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Libera riproducibilità significa che tutti gli istituti devono adeguarsi alla nuova norma


Al momento dell’approvazione della norma, avevo promesso che avremmo continuato a vigilare sulla sua applicazione. Dopo le segnalazioni da parte degli utenti, ho quindi deciso di interrogare il ministro Franceschini sul caso degli Archivi di Stato di Napoli e Palermo che, nonostante l’entrata in vigore della nuova normativa, continuano a frapporre ostacoli alla libera e gratuita riproducibilità dei beni librari e archivistici per motivi di studio e ricerca. Tra l’altro, dopo che in agosto il cosiddetto Dl concorrenza è divenuto legge, la Direzione generale Archivi ha emanato ben due circolari che hanno regolato la materia in dettaglio con l’obiettivo di garantire una applicazione uniforme delle nuove disposizioni. Nonostante ciò, come testimonia il sito web dell’istituto, all’Archivio di Stato di Napoli è ancora necessaria la richiesta di autorizzazione preventiva per la riproduzione con mezzo proprio (smartphone o macchina fotografica digitale). Stessa cosa all’Archivio di Stato di Palermo, con l’aggravante però che, nei fatti, l’autorizzazione viene quasi sempre negata additando la sussistenza del vincolo archivistico che, però, non è certo di ostacolo alla riproducibilità dei documenti. L’unica eccezione prevista dalla nuova normativa, infatti, è riferita alle restrizioni di consultabilità legate al contenuto sensibile dei beni in questione. Gli utenti, quindi, di fatto sono costretti a rivolgersi al servizio di riproduzione a pagamento. Come ricorderà chi segue queste vicende, sul tema avevo già presentato una proposta di legge nel 2015 insieme al collega Rampi, sostenuta anche dalle 3mila firme raccolte dal movimento Foto libere per i beni culturali. A gennaio avevo già interrogato il ministro Franceschini per chiedere un intervento in via amministrativa, in attesa di una norma nazionale che, finalmente, è arrivata ad agosto. Ora, occorre lavorare tutti insieme affinché quelle stesse disposizioni vengano applicate, in concreto, in maniera uniforme in tutti gli istituti culturali interessati, in tutte le parti del Paese e a tutti gli utenti interessati a un uso non a scopo di lucro.