Anno: 2014

"Quelli che hanno saputo resistere e rinascere. Tante eccellenze, manca il quadro d’insieme", di Aldo Cazzullo – Corriere della Sera 31.12.14

Un viaggio in Italia via web, o attraverso i media tradizionali, restituisce l’immagine di un Paese depresso, di pessimo umore, in piena crisi di autostima, giunto quasi al disprezzo di se stesso. Non a caso, il modo più facile per prendere applausi sui social network, nelle conferenze, nei talk-show o al bar è dire che i politici sono tutti ladri, i giornalisti tutti servi, i professionisti tutti evasori fiscali, e gli imprenditori portano tutti i soldi in Svizzera anzi alle Cayman. La comunità nazionale appare irrimediabilmente divisa in categorie, o meglio corporazioni, in perenne guerra civile tra loro, disposte ad appoggiare i cambiamenti a patto che riguardino gli altri. Come scrive giustamente Massimo Gramellini, «è diventato troppo facile, ma anche troppo comodo, raccattare consensi compiacendo la parte più distruttiva e mugugnante di noi stessi. Appena dici che gli italiani fanno schifo, gli italiani ti applaudono, sbellicandosi dal ridere o sparacchiando qualche insulto. Forse si sentono esclusi, a torto, dalla categoria». Viene in mente l’ultimo libro di Francesco Cossiga, un politico che ha senz’altro commesso errori …

"Partiti, istituzioni, Europa la fiducia va a picco cittadini sempre più soli il Papa unica speranza", di Ilvo Diamanti – La Repubblica 30.12.14

Un Paese spaesato. Senza riferimenti. Frustrato dai problemi economici, dall’inefficienza e dalla corruzione politica. Affaticato. E senza troppe illusioni nel futuro. È l’Italia disegnata dalla XVII indagine su “Gli Italiani e lo Stato”, condotta da Demos (per Repubblica). Pare una replica del Rapporto 2013. Se possibile: peggiorata. Tuttavia, c’è una novità: il senso di solitudine. Perché oggi, molto più che nel passato, anche recente, i cittadini si sentono “soli”. Di fronte allo Stato, alle istituzioni, alla politica. Ma anche nel lavoro. E nella stessa comunità. 1. Soli di fronte allo Stato. Valutato con fiducia dal 15% dei cittadini. Metà, rispetto al 2010, 4 punti meno di un anno fa. Un livello basso, ma non molto diverso, ormai, rispetto agli altri governi territoriali. Perché meno del 20% dei cittadini si fida delle Regioni e meno del 30% dei Comuni. Insomma siamo un Paese senza Stato, secondo le tradizioni. Ma abbiamo perduto anche il territorio. Mentre l’Europa appare sempre più lontana, visto che poco più di un italiano su quattro crede nella UE. 2. D’altra parte, gli …

"La scommessa più difficile ritrovare la fiducia nella repubblica", di Ilvo Diamanti – La Repubblica 30.12.14

 La politica nel 2015 non si allontanerà molto dai percorsi del 2014. Certo, ci attendono novità importanti. Anzitutto, un nuovo presidente del Repubblica. E poi, a maggio, le elezioni regionali. Ma difficilmente quelle politiche. (Anche se tutte le elezioni, in Italia, hanno significato “politico”.) Tuttavia, gli elementi di fondo dello scenario difficilmente cambieranno. I partiti: se ne sono andati, ormai, da tempo. Lontani dalla società, dal territorio. E, infine, senza iscritti. Ormai, sono rimasti solo alcuni leader. Soli. Il 2014. È stato l’anno dell’antipolitica. E nel 2015 la scena sarà, probabilmente, la stessa. Affollata di non-partiti o di antipartiti. Di anti-leader. Specializzati nella rottamazione, nell’antagonismo contro ogni altro leader e partito. Sindacato e associazione di categoria. Contro ogni autorità e istituzione. Nazionale e globale e, ovviamente, europea. D’altronde, ormai, non c’è nessuna autorità e istituzione che disponga di consenso, in Italia. Sindaci e governatori, Comuni e Regioni, parlamentari, presidenti. Sindacati e Confindustria. Magistrati. Tutti hanno perduto fiducia tra i cittadini. Sempre più convinti che perfino la democrazia sia un optional. Un lusso. Mentre la Rete è sempre …

"Nella cultura l’Italia fa il pieno di risorse", di Maria Adele Cerizza – Il Sole 24 Ore 29.12.14

Per la sezione “cultura” del programma di fondi europei per le imprese “Europa creativa”, nel 2014 l’Italia è al primo posto in quanto a numero di progetti di cooperazione “piccola scala” finanziati nel 2014 (quattro su 62 inviati) e al secondo posto per il numero di progetti di cooperazione “larga scala” (tre selezionati su 13 inviati) dopo la Francia. Buoni risultati anche nei programmi legati all’innovazione delle Pmi. “Europa creativa” raccoglie gli attuali programmi “Cultura 2007”, “Media 2007” e “Media Mundus” –  giunti al termine della loro operatività il 31 dicembre 2013 – in un unico programma quadro, che comprende un nuovo strumento finanziario per migliorare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese attive nei settori culturali e creativi. Per la sezione cultura l’Italia è al primo posto in quanto a numero di progetti di cooperazione “piccola scala” finanziati nel 2014 (quattro progetti selezionati su 62 inviati) e al secondo posto – insieme a Belgio, Germania e Austria – per il numero di progetti di cooperazione “larga scala” (tre selezionati su 13 inviati) dopo …

"Malala e le sue sorelle il mondo è delle donne ecco le protagoniste della rivoluzione 2014", di Concita De Gregorio – La Repubblica 29.12.14

Questo è stato anche un anno per donne. Perchè c’è stato un premio Nobel ragazzina, perché è stata nominata una signora al governo della “banca” più importante del mondo, perché ci sono tante storie normali diventate eccezionali. Per raccontare questo 2014 abbiamo cercato sui computer le foto e le biografie delle più citate dai media internazionali. Le abbiamo commentate un paio d’ore. Eravamo in viaggio e avevamo molto tempo: è stato un bel modo di passarlo. La lista di 10 nomi che segue è il frutto di una discussione a cui hanno partecipato alcuni adolescenti e due bambini fra cui Elisa, 11 anni. Dovevamo stabilire chi fosse “fonte di ispirazione”, è stato illuminante parlarne con persone di età compresa fra i 10 e i 20 per le quali avere qualcuno a cui ispirarsi non è indispensabile ma è più naturale, a volte. In premessa gli adolescenti hanno a lungo contestato la divisione fra elenchi di uomini e di donne con argomenti sensatissimi che condivido inutilmente. Hanno detto che se parliamo di persone parliamo di persone, …

"Its, 120 nuovi corsi per le superscuole che danno più lavoro", di Alberto Magnani – Il Sole 24 Ore 29.12.14

Se ti specializzi, lavori di più. Il principio diventa regola negli Its, gli Istituti tecnici superiori che rappresentano dal 2010 l’unica alternativa all’università nella formazione terziaria. Per il solo biennio 2014-2016, le 75 fondazioni Its attive in Italia hanno registrato 120 nuovi corsi e più di 2.400 iscritti al primo anno. Un’infornata che rinforza i 232 moduli presentati nel 2013 e le sei aeree dell’offerta formativa: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie per la vita, nuove tecnologie per il made in Italy, tecnologie innovative per i beni e le attività di turismo, tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Ma come funzionano i programmi? Radicati sulla vocazione economica delle regioni, gli Its offrono corsi biennali con impatto diretto sul lavoro. Le 1.800-2mila ore di corso sono occupate per almeno il 30% da uno stage, corsia preferenziale per un tasso di occupazione record: il 65% degli allievi ha trovato lavoro, con picchi del 90% in Veneto e del 100% nel caso dell’Its di Genova. Secondo i diplomati nei primi bienni, gli Its garantiscono quella contaminazione tra formazione e …