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Sisma, anche nelle aule parlamentari non sono sufficienti le parole

Insieme è più facile conseguire risultati per il nostro territorio, martoriato dal sisma del 2012 e dall’alluvione 2014. Non è sempre facile lavorare in sintonia, perché spesso prevale lo spirito di parte o la competizione partitica. Ma ci si può riuscire. È accaduto con l’approvazione del primo decreto sull’alluvione (con il sostegno del M5S e di SEL agli emendamenti del PD), così come quando noi condividemmo l’emendamento 5stelle per la prima proroga sui mutui sulle case inagibili. E accadrà di nuovo, per sostenere la seconda proroga. Lo spirito di collaborazione va però alimentato e non mi pare che aiutino certe dichiarazioni odierne di un collega parlamentare modenese pentastellato. Non mi riferisco tanto ai fantomatici piani nazionali tra Governo, Regione e Comuni orditi per danneggiare i terremotati sui risarcimenti, perché appartengono al campo delle illazioni (i soldi per la ricostruzione privata ci sono: hanno ragione coloro i quali chiedono di accelerare le procedure per spenderli, e in merito si è pronunciato anche il presidente Bonaccini). Mi riferisco piuttosto all’autoincensamento sull’azione svolta in Parlamento. Tutto ciò che è stato ottenuto per la ricostruzione è il frutto di un lavoro lungo, paziente e tenace, lavoro reso più duro dall’assenza di una legge nazionale quadro sulle calamità naturali, in grado di garantire medesimi diritti ai cittadini danneggiate da medesime sciagure. Ho la memoria storica della vicenda parlamentare sul sisma 2012 e ricordo bene come andarono (e stanno andando) le cose. Non c’erano risorse – il fondo per le calamità portava solo 50 milioni – e siamo riusciti a strappare miliardo dopo miliardo, uno per uno. Le soluzioni a molte delle questioni pratiche sono frutto del lavoro parlamentare del gruppo Pd, anche quando non aveva propri rappresentanti al governo. Ad esempio l’indennizzo per i danni ai privati, inizialmente riconosciuto al 70%, fu portato al 100% grazie a un emendamento del senatore Giuliano Barbolini a inizio 2013 (per non parlare dei primi provvedimenti, cioè i decreti legge 74 e 90, oltre alla legge di stabilità per il 2013, che accolgono tanti emendamenti Pd). L’approvazione di un emendamenro non avviene per “grazia ricevuta” ma è sempre frutto di un lavoro lungo, informale – di cui Openpolis non può tenere conto… – fatto di incontri e scontri con i tecnici dei Ministeri, di confronti e dissidi con sottosegretari e ministri (che appartengono o meno al tuo partito). Sul sisma 2012 molto di questo lavoro “lontano dalle passerelle mediatiche” è stato compiuto dalla Regione, ma posso assicurare che i parlamentari Pd non sono stati da meno per risolvere – cito all’impronta – questioni come quelle degli indennizzi assicurativi, la proroga dei mutui per le imprese, la proroga dell’emergenza, l’istituzione della zone franche urbane…. Rammento tutto questo per “dovere di cronaca”, senza arroganza, anche perché alcuni risultati sono arrivati troppo lentamente e altri li attendiamo ancora (vedi la proroga dei mutui per i privari) e perché sul piano fiscale i terremotati Emilia non sono stati trattati bene… Ma al netto della fatica e del patimento di tutti, a iniziare dai cittadini terremotati ancora in attesa di una nuova casa, alcuni risultati importanti sono arrivati. Ma di certo non per merito di chi, in Parlamento, si limita all’azione rivendicativa e all’annuncio. La distanza tra presentare un emendamento sul sisma e farlo approvare non è proporzionale alla vicinanza politica dei sottoscrittori al Governo: piuttosto è proporzionale al lavoro duro e umile dei suoi sottoscrittori nel farne apprezzare la bontà e la giustezza. Scusate il fervorino, ma alcune volte, quando ci vuole, ci vuole… (N.B.: ne approfitto per ricordare che la legge quadro sulle calamità naturali è già stata approvata alla Camera, ora tocca al Senato)

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