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Educazione sessuale, la positiva esperienza di una scuola modenese

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Quando un progetto locale approda alla ribalta nazionale diventa occasione per riscoprire, visto con occhi altri, quanto di buono, nonostante i tagli alle risorse e i rigurgiti conservatori, si continua a fare sul nostro territorio, nelle scuole e nei servizi. Oggi la Repubblica indaga il progetto sull’educazione sessuale che una scuola media modenese, la Marconi, sta portando avanti insieme alla Azienda USL di Modena. Si tratta del pezzo d’appoggio ai risultati dell’indagine sulla sessualità degli adolescenti e dei cosiddetti millenials condotta dal Censis. Dall’indagine esce un quadro, per molti versi differente, ma per altri molto simile a quello delle risposte fornite dai ragazzi vent’anni fa sugli stessi temi. I giovani d’oggi sono più franchi, meno vergognosi nel parlare di temi anche molto intimi, ma non poi così informati come la diffusione di Internet e una morale più aperta, forse, farebbero pensare. In questi ragazzi convivono tenerezza e spregiudicatezza, curiosità e paure, voglia di crescere in fretta spinti anche dalle pressioni dei social e desideri favolistici. Insomma, in fondo, gli stessi sentimenti, gli stessi pudori e le stesse speranze che animavano chi era giovanissimo negli anni ’90. Su tutto campeggia, però, un grazie che noi – modenesi, di sinistra, amministratori e cittadini – dobbiamo ai servizi sociali territoriali: se non ci fossero stati, i nostri giovani non avrebbero avuto un porto sicuro dove rivolgersi e noi, forse, saremmo in grado di conoscerli meno e soprattutto capirli meno di quanto, invece, riusciamo a fare oggi.

Ps: un grazie particolare a Nora Marzi, che ha fornito, negli anni, tante sagge risposte ai ragazzi che si rivolgevano allo Spazio Giovani del Consultorio di Carpi. E che anche grazie a quelle risposte sono diventati adulti più consapevoli