compagni dell’Italia centrale, la differenza è modesta. Situazione di sostanziale equilibrio che permane anche in quinta elementare, ma con una differenza: le performance dei bambini siciliani e sardi cominciano ad allontanarsi da quelle del resto del Paese. Tra i 191 punti medi di questi ultimi e i 204 dei bambini di Lazio, Toscana, Umbria e Marche il gap comincia ad essere di significato. Divario che cresce in terza media e al secondo anno dei licei e degli istituti tecnici e professionali.

Basta sbirciare tra i dati forniti questa mattina dagli esperti dell’istituto di Frascati per capire che per colmare le differenze c’è ancora tanta strada da percorrere. Sono infatti 25 i punti che separano in Matematica i ragazzini delle regioni settentrionali da quelli delle regioni meridionali. Divario che schizza a 33 punti se si mettono a confronto i ragazzini friulani con i coetanei nati in Calabria: 213 punti per i primi e 180 per i secondi. Comunque meglio del 2013, quando erano 41 i punti che separavano gli stessi gruppi di studenti. Anche al superiore le differenze sono ancora ragguardevoli. Ma più pronunciate in Matematica.

Tra i 186 punti collezionati in matematica dai ragazzi delle due Isole maggiori e i 211 dei compagni settentrionali intercorrono ben 25 lunghezze. Che salgono a 40 se si confrontano i risultati dei quindicenni che studiano in Sardegna e quelli della provincia autonoma di Trento: 180 contro 220 punti. Meno, ancora una volta, dei 48 punti di differenza che c’erano nel 2013. L’indagine 2014 conferma anche la differenza di prestazioni tra licei, istituti tecnici e professionali, a vantaggio dei primi. Così come la differenza tra maschi e femmine e alunni stranieri e italiani, con questi ultimi in vantaggio rispetto ai primi.

da repubblica.it