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Manuela Ghizzoni | Tra passione politica e pratica parlamentare

La “restituzione” della mia attività parlamentare

Dopo 12 anni di attività parlamentare, sono tornata al mio lavoro di ricercatrice all’università di Bologna e al ruolo di volontaria e attivista del mio partito: al termine di questa importante esperienza ho sentito la necessità di realizzare una sorta di “restituzione” del lavoro svolto e ho quindi pubblicato il volume dal titolo: “Tra passione politica e pratica parlamentare: tre legislature a consuntivo“. Nel volume, che potrete sfogliare cliccando sul titolo, ho provato a raccontare cosa ho fatto in concreto per la mia comunità in questi 12 anni, di quali temi – locali e nazionali – mi sono occupata, quali provvedimenti sono riuscita a portare a un compimento e quali, invece, sono rimasti in sospeso, in attesa di una ripresa o una nuova definizione. Non si tratta di una autobiografia (non mi sembra il caso!), ma una raccolta di immagini, testi e considerazioni per ripercorrere insieme il mio impegno da parlamentare dal 2006 al 2018. Insieme a Roberta Vandini, dell’Ufficio stampa del Pd modenese, ho lavorato partendo dai comunicati stampa prodotti in questi anni, materiale …

8 marzo, siamo la metà del Paese, ma, purtroppo, non facciamo ancora la differenza!

Il Parlamento che sta per lasciare, e di cui sono componente, è stato il più rosa della storia della Repubblica, un obiettivo a cui, come Partito democratico, avevamo contribuito in maniera determinante, grazie anche alle parlamentarie interne che avevano selezionato un numero uguale di candidati tra donne e uomini. Con la nuova legge elettorale, il Rosatellum, avremmo, in teoria, dovuto fare meglio, perché prevede espressamente non più del 60% di candidati dello stesso sesso (e quindi, presumibilmente, almeno un 40% di donne). E, invece, alla realtà dei fatti, il nuovo Parlamento che si insedierà il prossimo 23 marzo potrà contare su meno del 30% di componente femminile. Cosa è successo? Fatta la legge, trovato l’inganno. Il meccanismo delle pluricandidature ha permesso di aggirare le norme sulla parità di genere: la stessa donna, candidata capolista in più collegi, ha consentito di far eleggere in Parlamento fino a quattro uomini posizionati dietro di lei. Insomma, come Pd abbiamo convintamente voluto questo punto della legge, ma poi noi stessi siamo stati i primi ad eluderla.  Non è solo …

flebo

Il testamento biologico è legge, una scelta di civiltà

Una gran bella notizia, una scelta di civiltà, un provvedimento che ci riguarda tutti da vicino. Finalmente, dopo tanto ostruzionismo da parte delle forze più conservatrici, il Parlamento ha varato un’altra di quelle riforme che caratterizzano una intera legislatura: la legge sul testamento biologico. Viene introdotto nel nostro ordinamento il consenso informato ai trattamenti sanitari e si prevede la possibilità di dettare in anticipo le proprie convinzioni sui trattamenti a cui essere sottoposti nelle fasi finali della propria vita. Si tratta di una norma che assicura il rispetto della dignità delle persone fino all’ultimo. Per questo ho, a più riprese, ribadito che è una misura di civiltà e di grande attenzione per la persona umana. Non si è introdotta l’eutanasia, come i più critici hanno sostenuto, ma semplicemente la possibilità, per chi lo voglia, di poter lasciare questa vita senza ulteriore dolore e inutili accanimenti terapeutici. per maggiori informazioni (link)

Questo 25 novembre ci insegna che non è “facile” neppure essere vittime

E’ vero serve un cambiamento culturale che riguarda la società intera, non solo gli uomini violenti. Lo hanno ribadito anche i Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna in occasione dell’ultimo femminicidio avvenuto in ordine di tempo, quello di Budrio. I media, ancora una volta, hanno parlato di uno “scatto d’ira” come causa scatenante dell’omicida, quando, invece, nella stragrande maggioranza dei casi le violenze contro le donne non sono un episodio isolato, ma il frutto di un atteggiamento vessatorio reiterato. In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, le statistiche, sia nazionali che locali, ci ricordano che non stiamo parlando di casi isolati, ma di una vera e propria piaga sociale. Nel 2016, in Italia, sono morte ammazzate 149 donne, 111 di questi delitti sono avvenuti in ambito familiare. Nei primi dieci mesi del 2017, in Emilia-Romagna, sono state 3.139 le donne che hanno subito violenza: una media di 8,6 donne al giorno. Ad oggi nelle strutture regionali sono ospitate 3.506 donne: 1.497 italiane e 821 straniere. La violenza contro le donne, e a maggior …

Per non dimenticare quelle 26 ragazze

Al massimo, un titolo di spalla. 26 ragazze morte, 26 cadaveri di giovanissime tra i 14 e i 18 anni, ma erano nigeriane, viaggiavano sull’ennesimo barcone e, quindi, sembra non scattare l’orrore accorato che la fine prematura di tante giovani vite dovrebbe naturalmente far nascere nelle coscienze. Vince, invece, la paura dell’invasione, il sentimento di accerchiamento, l’incognita di un futuro incerto. Il fenomeno migratorio, l’insicurezza delle periferie, la disillusione verso la politica saranno i grandi temi che accompagneranno le prossime campagne elettorali, peraltro sempre più disertate se le percentuali di voto in Sicilia possono essere un indicatore. Ricette salvifiche non esistono, solo il pragmatismo di una comunità solidale e coesa potrebbe costruire un percorso di azioni, progetti e politiche.

La strage di Lampedusa, memento della necessità di gestire al meglio i rapporti con l’Africa

Sarebbe stata una maglietta intrisa di kerosene e accesa come mezzo di segnalazione a spaventare la massa di eritrei assiepati sull’imbarcazione che, spostandosi improvvisamente, hanno provocato il ribaltamento del mezzo e il tragico naufragio. Morirono in 368, ci vollero giorni ai lampedusani per recuperare dal mare tutti i cadaveri. In 155 furono tratti in salvo. Sono passati quattro anni, da quel 3 ottobre 2013, ma il Paese sembra avere poca voglia di ricordare la strage di Lampedusa. Secondo alcune stime, sarebbero ormai all’incirca 15mila i migranti morti nella traversata del Mediterraneo alla ricerca di un approdo in Europa, soprattutto quella del Nord. Un numero enorme, una strage silenziosa che purtroppo non riscalda le coscienze, già impaurite dalla crisi e propense a leggere la recente ondata di profughi e di richiedenti asilo come una “invasione”. Paura sembra infatti essere la parola chiave. Le incertezze che, nonostante i segnali di timida ripresa, gravano ancora sulle famiglie a quasi dieci anni dall’avvio della crisi globale, pesano nella comprensione e nel governo di un fenomeno che tutti gli analisti …

Non si gioca sul significato delle parole, in particolare a scuola

Un uso volutamente distorto di parole – che hanno significati precisi – per sottendere azioni che contrastano con i principi sanciti dalla Costituzione. Ecco perché ho sottoscritto una interrogazione al ministro dell’Istruzione Fedeli e al ministro dell’Interno Minniti, presentata dai colleghi Piazzoni e Zan, sulla iniziativa denominata “Il bus della libertà”, promossa dall’associazione Generazione Famiglia e dalla fondazione CitizenGo. Questo bus sta facendo tappa nelle principali città italiane e dove si ferma rinfocola polemiche. Perché? Il titolo della campagna è “Basta violenza di genere”, quindi sembra fare apparente riferimento alla violenza contro le donne. Chi non sarebbe d’accordo nel dire “Basta alla violenza contro le donne”?! Ma c’è un sottotitolo che chiarisce il senso della campagna: “I bambini sono maschi. Le bambine sono femmine. La natura non si sceglie. Stop gender nelle scuole!”. Ecco contro chi si muove questa nuova campagna: non contro chi brutalizza una donna – sconosciuta o compagna di vita – bensì contro chi è omossessuale, transessuale o in cerca di una propria identità sessuale. Tutti costoro sono di fatto “fuori”, ostracizzati …