Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

Diritto allo studio, PD: governo fuori tempo massimo, dopo elezioni cambieremo sistema

Meloni e Carrozza: “E’ del tutto inopportuno Che il governo adotti, in regime di ordinaria amministrazione e a meno di venti giorni dalle elezioni, un provvedimento che incide in maniera così significativa sulla condizione degli studenti”. “La discussione in atto sull’ipotesi di decreto ministeriale sul diritto allo studio arriva fuori tempo massimo e deve essere rimandata a dopo le elezioni. Dunque i rappresentanti degli studenti hanno fatto benissimo ad agire in modo da evitare la sua approvazione”. Lo dichiarano Marco Meloni, responsabile Università e ricerca Pd e Maria Chiara Carrozza, presidente del Forum Università e ricerca del partito. “E’ del tutto inopportuno – proseguono Meloni e Carrozza – che il governo adotti, in regime di ordinaria amministrazione e a meno di venti giorni dalle elezioni, un provvedimento che incide in maniera così significativa sulla condizione degli studenti. Così come sarebbe altrettanto inopportuna l’adozione di qualsiasi atto capace di influire in modo improprio sulle scelte del prossimo governo”. “Nel merito il provvedimento – sostengono ancora i due esponenti del PD – contiene molti aspetti a nostro …

Innovazione e tecnologia, leve per crescita del Paese

«Digitalizzare la PA non solo per risparmiare. La vera sfida è migliorare i servizi ai cittadini, il welfare e la competitività». In esclusiva per il Corriere delle Comunicazioni ecco il testo a firma del segretario del Partito Democratico: “Digitalizzare la PA non solo per risparmiare. La vera sfida è migliorare i servizi ai cittadini, il welfare e la competitività”. L’innovazione tecnologica è una leva importantissima per ogni strategia di crescita economica e sociale. La prima volta che il centrosinistra ha proposto un programma organico su questo tema è stato nel 2005 con i 10 punti per l’Italia digitale. Anche oggi rimane la necessità di un itinerario coerente. L’innovazione tecnologica è presente in ogni settore e in ogni tipologia di prodotto. Il nostro sistema produttivo su questo fronte ha un problema su cui è necessario mettere tutto il nostro impegno: l’Italia spesso compete su prodotti a bassa intensità tecnologica, malgrado le eccellenze tecnologiche e di ricerca che pure sono molto presenti. Nell’ultimo governo Prodi ho lanciato il programma Italia2020 con questo spirito; un programma purtroppo abbandonato …

Letta: "Non è più credibile. Ci ha fatto quasi fallire", di Fabio Martini

Per «parare» l’ultima sortita di Berlusconi, il Pd ha deciso di puntare tutto sulla denuncia circostanziata dell’inaffidabilità del Cavaliere e della sua proposta. Ma anche potenziando un messaggio squisitamente politico, come spiega Enrico Letta, numero due del partito: «Dobbiamo marcare ancora meglio un concetto essenziale: l’alternativa è tra noi e Berlusconi, perché con questa legge possiamo vincere o noi o lui. Chi arriva terzo o quarto non cambia il destino del Paese. Chi fa perdere noi, fa vincere Berlusconi». La proposta di Berlusconi è corredata di ipotesi di copertura, perché non dovrebbe essere credibile? «No, non è credibile. Perché la fa Berlusconi. Perché è basata su premesse che non tengono conto della verità. Perché non si poggia sulla possibilità di realizzarla dal punto di vista della solidità politica». Tra tante, qualche promessa Berlusconi l’ha mantenuta, a cominciare dall’abolizione integrale dell’Ici «Berlusconi è l’uomo che ha fatto quasi fallire l’Italia e ora si ripropone, rovesciando la verità e facendo promesse irrealizzabili per il futuro. Contando sul fatto che, ogni tanto, gli italiani hanno la memoria corta». …

Bersani: Con noi si cambia. Basta promesse da chi ha fallito, di Simone Collini

«Serve un programma di ricostruzione, non battute propagandistiche. Quelle non ce le possiamo più permettere». Pier Luigi Bersani va al rush finale di questa campagna elettorale chiamando alla mobilitazione il popolo delle primarie («È la nostra arma atomica») e illustrando le misure che intende realizzare in caso di vittoria. Ci sono però anche un paio di messaggi chiari che il candidato premier del centrosinistra lancia all’indirizzo degli «inseguitori». Il primo, a uso e consumo di Silvio Berlusconi: «Non permetterò a chi ha fallito, a chi ha portato l’Italia sul ciglio del burrone di fare impunemente altre promesse». Il secondo, per Mario Monti, che dopo l’uscita sul Montepaschi ha datato la nascita del Pd al 1921: «Una battuta da Berlusconi con il loden. Monti non dimentichi dov’è il pericolo, se la prenda con il problema, non con l’unica possibile soluzione. Chi pensa in prospettiva di non escludere una possibilità di collaborazione oggi deve fare attenzione, perché alcune uscite possono rendere tutto molto difficile». Si sorprende se in campagna elettorale si fanno promesse e si attacca l’avversario …

Attenti alle battute da due soldi di Berlusconi

“Berlusconi dice che la nostra situazione dipende dalla Germania? Bisogna stare attenti a queste battute da due soldi”. Così Pier Luigi Bersani, da Milano dove ha partecipato a un’iniziativa su Expo 2015 con Umberto Ambrosoli e Giuliano Pisapia, ha liquidato le affermazioni di Silvio Berlusconi, che in mattinata aveva parlato di un ‘braccio di ferro da vincere con la Germania’, pena ‘la fuoriuscita dall’euro, uno ad uno, di tutti i Paesi’. “Se noi avessimo fatto i compiti che dovevamo fare dopo l’euro e approfittato del calo degli interessi – ha ricordato Bersani –, certamente la Germania avrebbe ben meno da rimproverarci e potremmo parlare con voce più chiara, anche sulla Germania. Tutto quello che abbiamo buttato via ce l’hanno fatto buttare via loro, Berlusconi e la Lega. E adesso loro non hanno il diritto di lamentarsi”. Il segretario del Pd ne ha avuto anche per il M5S: “La proposta di Grillo di dare mille euro al mese a tutti per tre anni – ha detto – è una vergogna e mi indigna profondamente”. Quanto alle …

La sfida dei cattolici a sinistra, di Claudio Sardo

È rimasto deluso chi sperava che l’incoraggiamento dei vertici ecclesiali a Mario Monti si trasformasse in un imprimatur alla sua lista, in un nuovo «partito dei cattolici». Come erano rimasti delusi coloro che invocavano un investimento della Chiesa sul centrodestra post-berlusconiano, magari per renderlo più simile ai teocon americani che alla Cdu tedesca. Il pluralismo delle opzioni politiche dei credenti è ormai una realtà. È lo scenario della sfida che hanno di fronte la Chiesa nella sua missione e i laici cattolici nella loro vita di cittadini. Peraltro i sondaggi segnalano che oggi è il Pd il partito più votato dai cattolici praticanti: e questo oltre ad essere uno stimolo per rafforzare l’identità di partito di «credenti e non credenti» e per sviluppare ancor più la ricerca di un «umanesimo condiviso» dimostra l’originalità italiana, dove il personalismo e il solidarismo cristiano sono stati, e sono tuttora, alimento fondamentale della cultura della sinistra. Altro che «bipolarismo etico»! Se è vero che l’onda montante individualistico-radicale rischia di occupare tutti gli spazi della secolarizzazione, il pluralismo dei credenti …

Il Pd riparte dalla foto di Firenze, di Giovanni Cocconi

«Bersani e Renzi? Insieme vincerebbero» aveva detto Roberto Benigni quando, in piene primarie, forse nemmeno lui sperava di vederli insieme. La “foto di Firenze” scattata ieri in un teatro strapieno, palesemente inadeguato a contenere l’entusiasmo del Pd pride, è qualcosa di più del profumo di vittoria alle elezioni. E rende più concreta la certezza che Pier Luigi Bersani ha consegnato alla platea quando ha detto che «questo partito, che non ha nomi sul simbolo, fra dieci, venti, trent’anni sarà ancora qui». Ieri all’Obihall tra i due leader (arrivati insieme in auto elettrica) non è nato un ticket, il due di coppia non si ripeterà in campagna elettorale dove d’ora in poi ognuno andrà dove serve, ma l’evento sigilla l’esistenza di un Pd forte, largo, in salute (nonostante i sondaggi in calo), capace di lasciarsi alle spalle le tossine per lavorare in una sola direzione. Più comizio elettorale quello di Bersani, («il prossimo presidente del consiglio» lo ha salutato il sindaco di Firenze), più discorso sul futuro quello di Renzi, che ha usato la sua Firenze …