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Quello che ci dicono le amministrative

elezioni

Esiti elezioni amministrative. Buon “proseguimento” a Fabio Braglia e a Marco Bonucchi, che i cittadini hanno confermato sindaci rispettivamente a Palagano e a Sestola: un suffragio a favore del buon lavoro svolto. Per Finale Emilia e Pavullo occorre aspettare il 19 giungo. Si va al balloggio per i candidati del PD, Elena Terzi e Stefano Iseppi. Saranno 15 giorni intensi, perché i giochi sono totalmente aperti. Due settimane da dedicare soprattutto per spiegare quale futuro vogliamo per Finale Emilia e per Pavullo. Puntare sulle idee, sulla chiarezza negli intenti e sui progetti da realizzare. Questo vale per i comuni modenesi e per tutti gli altri, in Italia, in cui si va al ballottaggio. Il M5S è primo partito in grandi città: è il loro migliore risultato dopo le politiche del 2013, ma ad affermarsi, sono i loro candidati più moderati e rassicuranti nei toni, come la Raggi e la Appendino; il centro-destra non è morto, anzi, dove supera le proprie divisioni si afferma con ripreso vigore – vedi a Milano o Trieste – ma in questo campo il fenomeno è opposto, perché cresce il consenso alla deriva più radicale, rappresentata dalla Lega; il Pd tiene, ma con affanno: il Emilia-Romagna, solo a Rimini riusciamo ad eleggere al primo turno il sindaco uscente, Gnassi. La sinistra a sinistra del Pd che si presenta da sola segna un risultato non significativo come a Roma e a Torino. Tutto questo a fronte di un nuovo, ulteriore calo dell’affluenza. Sarà interessante analizzare i flussi, ma di certo, azzardo un’ipotesi, tra chi non è andato a votare ci sono anche elettori del Pd. Ha ragione Fassino, sindaco uscente a Torino e che ora deve giocarsela al ballottaggio: queste elezioni, soprattutto nelle aree marginali e periferiche, sono il termometro di “malessere, disagio, disaffezione”. Praticamente un programma politico, che è – sebbene si tratti di elezioni amministrative – anche un messaggio al Governo. Le politiche sociali, economiche e fiscali (penso agli 80 euro, all’abolizione dell’IMU e ai dati sull’occupazione) hanno intrapreso il giusto cammino, ma non sono ancora sufficienti per far toccare la speranza. E senza speranza, vince la paura.

Foto di Carolina Paltrinieri