«La cultura? Appartiene a tutti», intervista ad Ascanio Celestini di Francesca De Sanctis
Parla il regista e attore «La produzione culturale deve essere pubblica, per questo servono i finanziamenti. Solo così sarà davvero libera. La cultura chiude per sciopero. E allora tutti in piazza: registi, attori, ballerini, musicisti… «Manifestare è un atto rituale spiega Ascanio Celestini È chiaro che se il mondo dello spettacolo protesta per un giorno non è come se si fermassero gli operai: loro sì stopperebbero la macchina. Ma è importantissimo che si riapra tutta la questione legata al Fus, alla legge dello spettacolo dal vivo… Per questo bisogna esserci, farsi sentire». Ascanio, qual è il problema più urgente da affrontare? «Soprattutto con l’ultimo governo anche se in realtà il percorso è molto più lungo la produzione culturale è considerata sempre più superflua. Ma perché fare film, perché fare teatro? È un pregiudizio che in fondo c’è da sempre per chi fa spettacolo. Eppure gli investimenti culturali, in Italia, sarebbero gli unici davvero sensati. Bisogna investire nella cultura, ecco cosa bisogna fare. Mentre una macchina o dei calzini puoi farli fabbricare in Cina o nei …
