attualità, politica italiana

Referendum, dopo il 4 ci sarà anche il 5 dicembre

5dicembre

#5dicembre. No, non è un errore: ho proprio voluto scrivere hashtagcinquedicembre. Perché dopo il 4, ci sarà il 5 dicembre e, come ho scritto ieri, dovremo continuare a parlarci, a camminare insieme. Pensavo fosse una preoccupazione solo mia, ma oggi leggendo l’editoriale di Mario Calabresi su la Repubblica mi accorgo che il tema comincia a essere sentito anche dai media. Le parole di Calabresi sono naturalmente molto più efficaci delle mie, ma il pensiero è il medesimo. Calabresi scrive “credo che i prossimi due mesi rischino di essere l’occasione perfetta per incenerire ogni possibilità di dialogo e di discussione in Italia. Così il 5 dicembre, quale che sia il risultato del referendum, ci troveremo a fare l’inventario delle macerie e a prendere nota delle lacerazioni che resteranno nel tessuto sociale italiano”. E allora il quotidiano Repubblica si propone come luogo mediatico dove il confronto si attenga al merito della riforma e al reciproco rispetto. E’ quanto, in tempi non sospetti, avevamo già cominciato a fare, a luglio, alla Festa de l’Unità di Carpi, quando, per tre venerdì successivi, abbiamo provato ad approfondire la riforma partendo dalla lettura e commento del testo delle nuove norme. Che io sia convintamente per il Sì non è una notizia e nemmeno una novità: ma questi due mesi non possono essere affrontati all’insegna dello scontro epocale. Bisogna spostare l’attenzione dal destino del Governo, dal futuro di Renzi e del PD, dall’articolazione degli schieramenti referendari e politici, per ricondurla ai contenuti della riforma sui quali saremo chiamati ad esprimerci, si spera consapevolmente. Perché dopo il 4, che è data importante, ci sarà anche il 5 dicembre, che è data altrettanto importante.

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