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"Stranieri e città d’arte tengono a galla il turismo italiano. Record di americani", di Flavia Scicchitano

Gli italiani tornano (lentamente) a viaggiare: almeno in Italia, dove nei primi sei mesi del 2014 il flusso dei vacanzieri connazionali è cresciuto dell’1,8%. Numeri che lasciano ben sperare, quelli forniti dall’Osservatorio nazionale del turismo (dati Bankitalia-Istat, rielaborati da Ciset) e presentati ieri al ministero dei Beni culturali. Ma ancora poco competitivi con il turismo straniero che, per lo stesso periodo e con un aumento del 2,3%, si conferma traino del settore. Per il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, però, non basta. «Dobbiamo moltiplicare l’offerta turistica, lavorare sulla digitalizzazione e sulla qualità dell’ospitalità — ha detto — e promuovere il Paese in modo compatto, superando la concorrenza tra regioni».
Se «investire nel turismo è una delle condizioni fondamentali per far crescere l’economia», il piano di azione del ministero punta tutto sul Mezzogiorno: «Al Sud si trovano dei tesori unici come Pompei, i Sassi di Matera, i Bronzi di Riace e i turisti scelgono sempre le grandi città d’arte. Bisogna lavorare per renderlo più attrattivo». È anche dai dati che emerge come gli stranieri in vacanza in Italia preferiscano la componente culturale: quasi la metà dei pernottamenti estivi e ben il 58% della spesa turistica. Ma con una scelta mirata su Lazio, Lombardia, Veneto e Toscana (in particolare Roma, Milano, Venezia e Firenze) che accolgono da sole il 60% della spesa estera. Gli introiti del Mezzogiorno restano, invece, fermi al 13%. A spendere di più i turisti provenienti dalla Germania (5 miliardi di euro), Stati Uniti (4 miliardi), Francia (3 miliardi). Seguiti da Regno Unito, Svizzera, Austria, Spagna, Russia (in crescita dal 2012 con un +11,5%), Olanda e Australia. Nel complesso, sono però gli italiani (il 51% del totale) a contribuire maggiormente all’economia nazionale: 63 miliardi di euro di consumi nel 2013. Che sommati ai 33 prodotti dagli stranieri, fanno un totale di 96 miliardi (pari al 10% dei consumi finali interni). In sostanza, considerando che mille euro di consumo turistico generano 727 euro di ricchezza, altri 70 miliardi di ricchezza prodotta l’anno. Ma nel secondo trimestre 2014 è anche l’occupazione nelle imprese alberghiere, di ristorazione e servizi turistici ad evidenziare un saldo positivo (con previsioni per il prossimo quinquennio di performance migliori di altri settori dei servizi e dell’industria). In sostanza l’andamento del turismo internazionale mostra segni di ripresa, con un saldo dell’Italia sempre positivo (il 2013 si è chiuso a +10,4%). E anche in termini di arrivi e di entrate l’Italia può vantare davanti il segno più: quinta al mondo per arrivi (+2,9%) e sesta per entrate da turismo internazionale (+3,1). I flussi dall’estero vedono in testa la Germania, secondi gli Usa a +11% e terza la Francia a +4,5%.
Ma oltre alle misure già messe in campo nei primi cinque mesi di governo — agevolazioni fiscali per il settore contenute nella legge Cultura e turismo — allo studio del ministero dei Beni culturali c’è di più: ad esempio una «tassa di soggiorno più equa». «Serve una ridefinizione nazionale di cosa è questa tassa — ha spiegato Franceschini — di come si può estendere la platea di chi la paga e distinguere in base al luogo visitato. In Parlamento ci sono già diverse proposte». «Nel lavoro che stiamo portando avanti per la nuova Enit poniamo grande attenzione alla digitalizzazione del settore turistico e delle attività promo-commerciali — ha aggiunto il commissario straordinario dell’Agenzia italiana per il turismo – Enit, Cristiano Radaelli — ma anche alla riorganizzazione degli uffici all’estero».

da Il Corriere della Sera