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Fine vita, acceleriamo sulla Legge per Disposizioni anticipate di trattamento


La drammatica vicenda umana di dj Fabo interroga la coscienza di tutti, compresi quelli che urlano intransigenza, quelli che urlano contro i politici imbelli, quelli che urlano per l’eutanasia. Come la penso io, l’ho già spiegato qualche giorno fa. Al di là del clamore mediatico che alcuni casi, eclatanti e molto dibattuti, sono in grado di raccogliere (Eluana Englaro, Terri Schiavo, Piergiorgio Welby), credo comunque che si debbano concentrare i nostri sforzi, intendo di parlamentari, per portare in Aula alla Camera il disegno di legge sulle Dat, le disposizioni anticipate di trattamento. E’ il cosiddetto “testamento biologico” che, nelle nostre terre, ha da tempo mosso i primi passi pratici, tanto che la provincia di Modena è la prima a livello nazionale per numero di Registri comunali istituiti. Secondo i dati forniti dall’associazione “Libera Uscita” sono, infatti, ben 19 i Comuni modenesi presso cui è stato istituito lo specifico Registro che raccoglie le volontà dei singoli cittadini sulla fine della propria vita, contro l’inutile accanimento terapeutico e la designazione di un proprio rappresentante che sia in grado di far valere le proprie volontà nel momento in cui non si abbia più la forza fisica e la coscienza di sé per poterlo fare autonomamente. Sono temi estremamente delicati, che riguardano la vita di tutti noi e di chi ci è più vicino. Arrivare a legiferare sull’argomento è doveroso e, io credo, ormai improrogabile. Il testo messo a punto, in seguito allo scrupoloso lavoro fatto in Commissione, si basa su un principio imprescindibile: il rispetto della volontà del paziente, anche quando non sarà più in grado di esprimerla coscientemente. Si prevede esplicitamente la possibilità di rifiutare trattamenti sanitari inutilmente accanenti, inclusi l’idratazione e la nutrizione artificiale, assicurando sempre l’erogazione delle cure palliative e, soprattutto, senza abbandonare il paziente al proprio destino. L’approvazione delle Dat costituirebbe un enorme passo in avanti nel campo della tutela dei diritti del cittadino. E questo Parlamento, pur così tanto bistrattato, in questi anni ha dimostrato di sapere compiere scelte considerate impensabili fino a poco tempo fa in difesa dei diritti civili.

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