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Finalmente approvata la legge sul sostegno alle Scienze geologiche

terremoto

Dopo oltre due anni di attesa, è finalmente legge il provvedimento a sostegno della formazione e della ricerca nelle Scienze geologiche, presentato dalla collega Raffaella Mariani, di cui sono stata relatrice alla Camera. Una legge dal percorso, per così dire, non sempre facile e lineare, per la quale abbiamo lavorato con tenacia, nella convinzione che un Paese fragile come il nostro debba necessariamente investire in ricerca e prevenzione. Perché se è vero che alcune calamità naturali non possono essere previste, a maggior ragione occorre lavorare per minimizzare quanto più possibile le loro conseguenze, come ha purtroppo dimostrato anche il recente e violento sisma che ha colpito il Centro Italia. Gli effetti sono stati drammatici in termini di vittime e danni materiali, effetti che avrebbero comunque potuto essere ancora più devastanti senza il lavoro compiuto in quel territorio alla fine degli anni ’90. In una situazione di oggettivo pericolo, da più parti – università e media in primis – è stato rimarcato il paradosso tutto italiano di una necessità sempre più pressante di esperti delle Scienze geologiche a fronte di una oggettiva diminuzione dell’offerta formativa. Infatti, il blocco del turn over e le disposizioni della legge 240 del 2010 hanno causato un calo drastico nel numero di Dipartimenti di Scienze della Terra, una disciplina specialistica che è stata progressivamente privata dei numeri di docenti necessari a mantenere l’autonomia dipartimentale, secondo i parametri introdotti dalla legga Gelmini. I Dipartimenti di Scienze della Terra da 29 sono diventati, così, solo 8, con intere regioni, come l’Emilia-Romagna, che non ne hanno più, nonostante il prestigio internazionale raccolto sul campo da studiosi e Facoltà (penso, ad esempio, all’Università di Modena e Reggio Emilia). I docenti sono passati da 1.250 nel 2006 ai poco più di mille attuali. Secondo dati diffusi dal Consiglio nazionale dei geologi, anche i laureati che erano oltre mille l’anno, nei primi anni 2000, sono ora arrivati a quota 500, e questo nonostante, negli ultimi tempi, si sia riscontrato un rinnovato interesse nella materia da parte dei giovani. Quindi, da una parte un territorio fragile e sismico e, dall’altra, il mancato sostegno a una disciplina fondamentale per formare professionisti in grado di garantire un apporto prezioso, di conoscenze e competenze, nella prevenzione e nella tutela dell’ambiente. La nuova legge, composta da tre articoli, prevede incentivi per gli iscritti alle classi di laurea triennale e magistrale inerenti alle Scienze geologiche; risorse per l’acquisto, da parte di università ed enti pubblici di ricerca, di strumentazione tecnica e la realizzazione di specifici progetti; e norme che facilitano la costituzione dei Dipartimenti universitari. Dalla diffusione delle conoscenze delle Scienze geologiche discende la nostra sicurezza e quella dei luoghi della nostra vita.

Ecco il testo approvato in via definitiva: Interventi per il sostegno della formazione e della ricerca nelle scienze geologiche

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