Anno: 2011

"La diseguaglianza insopportabile", di Nadia Urbinati

Che cosa vogliono le migliaia di cittadini che da quasi un mese manifestano davanti a Wall Street sollevando un´ondata di protesta che interessa ormai le maggiori città americane?Come leggere questo movimento variegato che non ha leadership, non ha scopi definiti, non si lascia facilmente rubricare da un´etichetta di partito? Ha certo ottenuto l´adesione di alcuni importanti sindacati; ma non è per nulla inquadrabile in un´organizzazione gerarchica e poco inclusiva come il sindacato. Ha certo ottenuto l´adesione di alcuni esponenti democratici di prestigio (e la buona menzione del presidente Obama); ma è critico nei confronti di un partito che non ha dimostrato coraggio di fronte ai repubblicani e attenzione all´impoverimento della società americana. Ma, nonostante questi distinguo rispetto alla politica organizzata, i cittadini che manifestano non sono “mob”, non sono una massa arrabbiata di americani invidiosi dei loro pochi ricchi concittadini, come gridano i repubblicani di “FoxNews”. E non sono neppure una pericolosa espressione di populismo anarchico, teste calde che vogliono, ancora secondo le accuse repubblicane, dividere l´America con la lotta di classe. In effetti la …

"Balletto di viltà politica", di Luigi La Spina

La liturgia della crisi ha compiuto un altro importante passo, ma non è detto che sia arrivata all’ultimo. E’ possibile che il nuovo ricorso di Berlusconi al voto di fiducia, col voto palese della Camera, consenta domani il prolungamento di un’agonia che ormai contrasta, in maniera insopportabile, con l’urgente necessità di una forte guida del Paese. Un governo che aiuti l’Italia a superare uno dei momenti più difficili della sua storia repubblicana. Capace di imporre decisioni certamente impopolari, ma che abbia la credibilità e l’autorevolezza di farle accettare, sia dalle autorità finanziarie europee, sia dai mercati internazionali. Certo, i due comunicati con i quali il Presidente della Repubblica ha espresso la sua grave preoccupazione per le conseguenze della bocciatura sul rendiconto del bilancio dello Stato impediscono, da un lato, scappatoie tecnico-procedurali e, dall’altro, costringono tutti ad assumersi responsabilità politiche finalmente chiare. Napolitano, infatti, col primo, ha chiesto al governo di non limitarsi a esibire una maggioranza numerica alla Camera, ma a dimostrare di essere in grado di fornire «risposte credibili» alle esigenze del Paese. Col …

"Lo strappo alle regole e la lezione del Colle", di Claudio Tito

Nel declino inarrestabile di questo governo e del berlusconismo, c´è un elemento immutabile: la violazione da parte del premier delle regole di convivenza politica e il disinteresse per le norme che disciplinano i lavori del Parlamento e dell´esecutivo.Una evidente débâcle della sua maggioranza viene così derubricata a incidente tecnico. Una tragedia che si trasforma in farsa. Eppure si tratta di una bocciatura esplicita su una legge considerata fondamentale per l´attività governativa. Un provvedimento che viene elaborato e presentato da un ministero centrale come quello dell´Economia. E che definisce il bilancio dello Stato. La superficialità con cui il centrodestra ha affrontato una vicenda delicata e imbarazzante per il Paese, ha costretto il presidente della Repubblica ad assumersi la responsabilità di non far precipitare ulteriormente l´immagine del Paese. Anche e soprattutto dinanzi ad una crisi economica e a una pressione dei mercati finanziari che stanno mettendo alle corde i nostri conti pubblici. Un fisiologico svolgimento del confronto parlamentare, avrebbe imposto le dimissioni del premier. Ma Berlusconi è al di fuori della normalità democratica. Come la sua maggioranza …

"L’opposto dell’Aventino", di Stefano Menichini

Voltare le spalle, anche fisicamente, a questo governo. Lasciare Berlusconi solo, a declamare la terza edizione di un discorso programmatico che tre anni fa in apertura di legislatura suonò sorprendente e perfino promettente, e oggi suona vuoto, insultante, un’umiliazione per chi lo pronuncerà, per chi lo applaudirà senza credere a una sola parola, e per chi dovrebbe essere costretto ad ascoltarlo come fosse un serio passaggio politico in un parlamento serio. Cosa che non è. Allora ottima scelta andarsene dall’aula di Montecitorio. Ottimo farlo tutti insieme, le opposizioni che sono già nei fatti e nella sostanza un’ampia maggioranza del paese, e che speriamo siano e si sentano già pronte a governarlo sia quanto a idee che quanto a perimetro politico. L’Aventino? Ma di quale Aventino parlano mezze figure come questo Reguzzoni, uno che gli stessi leghisti se ne liberebbero a calci se solo fossero quegli uomini liberi che dicono? Qui è l’esatto contrario. È l’opposto dell’Aventino del ’24. Perché conosciamo quella storia. I deputati che seguirono Turati e gli altri nella secessione parlamentare erano destinati …

Opposizioni unite: “Usciremo dall’Aula per il discorso del premier”

Bersani: “Quella di domani non è una fiducia ordinaria e la situazione non può rimanere come è stata finora”. Le opposizioni unite usciranno dall’Aula durante le comunicazioni del premier mentre rientreranno venerdì per esprimere il loro NO al voto di fiduciam”Quella di domani non è una fiducia ordinaria e la situazione non può rimanere come è stata finora”. Lo ha detto il segretario del PD, Pier Luigi Bersani al termine della riunione del gruppo del PD parlando della nuova richiesta di fiducia da parte del governo Berlusconi arrivato in maniera inequivocabile al suo capolinea dopo la sonora bocciatura sul rendiconto generale dello Stato. “La situazione non può rimanere come è stata finora. Lasciamo Berlusconi da solo quando parla”, ha ribadito il leader dei democratici avanzando una proposta comune per tutte le opposizioni parlamentari. E infatti le opposizioni terranno una linea comune: usciranno dall’aula durante le comunicazioni del premier mentre rientreranno venerdì per esprimere il loro NO al voto di fiducia. Un segnale forte, quello voluto dal PD, per sottolineare che “il voto di venerdì non …

Unica soluzione sono le dimissioni

Il partito Democratico non accetterà escamotage per far passare il rendiconto generale dello Stato, dopo la bocciatura ieri del primo articolo, e ritiene inutile un nuovo voto di fiducia al governo. A chiarirlo è stato Dario Franceschini |pagina ufficiale|, intervenendo in aula dopo le comunicazioni del presidente Gianfranco Fini. “Vorrei che avessimo tutti chiaro che per la prima volta non ci troviamo di fronte non solo a un dato con conseguenze politiche evidenti, ma anche a un atto che comporta conseguenze giuridiche e costituzionali che non si possono ignorare o affrontare solo con gli strumenti della politica”, ha spiegato. L’affossamento del primo articolo ha come “conseguenza dovuta e obbligata” la decadenza dell’intero provvedimento e “come scrivono i costituzionalisti, comporta inevitabilmente come conseguenza politica le dimissioni del governo. Non ci sono precedenti perche’ quando in quest’Aula c’era ancora la politica il governo si dimetteva in caso di bocciatura anche di una sola tabella del bilancio”, ha insistito il capogruppo del Pd. Per questo, “abbiamo chiesto al presidente Fini di riferire” al Quirinale “il parere comune di …

Scuola. Pd, perché Gelmini non ha rinviato concorso per dirigenti? Da ore sono in attesa di poter fare i quiz

“I candidati al concorso per dirigente scolastico sono da ore in attesa di prendere visione dei quiz ai quali dovranno rispondere. Tale estenuante attesa dipende presumibilmente da un controllo ulteriore effettuato sulle sequenze di quiz sorteggiate al fine di verificare la presenza di domande errate, eventualità da non escludere visti i recenti precedenti. Ma invece di ‘sequestrare’ i candidati, il ministro Gelmini non poteva accogliere il suggerimento avanzato dal Pd per un breve rinvio affinché la prova si potesse svolgere in condizioni di serietà, rigore e pari opportunità?”. Lo dicono i deputati Pd in commissione Cultura Manuela Ghizzoni e Giovanni Bachelet.