Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

“Ha vinto il centrosinistra”, di Pietro Spataro

Oggi si discuterà su chi è stato il più bravo, chi il più affidabile, chi il più aggressivo, chi il più mediatico. Si discuterà e ci si dividerà, com’è normale. Ma al di là delle pagelle, il confronto tv di ieri sera tra i cinque candidati alla premiership del centrosinistra è stata una grande prova di vitalità politica in uno dei momenti più confusi dell’Italia. In un paesaggio nel quale ogni singolo elemento del sistema è sottoposto a una micidiale forza centrifuga, la sfida delle primarie diventa quasi un fattore di sicurezza democratica. Anche con tutti gli scontri e i toni aspri che ha avuto finora e che si sono ripetuti in diretta tv. Per la prima volta infatti, come si è visto, la leadership è davvero contendibile e la partecipazione degli elettori e il loro voto avranno un peso non scontato. E chiunque vincerà ai gazebo avrà in cassaforte un patrimonio di energia e di passione che sarà utile nella campagna elettorale e nel lavoro di ricostruzione del Paese. Se ci guardiamo attorno – …

“Una cosa da democratici, in tv la forza delle primarie”, di Mario Lavia

La primissima impressione – scriviamo durante il primo “blocco” – è che insomma tanto tanto lontani non siano, Tabacci, Puppato, Renzi, Vendola e Bersani. Questo non vuol dire che Vendola non faccia Vendola, più “estremo” e come ansioso di mordere qualche polpaccio («Caro Renzi…»), è la “sua” parte, «sul fisco si viola la Costituzione», e che per converso gli altri appaiano un tantinello più ragionevoli. Il copione è un po’ questo. Ma, al dunque, i fantastici 5 che hanno scelto Sky, con contorni di polemiche e retroscena, eccoli finalmente lì, belli ritti in piedi – ed è davvero una X Factor tutta politica – a duellare, li vediamo mentre scriviamo, di fisco, tasse, Imu e patrimoniali. È una roba “vera”? O è politica-spettacolo? Probabilmente, è solo la politica al tempo nostro, fatta anche di queste cose, con il dovuto omaggio alle novità e alla sperimentazione (bravi quelli di Sky, chissà se la Rai si sveglierà). Il format funziona bene per uno come Matteo Renzi, sarà perché è il più giovane o perché dice cose – …

“Il Pd supera il 30% Grillo davanti al Pdl. Positivo l’effetto primarie”, di Carlo Buttaroni

Il clima delle primarie fa bene al Pd: nelle intenzioni di voto il Partito democratico supera il 30%. Al secondo posto il Movimento 5 Stelle che con il 15% supera il Pdl. Intanto alla vigilia di una settimana decisiva per la legge elettorale Casini smorza i toni delle polemiche e apre alle richieste del leader democratico. Sul fronte del Pdl il segretario Alfano chiude all’ipotesi di un Monti-bis e alle avances di Fini: «La sua storia con il centrodestra è finita». Il Partito democratico è ormai l’unica grande forza politica in campo. Non solo perché raccoglie quasi un terzo dei consensi ma perché tra il partito di Bersani e gli altri, compreso il movimento di Grillo, c’è una distanza abissale. Le primarie hanno contribuito a restituire al Pd un’identità forte e riconoscibile. Il processo di selezione del leader è una competizione vera, aspra, ma iscritta indubbiamente nel campo riformista. E questo l’opinione pubblica lo avverte. La forza dei democratici non deriva più dalla debolezza degli altri partiti o dall’essere la sponda opposta al berlusconismo, ma …

“Primarie, ancora scintille: oggi la sfida nell’arena di X Factor”, di Elisabetta Soglio

Non sarà una Tribuna politica con quel vecchio stile, un po’ ingessato; ma neppure un talk show gridato. Il confronto fra i cinque candidati alle primarie del centrosinistra che questa sera Sky manda in onda alle 20.30, e che potrebbe segnare una nuova via della comunicazione elettorale, si ispira semmai al modello americano. Regole ferree, scenografia ad effetto, puntare sui contenuti. «Vogliamo garantire a tutti e cinque i candidati la stessa opportunità di parlare agli elettori», spiega Sarah Varetto, direttore del canale All news, che già sta cercando di organizzare analogo confronto per le primarie del centrodestra. La cornice è quella del Teatro della Luna che a Milano ospita la trasmissione X Factor: ma le analogie con il programma musicale finiscono qui. I candidati saranno in piedi, avranno un leggio trasparente per i propri appunti e potranno muoversi verso il pubblico. Un orologio segnerà il count down, perché per ogni domanda si avrà a disposizione un minuto e mezzo; in caso di replica, il tempo concesso è invece di un minuto e c’è la possibilità …

«Election day, il governo sbaglia Polverini abusa del suo potere», di Jolanda buffalini

Sono 46 giorni che stiamo immersi nel gran pasticciaccio delle elezioni nel Lazio, quando Renata Polverini si dimise sibilando «questi li mando a casa io» nessuno si aspettava che questo significasse diventare ostaggi di un presidente che non fissa la data del voto. Nicola Zingaretti, quali sono gli ostacoli che si frappongono al voto? «Quello che sembra un pasticciaccio è in realtà una cosa semplicissima, non ci sono ostacoli né economici né giuridici per andare al voto subito. C’è solo un ostacolo partitico ed è il terrore di una parte del Pdl di affrontare i cittadini, per la crisi politica gravissima, per la difficoltà a individuare le candidature. Ma il costo di questo comportamento ostruzionistico è insopportabile. Il consiglio dimissionario, fermo, costa ogni giorno 350.000 euro. Questo vedono i cittadini. Solo il voto democratico è la risposta alla rabbia che, altrimenti, prenderà la strada del populismo e dell’astensionismo, come, abbiamo visto, è già avvenuto altrove». 350 mila euro al giorno sono circa 70 milioni fino ad aprile, più del doppio di quanto costerebbe la consultazione …

“La truffa? Sì, della storia”, di Michele Prospero

Ieri sul Corriere della Sera la polemica contro le proposte del Pd per la riforma della legge elettorale ha raggiunto i tetti di una rara falsificazione storiografica. Massimo Teodori ha scritto che il Pd vorrebbe un “sistema super-truffa” grazie al quale il partito che prende il 35 per cento dei voti si aggiudica il 55 per cento dei seggi. Non è proprio così. Il premio al partito maggioritario dovrebbe aggirarsi attorno al 10 per cento e scatterebbe comunque, come suggerisce il lodo D’Alimonte, solo nel caso in cui nessuna coalizione varcasse la soglia del 40 per cento. Questo accorgimento serve affinché l’incentivo alla coalizione non si trasformi in potere di ricatto dei vari cespugli. Dov’è la “supertruffa”? Un dispositivo analogo (con un premio al primo partito che in verità è vicino al 20 per cento dei seggi) ha appena consentito alla Grecia di non precipitare in una condizione istituzionale simile a quella di Weimar. Quanto alla legge truffa (l’espressione non fu coniata dal Pci ma da Calamandrei, e anche il liberale Corbino avvertiva la fondatezza …

"La truffa? Sì, della storia", di Michele Prospero

Ieri sul Corriere della Sera la polemica contro le proposte del Pd per la riforma della legge elettorale ha raggiunto i tetti di una rara falsificazione storiografica. Massimo Teodori ha scritto che il Pd vorrebbe un “sistema super-truffa” grazie al quale il partito che prende il 35 per cento dei voti si aggiudica il 55 per cento dei seggi. Non è proprio così. Il premio al partito maggioritario dovrebbe aggirarsi attorno al 10 per cento e scatterebbe comunque, come suggerisce il lodo D’Alimonte, solo nel caso in cui nessuna coalizione varcasse la soglia del 40 per cento. Questo accorgimento serve affinché l’incentivo alla coalizione non si trasformi in potere di ricatto dei vari cespugli. Dov’è la “supertruffa”? Un dispositivo analogo (con un premio al primo partito che in verità è vicino al 20 per cento dei seggi) ha appena consentito alla Grecia di non precipitare in una condizione istituzionale simile a quella di Weimar. Quanto alla legge truffa (l’espressione non fu coniata dal Pci ma da Calamandrei, e anche il liberale Corbino avvertiva la fondatezza …