"Statali flessibili e co.co.pro, migliaia i contratti a rischio", di Luca Cifoni
È un esercito difficile da contare, ma che secondo le stime più recenti potrebbe arrivare a 130.000 persone. Sono i precari della pubblica amministrazione, uomini e donne che lavorano negli uffici pubblici, nelle questure, negli ospedali, negli enti locali. Tra un anno di questi tempi potrebbero essere molti di meno, forse addirittura la metà. Sta infatti iniziando a produrre i suoi effetti una delle norme sul pubblico impiego contenute nella manovra della scorsa estate: provvedimento che oltre a bloccare i rinnovi contrattuali, e a congelare per tre anni le retribuzioni di tutti i dipendenti pubblici, richiede alle amministrazioni di dimezzare nel 2011 la spesa per tutte le forme di lavoro flessibile. Si parla quindi di contratti a tempo determinato, collaborazioni coordinate e continuative, contratti di formazione, lavoro somministrato (cioè in affitto) o accessorio. I lavoratori flessibili del settore pubblico seguirebbero quindi la sorte dei loro colleghi privati che, privi di ammortizzatori e protezioni, sono stati i primi a cadere sotto i colpi della recessione del 2008-2009. Il dimezzamento per legge è l’ultima svolta in una …
