«La strage di Brescia, mia madre e la verità». Il racconto di Alfredo Bazoli, di Antonio Quaglio
«Né verità né giustizia? No, ora la verità, la verità storica c’è». Alfredo Bazoli alterna amarezza personale e speranza civile, parlando con Il Sole 24 Ore all’indomani della sentenza della Corte d’Assise di Brescia sulla strage di Piazza della Loggia. Dopo 36 anni nessuna condanna: né per Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte e Delfo Zorzi, gli attivisti di Ordine nuovo per i quali il pm aveva chiesto l’ergastolo; né per l’ex generale dei carabinieri Francesco Delfino, accusato di concorso, né per Pino Rauti, padre storico del movimentismo neo-fascista. Articolo 530, comma 2 del codice di procedura penale: formula dubitativa. Il 28 maggio del 1974 la bomba “nera” falciò – assieme ad altre sette – la vita di Giulietta Banzi Bazoli, 34 anni. Era la mamma di Alfredo (che allora aveva quattro anni), Guido (sei) e Beatrice (otto e mezzo). Era un’insegnante di francese al liceo classico «Arnaldo», nel cuore di Brescia. Era la figlia di un dinastia imprenditoriale, un nome nella borghesia cittadina fin dall’inizio del ‘900. Non per caso era la moglie di Luigi …
