Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

«A Milano il 25 aprile sarà fra una settimana», di Oreste Pivetta

Piazza Milano. Passa molto di qui, da piazza del Duomo. Passano i leader politici (Maroni e Berlusconi scelgono in verità il chiuso di un teatro), passa di qui la via di un cambiamento, tra Parlamento e Regione, dopo tanta infinita televisione, la piazza con la gente, come una volta e probabilmente da sempre, con le bandiere, con la musica. Con le facce e le emozioni. E con i discorsi, con i comizi. Piazza del Duomo ne ha viste tante di pagine di storia. Umberto Ambrosoli, il candidato del centrosinistra a guidare la Lombardia, ha concluso richiamandone una, tra le più gloriose, il 25 Aprile: «Cambiare si può. Questa volta il 25 Aprile arriverà a febbraio, arriverà la settimana prossima». A Grillo non importerà nulla della Resistenza, della Liberazione, dell’antifascismo, ma è ancora ai valori espressi da quelle giornate di lotta che si richiama la migliore politica, la buona politica, la politica che si sente responsabile per il Paese e per tutti, che si candida a governare perché quei valori abbiano ancora vita. Paradosso di queste …

Bersani: “Da Milano parte la svolta ora tocca a noi, usciremo fuori dal buio”, di Alessia Gallione e Matteo Pucciarelli

Questa volta, l’arcobaleno che apparve dopo la pioggia due anni fa tra le guglie della cattedrale a salutare la vittoria di Giuliano Pisapia non c’è. Non ancora, dice Pierluigi Bersani. Ma arriverà. Ed è a quella manifestazione, a quel risultato strappato nella culla del berlusconismo e della Lega, che ha pensato il segretario del Pd. Lo ha fatto da lì, è da una (stessa) piazza Duomo gremita da almeno 30mila persone che il centrosinistra ha voluto lanciare la volata. Ancora una volta è questo l’epicentro politico della sfida. Ed è «da qui che partirà la svolta», ha esortato il candidato premier. Dal «luogo da cui, nel bene e nel male è sempre partito tutto, gireremo una pagina ventennale. Noi tireremo fuori dal buio la Lombardia e l’Italia ». E la foto finale è di gruppo. Tutti insieme, i leader della coalizione: Bersani, Nichi Vendola, Bruno Tabacci, insieme al sindaco Pisapia e al candidato al Pirellone Umberto Ambrosoli. Con un uomo in più a giocare quella che è diventata una doppia partita decisiva: Romano Prodi salito …

"Bersani: unioni civili entro un anno. Il leader Pd annuncia anche la legge contro l’omofobia entro i primi sei mesi", di Simone Collini

L’impegno ad approvare una legge sull’omofobia in sei mesi e una sulle unioni civili entro un anno, la conferma che non romperà l’alleanza con Vendola, che anzi vede come «uomo di governo», e poi l’offensiva contro un Berlusconi che «si sente minacciato se si parla di regole» e contro una Lega «che con le famose ronde padane non ha fermato la ‘ndrangeta, che anzi è si è infiltrata nella giunta regionale in Lombardia». Bersani va al rush finale della campagna elettorale senza cambiare registro, deciso a «non raccontare favole» e però annunciando quel che sicuramente farà una volta a Palazzo Chigi. Intanto, per quel che riguarda le alleanze: «Vendola sta governando una Regione, a differenza di quello che pensano tanti altri, io penso a lui come un uomo di governo», dice il leader del Pd a uso e consumo di Monti e soci. «Inutile che mi dicano “con Vendola no”, perché allora vuol dire no con Bersani, punto». Ma soprattutto, il candidato premier del centrosinistra mette in chiaro che non mancherà di fedeltà ai suoi …

"I giovani democratici incontrano i loro candidati e presentano con reti e associazioni le proposte sul lavoro", di Mario Castagna

Si tirano le somme al centro congressi Frentani. I Giovani Democratici si ritrovano, dopo quattro anni di attività politica, per un bilancio insieme alla dozzina di parlamentari che provengono dalla loro organizzazione che verranno eletti nelle liste del Pd alle prossime elezioni. E con le decine di associazioni, reti, coordinamenti di precari e di giovani professionisti con cui hanno costruito la campagna Alta Partecipazione si ritrovano alla fine di questa lunga camminata tra le condizioni di vita dei giovani italiani. Un esperimento, piuttosto riuscito, di nuove relazioni tra partiti e attivismo sociale, che si é concluso ieri con una grande assemblea che ha visto la partecipazione di centinaia di ragazzi. L’Associazione nazionale archeologi, la rete degli studenti, la Link coordinamento universitario, l’associazione Giosef, la fondazione Benvenuti in Italia, e tante altre associazioni, hanno voluto sottoscrivere, con i giovani candidati alla Camera dei Giovani Democratici, l’elenco delle loro proposte. E tutti hanno voluto mettere la firma sul grande striscione che all’ingresso rassumeva il lungo elenco di proposte. E a siglare questo patto ieri c’erano anche Stefano …

Nadia Urbinati, la politologa, tra i firmatari dell’appello per il centrosinistra: «Voto utile? No, voto intelligente e stabile. Con Ingroia nessun patto», di Federica Fantozzi

Nadia Urbinati perché ha firmato l’appello per il voto a favore del centrosinistra? Quali sono le sue preoccupazioni? «Il mio principale timore è la frammentazione del voto a sinistra. Non è un appello al voto utile, visto che ogni voto lo è, bensì al voto intelligente. Strategico. Razionale. Bisogna considerare il nostro sistema elettorale ed evitare la perdita di rappresentatività. Anche dal punto di vista dello scopo: servono un governo e una maggioranza forti». Se, invece, alla fine il Pd non fosse nelle condizioni di «dirigere il traffico»? «A mio avviso, ci sono tutte le condizioni per tornare a votare poco dopo. È questo il motivo dell’appello. Bisogna rafforzare il centrosinistra per rendere più stabile l’eventuale alleanza con il centro. Altrimenti saranno più facili rotture, incomprensioni e tensioni a sinistra. Con il rischio concreto di elezioni anticipate». Al di là della loro consistenza numerica, come giudica le nuove forze in campo, da Grillo a Ingroia a Giannino? «Sono ovviamente diverse. Il M5S e Rivoluzione Civile sono movimenti demagogici e populisti. Usano uno scontento giustificato e …

Bersani giura fedeltà a Vendola «Monti diverso da me, guiderò io», di Andrea Cangini

Segretario Bersani, comunque vadano le elezioni, un’alleanza tra voi e Monti pare inevitabile. «Ho sempre detto che anche se avremo il 51 per cento ragioneremo come se avessimo il 49. In teoria un rapporto è possibile, ma fino a qui ho sentito solo critiche al Pd e assurde preclusioni nei confronti di Vendola». Le chiedessero di scaricare il leader di Sel? «Non esiste! Tre milioni e 200mila persone hanno deciso che questa è l’alleanza di governo: le critiche a Vendola mi irritano, la richiesta di liquidarlo mi offende». Si imputa a Monti una visione élitaria della politica… «In effetti, io cerco di stare all’altezza degli occhi della gente mentre lui guarda le cose dall’alto. Siamo diversi, io guido una forza popolare e tutti sanno che dopo Bersani ci sarà ancora il Pd, mentre mi chiedo cosa ci sarà dopo Monti così come dopo Berlusconi». I due si assomigliano? «Diciamo che hanno una comune tendenza al comando solitario». Sostenere che l’élite finanziaria vuole una politica debole significa fare della demagogia? «No, il rischio c’è. Ma dev’essere …

"Da leghista a grillino: il Veneto cambia segno e il Pd va all’attacco", di Rudy Francesco Calvo

atteo Renzi di ieri riaccende nei dem le speranze del sorpasso, mentre il M5S drena i consensi di Pdl e Lega. Così il premio di maggioranza al senato torna contendibile. «Siamo vicinissimi». L’entusiasmo dei dem veneti è giustificato da una condizione per loro inedita: mai, infatti, il crollo di Pdl e Lega da queste parti era stato così evidente e mai il primato in questa regione era stato contendibile come oggi. Gli ultimi sondaggi pubblicati prima dell’embargo imposto dalla par condicio segnavano una forbice di 8-9 punti tra le due coalizioni. «Ma dopo il tour di Grillo qui è cambiato tutto», garantiscono dal quartier generale del Pd veneto. Dove già è stata preparata una strategia specifica per giocarsi il tutto per tutto nell’ultima settimana di campagna elettorale. Grosse speranze, ad esempio, sono riposte in Matteo Renzi, che ieri ha girato «come una trottola» (metafora – manco a dirlo – bersaniana) tra Belluno, Vicenza e Padova. Nel suo mirino ci sono i delusi della Lega, con parole d’ordine che dimostrano la competition diretta con il M5S. …