Anno: 2011

"ll compromesso fa tutti felici ma il premier esce indebolito", di Marcello Sorgi

La scelta di Ignazio Visco come nuovo governatore di Bankitalia chiude con un compromesso una vicenda trascinatasi oltre ogni limite di tollerabilità. Come vicedirettore generale, Visco rappresenta infatti la candidatura interna a lungo invocata da via Nazionale e sostenuta cautamente dal Quirinale, e inoltre scontenta simmetricamente sia Berlusconi che Tremonti, il primo attestato ieri sul nome di Lorenzo Bini Smaghi, il membro del direttorio della Bce di cui Sarkozy chiede in modo sempre più pressante le dimissioni, per far posto a un francese dopo l’uscita dal vertice di Trichet, e il secondo sdraiato sul nome del direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli. La terna di cui per mesi s’era detto che era composta da candidati ultraqualificati, che avrebbero comunque consentito una scelta serena, e stata scartata in blocco. A ciascuno dei tre ha nociuto apparire come il prescelto di uno degli attori in campo: Saccomanni di Draghi, e per questo avversato da Tremonti, Bini Smaghi di Berlusconi e Letta, contro il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia, che ieri tra l’altro ha stigmatizzato ufficialmente …

"La ferocia e la catarsi" di Bernardo Valli

Con la morte di Muammar Gheddafi finisce un incubo. Non costituiva più una minaccia. Il potere era ormai in mano agli insorti, ma l´idea che la “guida”, onnipotente per quarantadue anni, si potesse aggirare ancora nel Paese con i suoi fedeli, armato e pieno di progetti tendenti a mettere a ferro e a fuoco Tripoli, Bengasi, Tobruk, creava angoscia, alimentava le voci sui presunti nascondigli. Si diceva che il raìs vivesse in un bunker, nel cuore della capitale, sotto i piedi dei manifestanti che lo dileggiavano o lo maledicevano. E a un certo punto sarebbe spuntato fuori pronto a punire gli insolenti, che l´avevano applaudito per decenni. Altri lo immaginavano al sicuro, con i suoi petrodollari, in qualche paese africano. O nel deserto. Altri giuravano che l´onore beduino, l´orgoglio tribale, lo costringesse a restare con i suoi. A morire con loro. Avevano ragione. La mancata cattura di Gheddafi ritardava l´installazione definitiva dei nuovi governanti a Tripoli. Alcuni di loro restavano a Bengasi come se la capitale, con Gheddafi in libertà, fosse insicura. E così avanzava …

"Il diritto di cittadinanza è segno di un Paese civile"

Avviata sabato 22 e domenica 23 ottobre, la raccolta firme a sostegno delle due proposte di legge del PD di iniziativa popolare, per riformare la norma sulla cittadinanza e introdurre il diritto di voto amministrativo agli stranieri residenti in Italia.Questo fine settimana, sabato 22 e domenica 23 ottobre, il Forum immigrazione del PD sarà in diverse piazze italiane per raccogliere le firme a sostegno delle due proposte di legge di iniziativa popolare per riformare la norma sulla cittadinanza e introdurre il diritto di voto amministrativo agli stranieri residenti in Italia. “E’ un segno di giustizia riconoscere a chi vive regolarmente nel nostro Paese questi diritti, che sono alla base di un Stato inclusivo e civile”, ha dichiarato Livia Turco, annunciando la mobilitazione del PD a sostegno della campagna “l’Italia sono anch’io”, campagna di iniziativa popolare che vuole portare in Parlamento la modifica della legge sulla cittadinanza e quella sulla partecipazione politica, passo decisivo per costruire un Paese effettivamente inclusivo, in cui giustizia, rispetto delle regole e riconoscimento dei diritti ritornino ad essere le parole d’ordine”. …

Università, Pd: con regolamento Gelmini stipendi prof sganciati da dirigenti dello Stato

Ghizzoni: ancora una norma che penalizza retribuzioni docenti e ricercatori. “Con il regolamento sul trattamento economico dei professori e dei ricercatori universitari all’esame della commissione Cultura della Camera, il Governo sgancia definitivamente la retribuzione dei professori universitari da quella dei dirigenti generale di livello A dello Stato. Si tratta di una decisione grave che dimostra la volontà del Governo, del ministro Gelmini in primis, di colpire i docenti e i ricercatori universitari”. Lo dichiara la capogruppo del Pd nella VII commissione di Montecitorio, Manuela Ghizzoni che sottolinea come “questo intervento deve essere valutato tenendo conto del blocco degli scatti stipendiali e del fatto che la riforma universitaria del ministro Gelmini prevede la mancata ricostruzione di carriera e la trasformazione degli scatti di carriera da biennali a triennali. Siamo al depauperamento delle retribuzioni dei docenti e ricercatori universitari”, conclude Ghizzoni.

Bruxelles boccia il Ponte sullo Stretto «Non è una priorità», di Pino Stoppon

Il Ponte sullo Stretto non è una priorità per l’Europa. Bruxelles non l’ha inserito tra i progetti prioritari per l’Europa. 31,7 miliardi di euro da utilizzare per 15 opere tra le quali la Napoli-Bari. Il Ponte di Messina non è una priopriorità per l’Europa. La Commissione Ue, che ha dato il via libera alla proposta di regolamento, non l’ha inserita tra i progetti nel quadro delle grandi reti transeuropee per il periodo 2014-2020. Nella lista figurano i collegamenti ferroviari Napoli-Bari, Napoli-Reggio e Messina-Palermo, ma non il ponte sullo Stretto. Il piano Ue prevede fondi per circa 31,7 miliardi di euro. Per l’Italia il piano prevede oltre 15 opere infrastrutturali. Le principali novità riguardano l’inserimento nel corridoio Baltico-Adriatico dei collegamenti ferroviari e delle piattaforme multimodali di Udine, Venezia e Ravenna, nonché dei porti della stessa Ravenna, di Trieste e di Venezia. Al Nord confermata poi la priorità assegnata alla Torino-Lione, al tunnel del Brennero e al collegamento ferroviario Genova-Milano-Svizzera. Nel Mezzogiorno, al potenziamento della ferrovia Napoli-Reggio Calabria è stata affiancata la priorità assegnata anche ai lavorida …

"L’onda antipolitica della Fiat passa dagli spot della Panda", di Francesco Cundari

La lingua italiana contiene un’espressione preziosa per capire cosa sta succedendo: «Giocare allo sfascio». Perché spaccare tutto può essere anche un gioco, con le sue regole e i suoi principi. Un modo di giocare allo sfascio è quello di Silvio Berlusconi, per ragioni talmente evidenti e talmente note che non c’è bisogno di ripeterle. Un altro, forse meno indagato, è invece il modo di Sergio Marchionne, riuscito ieri in un piccolo capolavoro retorico: quello di mostrarsi ugualmente sprezzante, nello stesso discorso, con la presidente di Confindustria, con i lavoratori in sciopero ad Atene e con i manifestanti di Roma. «Lo abbiamo visto con gli scioperi in Grecia per due giorni, sono cose che non risolveranno niente – ha detto il manager – scioperare, protestare non serve a niente». E nella stessa occasione ha aggiunto: «Non chiedetemi nemmeno di esprimere, per quanto riguarda la Fiat, un’opinione sulla ex presidente di Confindustria». Non si trattava di una battuta fuori tema. Giusto ieri, infatti, Emma Marcegaglia rispondeva con una lettera sul Corriere della Sera alle accuse del professor …

"Come diceva D’Alema tre anni fa…", di Stefano Menichini

A chi nel Pd offriva letture negative del voto in Molise, Massimo D’Alema ha risposto in maniera secca: dicano quello che vogliono, io presiedo una Fondazione e faccio analisi. Intendeva dire che la sua valutazione positiva era fondata su dati oggettivi, non sulle opportunità dello scontro politico interno. D’Alema ha ragione: presiede Italianieuropei, che è un luogo dove si svolgono studi seri. Talmente seri, che è proprio da una di queste analisi di Italianieuropei – una delle più ampie, articolate e approfondite svolte in tempi recenti – che muove da qualche anno l’intero impegno di Europa per tenere ancorato il Pd al progetto e alle ambizioni originarie, contro i pericoli di riflusso, di ripiegamento, e in sostanza di rassegnazione alla ineluttabilità delle attuali percentuali elettorali. Era il 14 maggio 2008 e Berlusconi aveva da poco vinto le elezioni. Il gruppo dirigente del Pd venne chiamato da D’Alema in piazza Farnese per ascoltare dai più validi analisti alcune ragioni profonde del voto: non solo i flussi, ma la qualità e le motivazioni del comportamento elettorale degli …