Anno: 2011

"Siamo come Malta ed Estonia", di Giovanni Stringa

Perché la Gran Bretagna si porta a casa nove A di rating (AAA da Standard & Poor’s, AAA da Moody’s e AAA da Fitch), mentre l’Italia riesce a malapena a incassarne tre (A da Standard & Poor’s, A2 da Moody’s e A+ da Fitch)? Perché queste sei A di differenza, quando il Regno Unito dovrebbe chiudere il 2011 con un disavanzo che vale, in percentuale, più del doppio di quello italiano (8,8% contro 3,7%)? E quando l’economia italiana, nel secondo trimestre dell’anno, è cresciuta più di quella britannica (+0,8% contro +0,6%)? 32 mila miliardi Delle motivazioni per la bocciatura del debito pubblico italiano a lungo termine, è stato ampiamente scritto. Ma quali sono le considerazioni che hanno portato alla promozione inglese? Prendiamo Standard & Poor’s, quartier generale europeo a Londra, nel distretto finanziario di Canary Wharf, poco lontano dal cuore economico (la City) e politico (Westminster) della Gran Bretagna. S&P’s — si legge sul sito — «è nota come una società indipendente che assegna rating (valutazioni, ndr) sul credito» e sotto la sua lente ci …

"Anna e i delitti impuniti che infestano il Cremlino", di Paolo Valentino

Il 7 ottobre 2006, Anna Politkovskaja veniva uccisa a colpi di pistola nell’ascensore di casa sua a Mosca. Giornalista d’assalto della Novaya Gazeta, Anna era conosciuta per i suoi reportage sugli abusi dei diritti umani commessi dalle forze russe in Cecenia. Articoli dettagliati e senza concessioni, densi di critiche contro il presidente dell’epoca, Vladimir Putin e il brutale megalomane che questi aveva imposto al vertice a Grozny, Ramzan Kadyrov. Fu un omicidio su commissione, che coronava mesi di minacce, pedinamenti, arresti, perfino un tentativo di avvelenamento nei confronti della donna. Cinque anni, tre inchieste, centinaia d’interrogatori e intercettazioni dopo, l’affaire Politkovskaja è ancora irrisolto, simbolo e metafora del groviglio di corruzione e complicità che avvinghia e domina il Paese. Qualcosa si è pur mosso. Il Comitato investigativo della Federazione Russa, responsabile della più recente indagine, ha incriminato un ufficiale in pensione della polizia moscovita e un informatore dei servizi, l’Fsb erede del famigerato Kgb, accusati rispettivamente di aver organizzato e commesso l’assassinio. Ma rimangono senza risposta le domande cruciali: chi ha ordinato l’eliminazione di Politkovskaja? …

"8 ottobre. L'orgoglio del lavoro pubblico a Roma", da flcgil.it

Sono docenti, ricercatori, medici, educatori, tecnici, impiegati, infermieri, vigili del fuoco, netturbini, musicisti… sono lavoratori delle istituzioni e amministrazioni pubbliche, responsabili di servizi fondamentali per tutti i cittadini. Non sono fannulloni, come li dipinge un governo incompetente e decotto solo per tagliare loro gli stipendi. Si stanno già muovendo, almeno quelli che vivono più lontani dalla capitale, con treni, pullman, navi, automobili verso Roma per gridare che senza il pubblico i cittadini sono privati dei loro diritti, anche quelli garantiti dalla Costituzione. L’istruzione, la sanità, la ricerca, la protezione civile, la pulizia urbana danno senso alla cittadinanza e fanno civile un paese. Chi si occupa di istruirci e di formarci, chi si occupa della nostra salute, chi ci assiste se siamo in difficoltà, chi ci soccorre nelle calamità, chi trova nuove cure contro le malattie, chi tutela l’ambiente…: questo è il settore pubblico che il governo vuole smantellare, per fare arricchire pochi sui bisogni e sui diritti di tutti. Alla manifestazione, promossa dalla CGIL, dalla FLC CGIL. dalla FP CGIL, stanno arrivando tantissime adesioni. Prima …

"Gli studenti tornano in piazza no ai tagli e assedio alle banche una protesta in stile indignados", di Corrado Zunino

Da Milano a Palermo 150mila in corteo. Vernice contro Moody´s. Contatti con la polizia nel capoluogo lombardo, tensioni e nervosismo anche nella Capitale. Sono tornati in piazza, e sono pure più giovani di un anno fa. Gli studenti italiani che infiammarono l´autunno anti-Gelmini la scorsa stagione, e quindi provarono una lunga opposizione in primavera, sono di nuovo per strada. La nuova manifestazione l´avevano organizzata durante un campeggio estivo in Puglia, ieri mattina è venuta bene. In novanta città italiane hanno sfilato 150 mila ragazzi (centomila in meno per il ministero degli Interni) dimostrando che la Generazione P. resta in campo perché in campo resta la Precarietà e che sa reclutare alla lotta nuove generazioni. Sul lungotevere di Roma si sono visti ragazzini di 14 anni. In questi dodici mesi le proteste degli studenti italiani sono via via diventate “indignazioni” nel resto del mondo: a Londra, a Madrid, a Santiago del Cile, a Tel Aviv e ora sulle due coste americane sotto il santuario di Wall Street e la collina di Hollywood. Dodici mesi dopo la …

"In classe e in ospedale: quelli (e sono tanti) che ancora ci credono", di Mila Spiccola

Da piccola, a tavola, mi lamentavo per l’ennesimo no a qualcosa visto addosso alla compagnetta, figlia di un avvocato. «Ecco! Perché tu sei solo un maestro!». «Non ti rischiare mai più, tuo padre guadagna di meno,ma serve lo Stato». E infatti si chiama pubblico “servizio”. Qualcuno di voi sorriderà per il sapore antico, trapassato remoto, di questo racconto. Io invece, che ci sono cresciuta, ci ho creduto così tanto da “servirlo” a mia volta, lo Stato, e da ripetere la stessa frase con identiche convinzione e soddisfazione. Sono cresciuta in una famiglia sana e felice di impiegati statali, non la famiglia del Mulino Bianco, bensì quella dei sacrifici perenni ma coi sonni tranquilli della gente perbene, lavoratori del pubblico. Qualcuno di voi starà sorridendo nuovamente, qualcun altro invece sentirà familiare il senso di appartenenza e di partecipazione a qualcosa di importante. Chissà se queste parole arriveranno al vigile del fuoco, quello che si butta tra le fiamme e supera le polemiche dell’aver avuto un Bertolaso a guidarlo, offendendone il valore, come io faccio di tutto …

"Diritto di cronaca senza bavaglio", di Giovanni Valentini

Quanti sono, esattamente, i cittadini italiani che vengono sottoposti a intercettazioni telefoniche, su ordine della magistratura per esigenze investigative? Gli ultimi dati del 2009 dicono 120 mila utenze per circa 80 mila persone, cioè lo 0,2% della popolazione. E quanti sono gli intercettati che vengono danneggiati dalla diffusione delle registrazioni sui giornali o sugli altri media? Qui non esistono cifre ufficiali, ma si può ragionevolmente calcolare che siano un numero davvero minimo. Ma, allora, di che cosa stiamo parlando? Di quali violazioni della privacy o dei diritti fondamentali? E perché il governo e la sua maggioranza posticcia, proprio nel pieno di una drammatica emergenza economica che minaccia tutti, vogliono approvare al più presto la legge-bavaglio sulle intercettazioni che riguarda in realtà pochi o pochissimi cittadini? Qual è la ragione di tutta questa urgenza? La risposta è soltanto una: per impedire all´opinione pubblica di essere informata in modo tempestivo e completo sul malaffare, sulla corruzione, sui rapporti incestuosi tra politica ed economia. Tutto il resto non conta. O meglio, conta certamente che anche un solo cittadino …

"I servitori dello Stato presi di mira dai tagli e dal Governo", di Bruno Ugolini

La rivoluzione promessa dal ministro Brunetta è finita nel nulla: al posto di efficienza e modernità sono arrivati il blocco di contratti e salari ma anche insulti e licenziamenti. E il settore pubblico oggi scende in piazza. Sono quelli che il ministro Renato Brunetta ha etichettato, senza distinzioni, come fannulloni. Sono quelli che molti immaginano solo come un esercito di burocrati intenti a percorrere i corridoi ministeriali. E invece sono anche insegnanti, bidelli, ricercatori, vigili del fuoco, doganieri, impiegati comunali, infermieri, poliziotti. Sono quelli che una volta chiamavano “i servitori dello Stato”. Perché se questa macchina spesso sgangherata va avanti, malgrado i conducenti siano come presi da uno stato di ubriachezza, è proprio per loro. Come tante rotelline negli innumerevoli ingranaggi. Oggi presi di mira più di altri dalle manovre governative: il blocco dei contratti e dei salari, i veri e propri licenziamenti che colpiscono unaf olla di precari sfruttati per anni, l’attacco ai diritti, i tagli ai comuni e quindi i tagli a tanti servizi pubblici e conseguente enorme incremento di fatica per le …