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Il fantasma della scissione che agita la sinistra, ma non solo

foto Farricella Studioieffe per PD Modena

foto Farricella Studioieffe per PD Modena

La coazione a ripetere gli errori del passato. E’ un male, tra scissioni vere e proprie e allontanamento dei singoli, che grava storicamente sulla sinistra, ma che, lo vedo nella mia decennale esperienza parlamentare, non lascia immune la destra e neppure i nuovissimi 5stelle. Sono in Parlamento dal 2006 ho quindi vissuto in diretta la scissione legata alla nascita del Partito democratico, quando una trentina di deputati se ne andarono (salvo, poi, per alcuni, entrare ne Pd qualche anno dopo). Ci sono poi stati distacchi di singoli, appartenenti peraltro ad aree diverse: penso alla Binetti, Civati, D’Attorre, Fassina, Galli (per citare solo alcuni di quelli di cui più si è discusso sui media nazionali). Questi ultimi sono approdati al gruppo di Sel per dare vita ad una nuova Sinistra Italiana, ma al congresso di fine settimana non è escluso, stanti le indiscrezioni e anticipazioni, che da una fusione nasca una divisione… Insomma il fantasma della scissione permea la storia recente delle grandi famiglie politiche. Pensate all’originario squadrone del Pdl che, progressivamente, ha subito smembramenti e disarticolazioni in almeno 4 gruppi diversi (anche qui, nel doppio senso di marcia, con ritorni anche illustri). Numerosi gli allontanamenti, più o meno coartati, anche nel gruppo parlamentare originario del Movimento 5 stelle. E’ assolutamente legittimo non condividere più il pensiero e l’azione politica di un partito: gli elettori ce lo dicono elezione dopo elezione, erodendo il cosiddetto voto di appartenenza. Però, a coloro i quali costituiscono un gruppo dirigente (che non è una brutta parola, ma l’espressione di una catena di responsabilità progressive) si deve chiedere un sovrappiù di ponderatezza e di impegno alla tenuta complessiva di un progetto politico, che va ben oltre i desiderata dei singoli e le isolate progettualità. Ad oggi, nel mio Pd, mi pare difettino entrambi, di ponderatezza e impegno. Insomma, non nascondo la mia preoccupazione (che è poi quella di tanti militanti del mio partito) e anche un po’ di esasperazione. Faccio un appello al buon senso: soppesiamo con attenzione il valore della posta in gioco, qui non si parla solo del destino di un singolo o di un gruppo, quello che verrà deciso, nel fine settimana, avrà ricadute che riguardano l’intero Paese. Invito tutti – nessuno escluso – ad un ulteriore sforzo di responsabilità (quelli che hanno chiesto molti segretari dei Circoli Pd della provincia di Modena, il cui appello io condivido http://www.pdmodena.it/2017/02/16/inviato-ai-vertici-del-pd-lappello-allunita-dei-segretari-modenesi/). Misurare le parole, soffermarsi in qualche prezioso silenzio, aggiungere qualche riflessione in più. E’ vero, come ci ha esposto efficacemente Ezio Mauro (http://www.repubblica.it/politica/2017/02/15/news/titolo_non_esportato_da_hermes_-_id_articolo_6041344-158332626/), che viviamo un momento di disarticolazione sociale e anche politica. Ma il passaggio è stretto, le azioni – di tutti – avranno ricadute pesanti, non solo a sinistra.
Ps: in queste settimane il mio impegno è assorbito dall’esame delle deleghe sulla scuola, che necessitano – in linea con quanto affermato dalla ministra Fedeli – di molto ascolto e di modifiche, perché incideranno sulla vita di migliaia di studenti, docenti e famiglie e quindi alla società intera. È, al contempo, il modo migliore per aiutare il PD a superare e.risolvere la sua attuale “crisi esistenziale”.