Anno: 2010

"La fuga dei talenti che non sognano più di tornare in patria", di Giacomo Galeazzi

Un milione di emigrati dal 2006: per 3 su 4 scelta definitiva Italia paese di emigranti: cresce il numero degli gli italiani, soprattutto laureati, che nel 2010 vivono e lavorano all’estero (113mila in più rispetto al 2009). Negli ultimi quattro anni un milione di italiani ha lasciato il Paese, documenta il rapporto di Migrantes, la fondazione della Cei che si occupa di politiche migratorie e di cooperazione. Attualmente i connazionali all’estero sono oltre 4 milioni, il 6,7% dei residenti in Italia. L’aumento è di quasi un milione rispetto al 2006: i più vivono in Europa (55,3%) e America (39,3%). Il quinto «Rapporto Italiani nel mondo 2010» fotografa in cinquecento pagine la «grande fuga» dalla madre patria. Attualmente gli iscritti all’anagrafe degli italiani all’estero sono 4.028.370, cioè tanti quanti sono gli immigrati nel nostro Paese. Tra gli italiani residenti all’estero più della metà non è sposato, quasi la metà è costituita da donne, più di un terzo è nato all’estero, mentre 121mila si sono iscritti all’anagrafe dopo aver ottenuto la cittadinanza. I minorenni sono un sesto …

"La riforma Gelmini va in soffitta. Voto dopo la fiducia. Chissà", di Alessandra Rubenni

«Se Berlusconi e il suo governo non avranno la fiducia, allora non se ne discuterà più». Anna Finocchiaro esce vittoriosa dalla riunione dei capigruppo in Senato, dove alla fine di una dura battaglia è stata l’opposizione a spuntarla. Il voto di Palazzo Madama sulla riforma dell’università – già fatta passare alla Camera mentre le proteste degli studenti paralizzavano l’Italia intera – slitta a dopo il voto di (s)fiducia. Un posticipo che fa tremare forte il testo Gelmini, seppure non è detta l’ultima parola. Perché, nel caso in cui il centrodestra trovasse i numeri per sopravvivere alla data fatidica del 14 dicembre, Futuro e Libertà potrebbe contribuire in modo determinante all’approvazione della riforma. La calendarizzazione del ddl ci sarà dopo il 14, «ammesso che il governo sia ancora nelle sue funzioni », ha annunciato la presidente dei senatori Pd, che subito dopo il voto alla Camera aveva lanciato l’aut aut al governo, chiedendo il rinvio del voto al Senato sul decreto Gelmini, pena il venir meno dell’accordo per arrivare al varo della legge di stabilità nei …

"La discussione al Senato della riforma universitaria avverrà dopo il voto di fiducia al Governo", della Rete29Aprile

La Rete29Aprile accoglie con grande soddisfazione una notizia che arriva dopo una delle mobilitazioni piu ampie degli ultimi dieci anni, una mobilitazione su scala nazionale che ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica su un tema cardine del futuro del paese: l’Università Da mesi la R29A denuncia l’inadeguatezza della riforma nell’affrontare i problemi dell’università, una riforma di slogan che nei fatti tradisce tutti i dichiarati buoni propositi dalla valorizzazione del merito alla lotta ai baroni alla semplificazione dei percorsi di carriera. Il lavoro dei mesi addietro che ha portato la R29A non solo a criticare il DDL, ma anche a fornire proposte vere di riforma e richieste non corporative, è risultato nell’aggregazione attorno al tetto romano di architettura dei movimenti di studenti, professori, precari e del mondo della cultura che insieme hanno denunciato e criticato la politica di chiusura del governo nello spingere verso una approvazione a tappe forzate. Il rinvio non puo quindi non essere letto in relazione al lavoro della R29A cui si sono affiancati studenti precari e professori nella mobilitazione conseguente di questi giorni; …

"Fare passato", di Maurizio Ferraris

Commentando le manifestazioni contro la riforma dell’ università, il premier ha detto che i veri studenti se ne stanno a casa e studiano, a ssumendo non a torto che in Italia, per mancanza di fondi, è difficile trovare delle biblioteche e dei laboratori. Non sappiamo quali libri leggano quelli che sono stati a casa, di sicuro sappiamo quali libri leggono quelli che a casa non ci sono stati, e che (sempre secondo l’ interpretazione del premier) farebbero parte dei centri sociali. Potrebbero essere un elenco di Vieni via con me. Il catalogo è questo, ovviamente senza alcuna pretesa di completezza: il Decamerone di Boccaccio, Pasolini, la Costituzione italiana, il Satyricon di Petronio, il Piccolo principe di Saint-Exupéry, L’ isola di Arturo di Elsa Morante, Una donna spezzata della De Beauvoir, Tropico del cancro di Miller, Don Chisciotte di Cervantes, Cent’ anni di solitudine di Márquez, La Repubblica di Platone, Moby Dick di Melville e Gomorra di Saviano. Il canone può forse sorprendere: molti classici, alcuni libri d’ affezione tipicamente giovanile, come Il Piccolo principe, e, …

"Il PD blocca la Gelmini al Senato", di Walter Tocci

Si è appena conclusa la conferenza dei capigruppo che ha respinto la richiesta della Gelmini di discutere il suo ddl prima della mozione di sfiducia a Berlusconi. L’iniziativa del Pd è stata portata al successo da Anna Finocchiaro capogruppo dei senatori. Ecco la sua dichiarazione all’uscita dalla riunione: “Lo slittamento della discussione sul ddl Gelmini è una nostra vittoria. E’ stata una capigruppo molto complicata e molto dura però alla fine siamo riusciti a ottenere la calendarizzazione del provvedimento dopo il voto di fiducia. Se il presidente Berlusconi e il suo governo non avranno la fiducia allora non se ne discuterà più”. Nelle ultime ore la Gelmini ha tentato nuovamente di mettere l’università sotto ricatto. Ha raccontato le solite balle prontamente rilanciate dall’establishment mediatico-accademico. Secondo la nota del ministero senza l’approvazione della legge si perderebbero i fondi per i concorsi da associato. E’ falso, poiché quei fondi sono già stanziati nella legge di stabilità che verrà approvata la prossima settimana. Come si ricorderà, questo fu il risultato della nostra battaglia ai primi di ottobre, quando …

Il 5 per mille dopo la fiducia? "Una promessa scritta sull'acqua", di Rosaria Amato

Esclusa in via definitiva la possibilità di reintegrare il 75% dei fondi nell’ambito del ddl stabilità, pare sfumare anche la possibilità di sfruttare il Milleproroghe. E il mondo del volontariato non nasconde la propria delusione: “Tremonti ci ha presi in giro” . Il 5 per mille dopo la fiducia? “Una promessa scritta sull’acqua”. La decisione di chiudere la Camera dei deputati fino al 13 dicembre, vigilia del voto di sulla fiducia al governo, pone la pietra tombale sulla possibilità di reintegrare i fondi del 5 per mille. La denuncia viene dall’opposizione e dalle associazioni di volontariato, alle quali era stato garantito il ritorno dei contributi, decurtati del 75 per cento dalla legge di stabilità. In fondo i tempi tecnici c’erano, bastava far tornare alla svelta la Finanziaria alla Camera e approvarla con le modifiche. Ma già domenica il relatore al Senato, Paolo Tancredi, ha tagliato corto: nessun tema aperto, neanche quello del 5 per mille, “anche perché nell’attuale situazione sarebbe spericolato tornare il 9 o il 10 dicembre alla Camera”. Le parole di Fini. Intanto, …

PD, Meloni: Governo di irresponsabili, dopo la sfiducia restituire futuro alla conoscenza

Solo un governo di irresponsabili poteva costringere il Parlamento al tour de force al quale abbiamo assistito nelle settimane scorse, senza alcuna disponibilità al confronto con l’opposizione parlamentare e con quanti, nel Paese, chiedevano solo attenzione al futuro della ricerca e al destino degli studenti e del loro diritto a studiare. Ma le minacce e i ricatti con i quali fino all’ultimo un governo moribondo ha voluto costringere il Parlamento e il mondo universitario ad accettare una riforma sbagliata hanno dimostrato di non avere il fiato per superare il traguardo. Sia chiaro, ciò che avrebbe bloccato la vita degli atenei e i concorsi universitari sarebbero stati i molti mesi necessari per attuare le cervellotiche norme del DDL, in assenza della minima stabilità politica. Con buona pace della Gelmini, novella Dorando Petri della politica italiana, e dei profeti del “meglio è nemico del bene”, dopo il voto di sfiducia che manderà a casa il governo più incapace degli ultimi 150 anni, potremo finalmente dare alla ricerca e all’università regole e prospettive che aprano l’Italia alla fiducia …