"Pochi figli, è in gioco il futuro", di Roberto Monteforte
Lo chiama il «suicidio demografico» il cardinale Angelo Bagnasco. Per il presidente del Progetto Culturale, cardinale Camillo Ruini si tratta di un «circolo vizioso involutivo da cui il Paese non sembra ancora in grado di uscire». È l’Italia che invecchia inesorabilmente. Non solo perché aumenta l’aspettativa di vita, ma proprio perché con quel tasso dell’1,4 di natalità siamo con il Giappone, fanalino di coda dei paesi industrializzati. Non si fanno figli e così non vi è un gran futuro all’orizzonte. Siamo una società vecchia, che senza ricambi vitali si fa sempre più povera. Non solo in senso economico, ma anche progettuale e culturale. Quando «si interrompe la catena generativa e si blocca il circuito della testimonianza tra le generazioni» si ha di fronte una società più povera e isterilita» osserva il presidente della Cei. La Chiesa, alla domanda sul perché del calo delle nascite, risponde mettendo sotto accusa il modello «più consumo e meno figli». Non è così che si affronta l’emergenza economica. Non è certo colpa di chi vive la precarietà del quotidiano. Occorre …
