Anno: 2008

Per Renata Bergonzoni, a sei mesi dalla scomparsa

«Care Amiche, con profondo rammarico non potrò partecipare all’iniziativa promossa in ricordo di Renata, ma sarò idealmente con voi, nell’onorare la memoria di questa donna, dalla sensibilità e cultura non comuni. Sebbene ci fossimo conosciute appena due anni fa, velocemente approdammo ad una sincera amicizia, avviata dai comuni interessi e cresciuta di reciproca stima e considerazione. Pertanto, la sua scomparsa mi parve e ancora mi pare dolorosamente ingiusta e arbitraria, come sempre accade quando chi ci lascia contribuisce a dare senso all’esistenza. Dal 21 dicembre dello scorso anno siamo quindi più sole, ma ci resta il magistero della sua vita, profusa nell’impegno civile e politico per i diritti delle donne, per una società più equa e inclusiva, per l’affermazione della cultura delle pari opportunità e della valorizzazione delle differenze. Per custodirne il ricordo in modo vitale, come a Lei sarebbe piaciuto, occorre raccoglierne il testimone e portare avanti le battaglie che le furono care, nella consapevolezza che sarà difficile eguagliare la passione, la lucidità di giudizio e la generosità che animavano la sua azione quotidiana. …

«Con la scusa del popolo», di Gad Lerner

LA CACCIA ai rom scatenata in tutta Italia sta cominciando a suscitare disagio, ma non ancora la necessaria rivolta morale. Difficile, soprattutto per dei politici, mettersi contro il popolo. Col rischio di passare per difensori della delinquenza, dei violentatori, dei ladri di bambini. E’ questa, infatti, la percezione passivamente registrata dai mass media: un popolo esasperato, l’ira dei giusti che finalmente anticipa le forze dell’ordine nel necessario repulisti. Ma siamo sicuri che “il popolo” siano quei giovanotti in motorino che incendiano con le molotov gli effetti personali degli zingari fuggiaschi, le donne del quartiere che sputano su bambini impauriti e davanti a una telecamera concedono: “Bruciarli magari no, ma almeno cacciarli via”? Che importa se parlano a nome del popolo i fautori della “derattizzazione” e della “pulizia etnica”, i politici che in campagna elettorale auspicarono “espulsioni di massa”, i ministri che brandiscono perfino la tradizione cattolica per accusare di tradimento parroci e vescovi troppo caritatevoli? La vergogna di Napoli, ma anche di Genova, Pavia e tante altre periferie urbane, non ha atteso l’incitamento dei titoloni …

Rinviati a giudizio Rauti e Zorzi. Un nuovo processo per la strage di piazza della Loggia

Rinvio a giudizio per i presunti organizzatori della strage di piazza della Loggia, avvenuta a Brescia il 28 maggio del 1974. Un attentato mai dimenticato, tra i più gravi della storia del terrorismo, che ha segnato duramente la storia. Anni di piombo in cui morirono tanti innocenti. Ora Delfo Zorzi, Maurizio Tramonte, Carlo Maria Maggi, Pino Rauti, Francesco Delfino, Giovanni Maifredi e Pino Rauti, i sei storici imputati della strage, sono stati tutti rinviati a giudizio e il processo è stato calendarizzato per il 25 novembre. Trentaquattro anni per stabilire colpe e responsabilità nei confronti di una delle pagine più nere e drammatiche dell’Italia degli anni settanta. Un nuovo inizio. L’attentato fu organizzato mentre nella piazza era in corso una manifestazione contro il terrorismo indetta dai sindacati e del Comitato antifascista. L’ordigno fu nascosto dentro un cestino dei rifiuti e l’esplosione provocò la morte di otto persone ferendo altre novantaquattro persone. Ora il rinvio a giudizio stravolge quanto deciso nel corso di questi trentaquattro lunghissimi anni. La prima fase dell’istruttoria portò alla condanna di alcuni …

Botta e risposta tra Di Pietro e Fini: solo una “gaffe” del Presidente?

Le cronache politiche della giornata di ieri – dedicata alla fiducia del Governo Berlusconi quater – hanno riportato la notizia della gaffe compiuta dal Presidente della Camera Fini nei confronti dell’on. Di Pietro. Da parlamentare esprimo un giudizio più severo: sarebbe infatti molto grave se l’episodio fosse foriero dello stile che caratterizzerà la Presidenza di Fini. Di Pietro avvia la sua dichiarazione di voto di sfiducia con riferimento all’offerta ricevuta da Berlusconi nel 1994 di ricoprire la carica di Ministro dell’Interno, prosegue poi alludendo ai trascorsi giudiziari del Presidente del Consiglio. La maggioranza reagisce con proteste sempre più vibranti, mano a mano che Di Pietro procede nel suo intervento, tanto da determinare più interruzioni del discorso (rinvio al resoconto stenografico, che registra le parole pronunciate ma non può tener conto della intonazione delle voci, dell’indistinto rumoreggiare, della lunghezza delle pause, della tempestività delle reazioni). È compito del Presidente della Camera garantire ai deputati di esprimere la propria opinione in Aula, senza che commenti e intemperanze verbali dei colleghi, che siedono sui banchi opposti, ne compromettano …

Una democrazia che funzioni

Dichiarazione di voto sulla fiducia al governo Berlusconi. Intervento del segretario del Partito Democratico Walter Veltroni «Piero Calamandrei, uno dei padri fondatori della nostra Costituzione, scrisse che «il regime parlamentare non è quello dove la maggioranza ha sempre ragione, ma quello dove sempre hanno diritto di essere discusse le ragioni della minoranza», e aggiungeva: «quest’ultima, a sua volta, deve avere rispetto per la legittimità elettorale della maggioranza e la legittimità costituzionale del Governo». Il diritto dell’opposizione e il rispetto della legittimità della maggioranza sono l’anima di una democrazia che funzioni. Questo Parlamento, nel Novecento, ha conosciuto tragicamente un tempo in cui veniva negato il diritto di opporsi. Da allora, al prezzo di sacrifici e di dolore, il nostro Paese ha fatto davvero molta strada e in questi mesi credo abbia accelerato la sua corsa verso la possibilità di essere una salda e ben funzionante democrazia europea. Rivendico al Partito Democratico il merito di aver introdotto ragioni profonde di discontinuità, rispetto ad un Paese che soffriva di una duplice e grave malattia: l’esasperata frammentazione politica e …

Per Moro, di Alberto Melloni

Per gentile concessione dell’autore, professor Alberto Melloni – docente di Storia contemporanea presso l’Università di Modena e Reggio – pubblichiamo la traccia dell’intervento tenuto a Modena il 10 maggio scorso, in occasione della commemorazione del “Giorno della memoria per le vittime del terrorismo”, promossa dalla Provincia di Modena. Si tratta di un testo importante e utile per comprendere come la strategia della tensione, la lotta armata dei terroristi e, infine, il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro abbiano segnato profondamente le vicende italiane, tanto da dirottarne gli esiti verso approdi inediti (rispetto a quelli previsti dai protagonisti di allora, come Moro stesso e Berlinguer) e di cui ancora oggi portiamo le conseguenze. Melloni pone al centro del proprio discorso – che non è meramente storiografico – il lungimirante disegno politico e la figura di Moro, cioè della “vittima” per eccellenza di quella stagione, il cui  pensiero, negli ultimi trentanni, è stato sovrastato sia dalle parole dei carnefici, sovente intervistati e spesso autori di memorie, sia dalla pelosa curiosità per l’aspetto “noir” del sequestro, del quale …

Giuseppe Pizza nominato sottosegretario all’Istruzione, Università e Ricerca

Dopo la nomina di Mariastella Gelmini a Ministro (ma di professione avvocato), ci si sarebbe aspettata quella di sottosegretari dal profilo tecnico (e non puramento politico), stante le sfide che attendono il sistema scolastico e quello universitario e in considerazione del loro ruolo strategico per lo sviluppo del Paese. Da poche ore è sottosegretario Giuseppe Pizza: da Wikipedia pubblichiamo la sua biografia e, a meno di vistose lacune da parte dei compilatori della voce enciclopedica, una domanda sorge spontanea: ma che c’azzecca con Istruzione, Università e Ricerca? «Giuseppe Pizza e’ nato a Sant’Eufemia d’Aspromonte il 21 dicembre del 1947. Ha svolto fin da giovane attivita’ politica all’interno della Democrazia cristiana storica: e’ stato delegato nazionale del movimento giovanile dal 1969 al 1975, e’ stato componente della direzione nazionale e della giunta esecutiva con le segreterie politiche rette da Arnaldo Forlani prima e da Amintore Fanfani poi. È giornalista pubblicista. In seguito alla fine dell’esperienza politica della Dc, nel 1994, e’ stato tra quelli che hanno portato avanti, seguendo l’iniziativa di Flaminio Piccoli, il movimento politico …