Tutti gli articoli relativi a: lavoro

I Neet spiegati dal cinema nel film “Tutto quello che vuoi”

Si sa, il buon cinema ci mette di fronte ai problemi dell’Italia in modo più coinvolgente e diretto di quanto non possa fare un rapporto, sebbene autorevole come quello dell’Istat, che fotografa annualmente l’Italia (presentato ieri alla Camera dei Deputati). E’ la piccola impresa in cui riesce un recente film, molto bello, dal titolo “Tutto quello che vuoi”, che, tra le tante suggestioni, ne offre una che riguarda una “piaga” contemporanea – segnalata dall’Istat – che però è avvertita con minore rilevanza sociale di quanto non meriti: cioè quello dei giovani Neet. Chi cela questa sigla? Ben 2 milioni e 200mila giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non si formano e non lavorano. Costituiscono il 24,3% dei loro coetanei (la percentuale più alta in Europa), e appartengono ai gruppi sociali più deboli: giovani disoccupati (41,7 per cento), famiglie a basso reddito, con stranieri (33,2 per cento) e di soli italiani (31,5 per cento). Uno “spreco” sociale e una “dissipazione” di energie e talenti giovanili imperdonabili, per la vita dei ragazzi …

Un concorso e un triennio formativo per i nuovi docenti

Un cambio di paradigma, una svolta talmente sostanziale da imporre di prendersi il tempo necessario per esaurire la situazione pregressa e avviare in maniera ordinata la nuova fase. Il Governo ha approvato in via definitiva il nuovo sistema di formazione iniziale e di accesso al ruolo degli insegnanti della scuola secondaria (medie e superiori, per intenderci), attuativo della delega della legge 107, accogliendo le proposte formulate dalla Commissione Cultura (ero relatrice del provvedimento in Commissione) tese a chiarire, in particolare, le diverse fasi del nuovo percorso e a introdurre modifiche sostanziali al regime transitorio, maturate nel corso della fase di ascolto di enti, associazioni, esperti, organizzazioni sindacali. Con il nuovo percorso, un laureato magistrale che deciderà di dedicarsi all’insegnamento dovrà prima vincere un concorso pubblico nazionale e, poi, affrontare un triennio retribuito di formazione sul campo, tirocinio nelle scuole e inserimento progressivo nella funzione docente, durante il quale acquisirà le competenze (quali, ad esempio, quelle pedagogiche, relazionali, valutative, organizzative, tecnologiche) specifiche della professione. Una volta superate le prove intermedie e quella finale del percorso, l’aspirante …

Un nuovo sistema di formazione e accesso al ruolo

La Commissione Cultura della Camera ha approvato il parere (da me approntato nel ruolo di relatrice) sul nuovo sistema di accesso al ruolo e la formazione iniziale dei professori della scuola secondaria (medie e superiori). Si tratta di un passaggio fondamentale che mette in dirittura d’arrivo il nuovo sistema: occorre ora solo l’approvazione definitiva del decreto legislativo da parte del Governo, che si è già espresso in maniera favorevole. Con il nuovo sistema si passa da un affastellarsi di norme e iniziative, durato decenni, a un sistema organico con procedure prestabilite, chiare e regolari nel tempo. Concorsi per laureati magistrali i cui vincitori, e solo loro, accederanno a un contratto triennale retribuito di formazione, tirocinio e progressivo inserimento nella funzione docente, che prevede valutazioni, in itinere e finali, delle competenze e delle attitudini professionali degli aspiranti docenti. Un vero cambiamento di paradigma: prima la selezione – strettamente connessa al fabbisogno futuro – sulle competenze disciplinari, poi la formazione sul campo e infine l’accesso al ruolo per chi supererà positivamente gli step valutativi. Introdotto nelle sue …

Dall’Aula “vuota” per il biotestamento al parere sul Decreto sulla scuola

Sono relatrice del decreto legislativo che riforma profondamente il percorso per la formazione iniziale e l’accesso al ruolo dei docenti di scuola media e superiore. In esso si disciplina anche la fase transitoria dal vecchio al nuovo sistema. L’attenzione su questo provvedimento è molto alta da parte dei giovani che desiderano accedere alla professione docente, dei docenti precari e di chi ha interesse alla qualità del nostro sistema di istruzione.Le attese erano molte, come le richieste, in alcuni casi peraltro confliggenti. Sebbene il lavoro non sia finito, poiché il voto sul parere è previsto per giovedì, a valle della discussione in seno alla Commissione, diverse risposte sono già delineate, anche se non è possibile dare riscontro a tutte le istanze. Come vedete, il parere è un testo lungo, complesso, articolato. È frutto di un’analisi approfondita del testo originale e di tutte le sollecitazioni giunte all’attenzione della Commissione, nonché di un confronto in seno ai gruppi parlamentari e al Governo. Ovviamente la sua redazione – e le scelte che l’hanno guidato – ha impegnato gran parte …

La Dis-coll diventa strutturale e viene estesa ai lavoratori della ricerca

Una piccola battaglia vinta. Finalmente il riconoscimento di un diritto per i tanti giovani che sono impegnati nella ricerca nelle università italiane, che si salda su un principio: la ricerca è lavoro. La Commissione Lavoro della Camera ha approvato l’emendamento al disegno di legge delega sul lavoro autonomo non imprenditoriale che rende strutturale la cosiddetta Dis-coll, l’indennità di disoccupazione per i collaboratori (co.co.co e co.co.pro) e ne estende l’applicazione ad assegnisti e dottorandi di ricerca. Un primo passo in questa direzione, era stato già compiuto con il decreto Milleproroghe che, appena qualche giorno fa, aveva prorogato l’applicazione dell’indennità (istituita in forma sperimentale nel 2015 e poi estesa anche al 2016) fino a giugno di quest’anno. Alle proteste che si erano levate, i parlamentari Pd avevano assicurato che c’era l’impegno del Governo a rendere strutturale la misura di sostegno ai collaboratori che dovessero perdere il lavoro e ad estenderla alle figure “atipiche” della ricerva. Ora quell’impegno è stato mantenuto: dal 1° luglio 2017 non solo la Dis-coll diventa misura strutturale (non dovrà più essere prevista e …

Gruppo Argenta, non si gioca sul futuro dei lavoratori

La vicenda dei lavoratori della sede carpigiana del gruppo Argenta approda sul tavolo del ministro del Lavoro Poletti grazie a una interrogazione che ho presentato, insieme al collega Davide Baruffi. Nell’interrogazione abbiamo illustrato al ministro l’estrema delicatezza della vicenda che coinvolge il futuro professionale di alcune decine di lavoratori, ma anche le anomalie che si stanno verificando nella gestione del piano di riorganizzazione aziendale. Due in particolare, secondo noi, sono le anomalie che, dai contatti con i sindacati e l’amministrazione comunale, abbiamo riscontrato e di cui diamo conto nella nostra interrogazione. Innanzitutto una anomalia di metodo, inaccettabile: non si dà avvio a un processo di riorganizzazione aziendale e trasferimento di lavoratori senza una preventiva informazione alle organizzazioni sindacali. E in ogni caso è indispensabile un confronto tra le parti che consenta di accedere, in caso di esuberi e impossibilità di trasferimento, a tutti gli strumenti a disposizione in termini di politiche passive, attive e incentivi all’esodo da negoziare. Ma soprattutto non si possono mescolare, con modalità opache, licenziamenti individuali e licenziamenti collettivi. Se esiste un …

Brexit, adesso gli immigrati da far tornare a casa siamo noi

Per la serie “si è sempre a sud di qualcuno”. Gli italiani, bombardati dalle immagini degli sbarchi, hanno paura di essere invasi dagli immigrati. Con la Brexit scoprono, improvvisamente, di essere loro gli immigrati invasori da rimandare a casa. La conferma arriva indirettamente dalla lettera che un centinaio di accademici italiani, tutti docenti nelle più prestigiose università inglesi, hanno scritto al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nell’immaginario collettivo l’immigrato è nero, malmesso, disposto a lavorare per pochi euro, rubando così posti di lavoro. Ma l’immigrato può essere anche bianco, ben vestito e molto colto. La paura dell’immigrazione discriminata è stata una delle molle che ha spinto la vittoria dei “Leave” in Gran Bretagna. Ora la favorita alla successione dell’attuale premier Cameron, il ministro degli Interni Theresa May, ha fatto balenare l’idea che, con la Brexit, anche gli europei che lavorano e vivono da tempo in Gran Bretagna diventeranno stranieri. E così i docenti di italiano e letteratura italiana hanno scritto a Renzi chiedendogli di essere “solidale” con gli europei d’Inghilterra e di contrastare le spinte …