Anno: 2011

"Non è stato soltanto un infortunio", di Marcello Sorgi

Malgrado i ripetuti tentativi di Berlusconi e del Pdl di minimizzare la bocciatura ricevuta ieri dalla Camera, la gravità di quanto è accaduto è evidente. Per il governo, l’approvazione ogni anno del rendiconto e del bilancio dello Stato non è una facoltà: è un obbligo preciso, stabilito dall’articolo 81 della Costituzione. Non a caso nei due precedenti riaffiorati dalle memorie parlamentari, i presidenti del Consiglio che incorsero in simili incidenti – Andreotti e Goria – si dimisero senza indugi. Berlusconi invece, pur visibilmente contrariato dall’accaduto (lo si è visto in tv lasciare l’aula di Montecitorio guardando gelido Tremonti e brandendo i fogli dei tabulati delle assenze), ha subito fatto sapere che intende ripresentarsi e chiedere la fiducia. Per dimostrare, come ha fatto altre volte, che solo di un infortunio s’è trattato, e non di un segnale politico dal profondo della pancia del centrodestra. La giornata politica, in effetti, sembrava indirizzata in tutt’altra direzione. Un pranzo pacificatore a Palazzo Grazioli tra il Cavaliere e l’ex ministro Scajola sembrava aver sancito la tregua tra il premier e …

"Il dovere di dimettersi", di Massimo Giannini

Le anime candide, fuori dal Palazzo, potranno anche prendere per buona l’ultima menzogna spacciata a microfoni unificati da Berlusconi e Bossi. «È un problema tecnico risolvibile», hanno detto i due fantasmatici rais dell’ormai ex maggioranza forzaleghista. Ma la sorprendente sconfitta numerica subita alla Camera sull’assestamento al bilancio è una sconfitta politica devastante, e forse definitiva, per quel che rimane del centrodestra. Intanto, non è affatto detto che sia risolvibile dal punto di vista tecnico. Un governo che va avanti come se nulla fosse, dopo aver incassato il no del Parlamento non su una legge qualsiasi, ma su un atto normativo di rilevanza costituzionale come il rendiconto di finanza pubblica, non si era mai visto. Ci sono solo un paio di precedenti, nella storia repubblicana, il più simile dei quali risale al governo Goria del 1988, che non a caso cadde subito dopo esser finito più volte in minoranza nel voto sulla Legge Finanziaria. Ma è evidente a tutti, al di là della valenza tecnica e formale del caso, che quella che si è prodotta nell’assemblea …

Finalmente Sud! Il 29 e 30 ottobre a Napoli

Programma di formazione per 2000 giovani del Mezzogiorno. Bersani: “Sfida innovativa per politica italiana” Prende avvio a Napoli, il 29 e 30 ottobre, ‘Finalmente Sud’, un programma di formazione politica per 2000 giovani meridionali che avrà la durata di un anno. Questo progetto verrà successivamente esteso dal Mezzogiorno a tutto il territorio nazionale. “E’ la nostra sfida – afferma il segretario del Pd Bersani – per andare in radice sui temi della formazione di una nuova classe dirigente”. I partecipanti saranno giovani sotto i 35 anni, provenienti da Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, Basilicata, Abruzzo, Molise, rappresentanti dei circoli del Pd, amministratori locali, esponenti del mondo dell’associazionismo. E’ un progetto innovativo per la politica in Italia che darà vita ad una grande Rete di E-collaboration. Ogni singolo partecipante apparterrà contemporaneamente al gruppo dei 2000, a quello dei giovani provenienti dalla stessa regione, a quello della propria provincia, al gruppo dell’area tematica scelta. Il progetto sarà articolato in particolare su tre assi di lavoro, la legalità, l’unità del Paese, l’area euro mediterranea e su sei grandi temi: …

Scuola, Ghizzoni (Pd): dati confermano fallimento Governo su precarietà

“Dopo un ritardo imbarazzante escono solo alcuni dati sulla scuola. Due elementi colpiscono: il primo riguarda il precarieto il secondo i tanti dati che ancora restano secretati. Riguardo l’andamento delle presenze dei docenti precari che, nel 2010-2011, assommano a 115 mila unità pari al 14,9 del totale, dato questo percentualmente identico a quello registrato nell’anno scolastico 2005-06 ciò nonostante il taglio di 67 mila posti negli organici. Difficile vederci la riduzione del tasso di precarietà tanto sbandierata dal ministro Gelmini. I dati che mancano all’appello riguardano invece il funzionamento della scuola primaria dopo la demolizione operata dalla riforma Gli ultimi dati ufficiali risalgono al 2007-08 quando su un totale di 2.275.310 studenti 669.101 frequentavano classi di 40 ore settimanali a tempo pieno (due insegnanti con 8 ore di compresenza); 430.770 frequentavano classi con un orario settimanale variante dalle 31 alle 39 ore con mensa (i cosiddetti Team); 53.311 frequentavano classi da 31 a 39 ore senza mensa; 1.303.473 frequentavano classi con un orario variante tra le 28 e le 30 ore settimanali e 118.665 frequentavano …

"Cari studenti non mistificate: ecco le proposte Pd sull'università", di Marco Meloni*

Ho letto con attenzione il vostro appello “Comprendere la crisi, pretendere democrazia”, con cui annunciate una mobilitazione che, a partire dalla protesta contro la legge Gelmini e i tagli praticati dal governo in questi anni ai danni dell’università e della ricerca, si rivolge alla “crisi economica, sociale e democratica” che pesa drammaticamente sul nostro Paese – e che colpisce in particolare le generazioni più giovani – attraverso quattro giorni di iniziative che dovrebbero avere ad oggetto il coinvolgimento democratico attorno all’attuazione negli atenei della Legge 240 e le “lezioni sulla crisi”, facendo della conoscenza un bene comune che si propone di uscire dall’istituzione accademica e di fornire strumenti di comprensione della crisi medesima. Considero questo approccio del tutto condivisibile, tanto che noi del Partito Democratico abbiamo cercato di attuarlo, in diversi modi. Nella nostra attività parlamentare, anzitutto: tra i nostri emendamenti che miravano a migliorare un provvedimento che pur abbiamo contrastato in radice – sia nel merito, trattandosi di una falsa riforma che centralizza e burocratizza il sistema universitario, e verticalizza il governo degli atenei, …

Premier in aula, ma il governo va ko L'opposizione: "E' finita, salga al Colle"

La bocciatura a Montecitorio sul bilancio davanti gli occhi di un Berlusconi allibito che però minimizza: “Problema tecnico che si può risolvere”. Assenti Bossi e Tremonti. Dai banchi delle opposizioni si alza l’urlo “dimissioni, dimissioni”. Fini: “Evidenti implicazioni politiche”. Cicchitto: “Ora dobbiamo verificare se c’è fiducia”. La presenza in Aula di Silvio Berlusconi non è bastata ad evitare una pesante sconfitta dagli esiti imprevedibili. L’esecutivo è stato battuto infatti oggi pomeriggio a Montecitorio sull’assestamento del bilancio 2010. L’articolo 1 del rendiconto è stato bocciato con 290 a favore e 290 contro. La maggioranza richiesta era di 291 “sì”. Assenze pesanti. Alla votazione non ha partecipato il ministro Tremonti, rimasto sull’ingresso dell’Aula, scatenando la rabbia dei parlamentari del Pdl. “Non c’è stata nessuna motivazione politica”, si è poi giustificato. Assente anche Bossi, rimasto a parlare con i cronisti in Transatlantico. Presente invece il premier, che una volta resosi conto dell’accaduto ha mostrato tutto il suo stupore. Allibito, è rimasto per un po’ seduto al banco del governo, poi ha scambiato qualche parola con i ministri vicini. …

Governo battuto alla Camera con Berlusconi presente

Governo è stato battuto ed è andato sotto su articolo 1 del rendiconto generale del bilancio dello Stato. Presenti alla Camera Berlusconi e tutto il governo. Napolitano chiede chiarimenti. Bersani: “Dopo la decisione della Giunta per il Regolamento e il messaggio del Presidente della Repubblica, l’unico chiarimento possibile sono le dimissioni del Governo” Franceschini: “Prenda atto che la sua maggioranza non c’é più”. E’ la 91esima volta che il governo viene battuto dall’inizio della legislatura A seguito della bocciatura del governo sull’articolo 1 del rendiconto generale dello Stato è intervenuto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano con una nota ufficiale del Quirinale: “Il voto di ieri ha riflessi istituzionali, serve una risposta credibile di premier e Parlamento” Intanto la giunta per il regolamento riunita per valutare come procedere dopo il voto parlamentare, ha ritenuto che “il rendiconto generale dello Stato non può andare avanti nell’iter parlamentare perché la bocciatura dell’articolo 1 preclude i restanti articoli. Quindi l’iter del rendiconto può essere considerato concluso”. Immediato il commento del segretario del PD, Pier Luigi Bersani: “Dopo la …