Anno: 2010

"Cinque? No, uno per mille", di Andrea Olivero

Da oggi possiamo chiamarlo “Uno per mille”. Come temevamo, al senato non è stato presentato nessun emendamento alla legge di stabilità, malgrado le promesse e le rassicurazioni. Il fondo stanziato per quello che fu il 5 per mille passa da 400 a 100 milioni, con una riduzione del 75% delle risorse, pari all’1,25 per mille. Praticamente, un’elemosina. Le residue speranze per il reintegro dei fondi sottratti sono affidate – ed è tutto dire – alla tenuta del governo, che il 14 dicembre chiederà la fiducia nei due rami del parlamento. L’ultima spiaggia per il recupero delle risorse è infatti rappresentata dal decreto “Milleproroghe” di fine anno. Ma già si parla di uno slittamento alla prossima primavera. E intanto, le oltre 30mila organizzazioni sociali che hanno raccolto in questi anni la fiducia di più di 15 milioni di contribuenti, dovranno ridimensionare le loro attività – in tempo di crisi e dunque di maggiori bisogni – perché non si può progettare e pianificare sulle promesse, ci vogliono certezze e stabilità. Il 5 per mille poi, anzi l’1 …

"Niente fondi alla maratona tanto vincono sempre i neri", di Filippo Tosatto

Padova, nuovo caso di razzismo dopo i rom. Polemica sul consigliere leghista. «Smettiamola di finanziare con soldi pubblici la Maratona del Santo, tanto vincono sempre africani ed extracomunitari in mutande». Al consigliere provinciale della Lega Pietro Giovannoni non va proprio giù il predominio del continente nero nella manifestazione sportiva di Padova ma le sue parole, pronunciate durante la discussione in Provincia sul tracciato della gara, hanno suscitato un vespaio anche alla luce delle invettive contro i rom scagliate, appena 24 ore prima via Facebook, da un altro politico padovano vicino al Pdl, il consigliere comunale Vittorio Aliprandi. Giovannoni, imprenditore titolare di un´azienda dolciaria, nega di essere razzista – «Gli atleti di colore costano di più, ecco il problema. So di cosa parlo, ho organizzato la Stramilano e la StraBelluno» – ma non è nuovo a provocazioni pesanti: mesi fa, commentando una mozione contro l´omofobia, parlò di «culattoni e lesbiche», giustificando l´espressione volgare col fatto che «in Veneto si dice così». Tant´è, le reazioni non si sono fatte attendere. «Nel centrodestra è in corso una sfida …

Chiusura Camera il Pd: "Occupiamola"

Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ed il presidente del gruppo parlamentare della Camera, Dario Franceschini, hanno scritto oggi una lettera ai deputati del Pd per criticare la decisione di sospendere i lavori parlamentari imposta dalla maggioranza di centrodestra e per chiedere loro di far sentire la voce del Pd nel paese. “Cari colleghi- scrivono Bersani e Franceschini- l’inusitata decisione di sospendere i lavori della Camera in attesa della discussione sulla fiducia al governo e’ molto grave e assolutamente indicativa di come questa maggioranza di destra consideri il ruolo del Parlamento”. Momento delicato. “Tutti noi- aggiungono- abbiamo cercato di contrastare questa scelta. In giorni decisivi, in un momento cosi’ delicato dal punto di vista economico e sociale, e con importantissime scadenze europee, sarebbe stato doveroso continuare l’attivita’ del Parlamento”. “Ciascuno nei propri territori, puo’ tuttavia svolgere un ruolo importante in questi giorni, mobilitando i nostri iscritti, i simpatizzanti, i cittadini per spiegare le nostre ragioni e preparare nel modo migliore la manifestazione che il Pd ha indetto per l’11 dicembre in piazza San Giovanni, …

"Gli arditi del premier", di Massimo Giannini

Mancava ancora qualcosa, al processo di decomposizione del berlusconismo. L´irridente «me ne frego», che gli arditi del Pdl sbattono in faccia alle regole, alle istituzioni, alla Costituzione. Ebbene, grazie a Denis Verdini, pluri-inquisito coordinatore del Popolo della Libertà, è arrivato anche questo. «Ce ne freghiamo», annuncia il plenipotenziario berlusconiano. Se ne fregano delle prerogative del Presidente della Repubblica, al quale la Carta del ´48 assegna compiti precisi nella gestione della crisi di governo. Le conoscono, queste prerogative. I falangisti del Cavaliere sanno che la nostra, ancorché malridotta, è ancora una Repubblica parlamentare, dove le maggioranze nascono, muoiono e si modificano in Parlamento. Sanno che i parlamentari non hanno vincolo di mandato. Sanno che in presenza di una crisi di governo il capo dello Stato ha il dovere di verificare se esiste un´altra maggioranza. Sanno che in caso affermativo ha il dovere di affidare l´incarico di formare un nuovo governo a chi la rappresenta. Sanno tutto questo. Ma appunto: se ne fregano. Perché per loro, come si conviene a un populismo tecnicamente totalitario, la «ragion politica» …

"Marchionne gioca al gatto col topo", di Raffaella Casciolo

Ci risiamo. È ancora una volta la Fiat formato Marchionne quella che ieri ha fatto saltare il banco in quell’eterno gioco tra gatto e topo. Stavolta Marchionne ha finalmente calato la maschera: Fiat utilizza i tavoli con i sindacati per scardinare il contratto nazionale e portarsi nei fatti fuori da Confindustria. Ad essere saltato stavolta è il tavolo (l’ennesimo tavolo Fiat) sul piano Mirafiori visto che l’azienda, mentre l’intesa era in dirittura d’arrivo, ha parlato di trattativa finita (e fallita). E, purtroppo, in tempo di crisi economica e di lavoro, quella che per Fiat è la fine della trattativa, per i sindacati – o meglio per una parte di questi – è solo una sospensiva. Una pausa di riflessione. Una nuova convocazione sarebbe attesa per la prossima settimana, sebbene al Lingotto non si sa se e quando riprenderanno gli incontri. E, certo, non contribuisce all’intesa né l’intransigenza Fiat su quello che potrebbe essere un accordo di compromesso né tanto meno il clima politico da fine legislatura che pure rende per molti versi improcrastinabile un’intesa. Anche …

"La scuola si regge sui soldi delle famiglie E il ministero? Manda lavagne multimediali", di Rosaria Amato

Oltre la metà dei genitori versa un ‘contributo volontario’ ancora maggiore dell’anno scorso che va in media dai 16,4 euro della scuola d’infanzia agli 80 euro delle scuole medie superiori, ma si può arrivare fino ai 260 euro. La metà delle scuole italiane non riesce a fare a meno dei contributi ‘volontari’ dei genitori, e nel 13,6% degli istituti gli stessi genitori si sono rassegnati a fare di tutto, dalla ritinteggiatura delle pareti alle riparazioni di mobiletti e materiale didattico. E il ministero si affanna a mandare lavagne multimediali. E’ lo sconfortante panorama delle strutture dell’istruzione che traccia il Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2010 del Censis. Tra le oltre 1000 scuole interpellate l’84,9% ha risposto di avere a disposizione le lavagne interattive quasi sempre finanziate dal ministero (91,4%), che solo nello 0,2% dei casi si preoccupa di verificare che ci sia una connessione a Internet. Ma, appunto, il ministero non appare di manica altrettanto larga quando si tratta di sopperire alle richieste delle scuole in materia di “adeguamento della strumentazione e degli ambienti …