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Nuove forme di drammatica violenza nell’era di Internet

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#restareumani
Due storie di ordinaria “follia” internettiana che hanno travolto la vita di due giovani donne. A Rimini, una ragazzina in shock etilico è stata violentata nei bagni di una discoteca, mentre le sue amiche, invece di prestarle soccorso, filmavano e postavano il video sul web. A Napoli si è uccisa una trentenne, sconvolta dalla diffusione virale in Rete di un video hard che la vedeva coinvolta: aveva cercato di cambiare identità e di appellarsi al diritto all’oblio, ma non è riuscita a reggere il peso della pubblica gogna. Sono episodi di una inaudita violenza, sia per la drammaticità delle conseguenze per le giovani vittime, sia per la leggerezza estrema con cui individui, vicini e lontani dalle vittime, hanno condiviso immagini private in cui le protagoniste erano assolutamente riconoscibili, quasi fossero delle produzioni video da intrattenimento, in una apparente incapacità di distinguere la realtà dalla fiction. Pesa, in entrambi i casi, il tradimento di persone che si consideravano di fiducia. Lascia allucinati l’incoscienza con cui generazioni di adolescenti e di adulti, possessori di smartphone, utilizzano lo strumento come fosse solo un gadget tecnologico, senza rendersi conto della gravità delle conseguenze dei loro atti sulla vita delle persone, in carne ed ossa. Anche davanti alla morte, c’è chi ha continuato imperterrito a tranciare giudizi sulla moralità della vittima. Non c’è pietà, non c’è compassione, non c’è consapevolezza. E’ vero che la maldicenza è sempre esistita, in tutte le epoche, e sempre ha scavato solchi nelle comunità tra coloro che si eregevano a giudici morali e coloro che, in qualche modo, avevano deviato dalla regola comune. Allora, come adesso, quasi sempre le vittime erano donne. Ma ora la situazione, mi sembra, più grave anche per la rapidità e pervasività della diffusione di immagini digitali consentite dalla Rete. Non voglio fare facile moralismo, ma di fronte all’enormità di queste due vicende umane, mi sembra di poter denunciare l’assenza della società, della condivisione dei valori di fondo, di obiettivi comuni. Lo slogan è ormai abusato, ma, se vogliamo avere un futuro, dobbiamo #restareumani.

photo credit: Never Acceptable. Never Again. via photopin (license)