Anno: 2011

"Se il potere esige la privacy", di Carlo Galli

La maggior parte dei goffi tentativi di rendere accettabile l’inaccettabile legge-bavaglio si fonda sull’argomento liberale della privacy, cioè della tutela della vita privata del cittadino. Ma si tratta di una mistificazione. Lo dimostra un’analisi non ideologica. Lo dimostra una valutazione non dogmatica ma storica e politica del liberalismo. È una mistificazione che nasce dall’identificazione di Berlusconi con “il cittadino”, ovvero dall’omissione, voluta e consapevole, dell’elemento del potere, dei rapporti di potere; omissione che è appunto l’essenza dell’ideologia. La privacy – insieme all’habeas corpus di cui è una conseguenza – è stata infatti progressivamente elaborata, in età moderna, per affermare l’autonomia e l’autocontrollo del cittadino, il suo dominio su se stesso, per consentirgli, insomma, di difendersi dal potere; per istituire uno spazio fortificato, e ben presidiato dalla legge, che custodisce la prima libertà moderna: la vita del singolo. Ma questa affermazione di libertà si inserisce in una lotta fra popolo e governi assoluti, e non si esaurisce in se stessa; fa parte di una più ampia rivendicazione di trasparenza e di pubblicità del potere, delle sue …

"Le crepe della Lega", di Michele Brambilla

Fa quasi tenerezza Marco Reguzzoni quando definisce «enfatizzazioni giornalistiche» i resoconti sulla protesta della base leghista di Varese. Per essere più convincente, Reguzzoni aggiunge che «tra l’altro la stampa non era nemmeno presente». È un’aggiunta infelice che trasforma la smentita in una conferma. Certo che i giornalisti non c’erano: ma non c’erano perché i capataz della Lega non li avevano fatti entrare. E per quale ragione non li avevano fatti entrare, se non per il timore che vedessero l’invedibile, e cioè Bossi contestato a casa sua? «Mi creda – ci confida un esponente leghista che domenica era in sala -, quello che hanno pubblicato i giornali non è enfatizzato, al contrario è riduttivo». Amministratori locali, militanti e semplici iscritti hanno urlato il loro dissenso contro un congresso provinciale che – alla faccia dell’autodeterminazione dei popoli – è sembrato degno di un Politburo. Bossi ne è rimasto sconvolto. Anche perché è stata una protesta spontanea, non organizzata: anzi l’ordine dei colonnelli dissidenti era quello di «non fare casino». E così, la giornata di domenica scorsa potrebbe …

"La diplomazia delle gaffe, di Filippo Ceccarelli

«NON facciamoci riconoscere» si diceva nei tempi antichi della modestia, della prudenza e del riserbo, preziosissime virtù in politica estera. Un oscuro affanno, invece, un ego smisurato e un impulso istrionico senza freni spingono da sempre il presidente Berlusconia farsi riconoscere nella cerchia dei Grandi come il più grande simpatico di tutte le epoche – con i risultati che si vedono oggi. Così, per restare agli ultimi mesi, varrà giusto la pena di ricordare che a Deauville il Cavaliere ha bloccato Obama rovesciandogli addosso i suoi impicci politici e giudiziari. Poi a Villa Madama, avendo al fianco il premier Netanyahu, si è consentito il divertimento di reinterpretare il Parnaso di Appiani, dipinto nel 1811, all’insegna del bunga bunga: «Quello là sono io e questo rappresenta Mariano Apicella»; quindi ricevendo a Palazzo Chigi una delegazione cinese che gli aveva recato in dono un pregiatissimo vaso, il presidente italiano – ooops! – ha fatto finta di farselo cadere di mano, suscitando viva e cortese ilarità, e aggiungendo poi, quando se n’erano andati: «Mi hanno promesso che me …

Incidenti sul lavoro. Non abbassare mai la guardia

“La 61esima giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, ci pone davanti ad uno dei problemi più seri e drammatici del nostro Paese”, ha commentato il Segretario del PD, Pier Luigi Bersani. “Come ha giustamente detto il Presidente Napolitano, non possiamo abbassare la guardia. E’ inaccettabile che in Italia ogni giorno muoiano in media tre persone a causa del lavoro. L’ultima, drammatica, strage accaduta a Barletta chiama tutti noi ad un’assunzione di responsabilità. Occorre riportare non soltanto il lavoro, ma la dignità del lavoro alla dimensione che le è dovuta. La crisi non può essere considerata un scusa per non agire – ha proseguito Bersani – anche perché questa crisi economica può essere risolta solo da un punto di vista etico, riportando al centro la persona”. Il Segretario democratico ha condiviso le riflessioni che vengono dalla parte più consapevole del mondo imprenditoriale, cosciente che “solo superando le nostre arretratezze, potremo riprogettare un nuovo modello economico più moderno e rispettoso dei diritti delle persone, e partendo da qui, le forze imprenditoriali potranno incontrare le …

"Spintoni e tessere strappate. Critiche al leader: basta capetti", di Marco Cremonesi

«Per il bene della Lega, dichiaro Maurilio Canton segretario…». Andrea Gibelli, negli scomodissimi panni di presidente dell’assemblea, non riesce a finire la frase. Perché la platea del congresso varesino esplode in un coro duro, insistito: «Voto, voto, voto». L’inimmaginabile accade, l’inaudito si verifica: Umberto Bossi è contestato apertamente nella sua Varese, culla del movimento e cuore di Padania. Il capo minimizza: «Ho visto in seconda, terza fila dei fascisti…». Ma difficilmente ricorderà il congresso provinciale di ieri come una tra le pagine migliori del Carroccio: addirittura, tra alcuni militanti si arriva al contatto fisico. E se la rissa, sfiorata, non esplode, di certo un partito sotto choc ha poco da festeggiare. Sono in molti coloro che sottoscriverebbero l’amarezza del sindaco di Castronno varesino, Mario De Micheli, all’uscita dal congresso: «È il giorno più brutto da quando sono in Lega». Un delegato esce a grandi passi dal congresso: «La tessera, questa volta, la brucio». Alla fine, certo, Umberto Bossi porta a casa il risultato. Riesce a far nominare il segretario da lui prescelto per Varese. Eppure, …

Dopo “forza gnocca” ora c'è “forza condono”

Nonostante le smentite di facciata, l’ipotesi di un condono tombale cresce all’interno della maggioranza. Cicchitto afferma che le polemiche non lo intimidiscono ma non sa bene quale sia l’effetto del condono. Letta: “E’ risibile pensare che sia lo strumento per abbattere il debito”. Fassina: “Si umiliano lavoratori e imprenditori che, nonostante la crisi, continuano a fare faticosamente il loro dovere”. Ora non si capisce se è una questione di implosione personale di Berlusconi o di esplosione della sua maggioranza. Ogni giorno, incuranti delle sorti e delle difficoltà in cui versa il Paese, il premier e i suoi compagni di merenda continuano a giocare a “buoni e cattivi” sorretti dalla solita stampa di famiglia che tira fuori dossier e accuse verso il traditore quotidiano. La questione del nuovo condono tombale è l’ennesimo esempio lampante. Nonostante le smentite di Palazzo Chigi (una in più, una in meno, non si riescono più a contare), i veti da parte della Lega e la contrarietà del ministro del Tesoro, il tema condono resta all’ordine del giorno. Il capogruppo Pdl alla …

"Basta condoni sono una truffa", di Gian Antonio Stella

Sul promontorio di Capo Vaticano, che Giuseppe Berto definì «uno dei luoghi più belli della Terra», svettano due ville «transgeniche». I proprietari hanno scavato due enormi buche, ci hanno costruito dentro il pavimento e le pareti e chiesto il condono: vasche di irrigazione. Poi, tolta l’acqua, rimossa la terra intorno, aperte le finestre, ci hanno piazzato sopra un tetto et voilà : due ville. Uno Stato serio le butterebbe giù con la dinamite: non prendi per il naso lo Stato, nei Paesi seri. Da noi, no. Anzi, nonostante sia sotto attacco da anni l’unica ricchezza che abbiamo, cioè la bellezza, il paesaggio, il patrimonio artistico, c’è chi torna a proporre un nuovo condono edilizio. L’ha ribadito Fabrizio Cicchitto: «Se serve si può mettere mano anche al condono edilizio e fiscale. L’etica non si misura su questo ma sulla capacità di trovar risorse per la crescita». Ricordare che lui e gli altri avevano giurato ogni volta che sarebbe stata l’«ultimissimissima» sanatoria è inutile. Non arrossiscono. Ma poiché sono trascorse solo sei settimane dalle solenni dichiarazioni berlusconiane …