Anno: 2011

"Ecco i tagli e le tasse del PD", di Pier Luigi Bersani

Caro Direttore, alla vigilia della discussione sulla manovra economica in Senato, siamo preoccupati. La maggioranza è confusa. Non c´è chiarezza sul perché la correzione dei conti pubblici, tra intervento di luglio e ultimo decreto, tocchi i 55 miliardi di euro a regime invece dei 40 indicati nei documenti ufficiali come necessari per raggiungere il pareggio di bilancio. Per di più la manovra contiene una delega che prevede tagli di detrazioni fiscali per l´assistenza che, se fosse realizzata per l´entità prevista, sarebbe insopportabile. L´insieme di confusione e mancanza di chiarezza toglie la credibilità all´azione del governo e non convince i mercati. Il Pd ha presentato un pacchetto di correzioni. La sommaria definizione dei comunicati può aver creato la genericità richiamata da Tito Boeri. La lettura degli emendamenti renderà più chiari obiettivi, risorse, senso delle controproposte. Ne indico solo alcune. La pubblica amministrazione. I nostri emendamenti partono dal dimezzamento del numero dei parlamentari e prevedono tra l´altro: l´accorpamento degli uffici territoriali del governo; la drastica riduzione delle circa 30.000 stazioni appaltanti; la riorganizzazione dell´amministrazione giudiziaria; l´eliminazione degli …

"Palermo ricorda Grassi: un uomo ancora Libero", di Luciana Cimino

Sono le 7.45 del 29 agosto quando suona il citofono di Casa Grassi, a Palermo. «Signora suo marito è in casa?». Poche parole, in apparenza innocue ma che raggelano Pina Maisano. Non ha bisogno di scendere le scale. Capisce subito quello che è successo. Palermo ha abbandonato suo marito, Libero, che ora giace riverso per strada colpito a morte da 5 colpi di pistola mentre stava raggiungendo lan sua fabbrica. Cinque colpi in faccia per cancellare un volto diventato simbolo di speranza e legalità. Da allora ogni anno all’angolo di quella strada, Pina e i suoi figli Alice e Davide, attaccano un manifesto vergato con le loro mani che recita: «Libero Grassi, imprenditore, uomo coraggioso, ucciso dalla mafia, dall’omertà dell’associazione degli industriali, dall’indifferenza dei partiti, dall’assenza dello Stato». Non c’è bisogno di una targa, che poi diventa parte del paesaggio urbano e non si nota più, e assieme ad essa scolorisce il ricordo. Più forte è il manifesto, perchè in vent’anni le cose non sono poi di molto cambiate e «la voragine dell’oblio è sempre …

«La democrazia ha un costo. I privilegi no», di Andrea Draghetti

Alla Festa Nazionale del Pd si è discusso di riforma delle istituzioni e di costi della politica. Violante: “Occorre riavviare un rapporto di fiducia con i cittadini e allontanare la disaffezione che è predominante oggi”. Rizzo: “La democrazia è preziosa e costosa. Il prezzo va pagato ma non si può confondere la democrazia con il privilegio” C’è una convinzione che ha accomunato Luciano Violante, il professore Cesare Pinelli, il procuratore Mario Ristuccia e Sergio Rizzo scrittore e giornalista del Corriere della Sera, intervenuti sul palco della Festa Nazionale del PD in corso di svolgimento a Pesaro: la democrazia ha un costo, i privilegi no. Il dibattito ha cercato di dare alcune risposte concrete su quali azioni intraprendere per riformare le istituzioni e ridurre i costi della politica. Violante ha chiarito “che non esiste nessuna bacchetta magica per risolvere la cosiddetta zona grigia” (la zona in cui non si distingue dove finisce la politica e dove inizia a lavorare l’amministrazione ndr). I costi impropri e costi della democrazia vanno distinti”. Per l’esponente democratico serve nuovo assetto …

«Dossier: i 10 anni di Berlusconi che hanno causato il declino», di Michele Prospero

C’ è tanta verità nella asserzione di Machiavelli per cui al politico non basta conquistare il potere per sfiorare la gloria. Berlusconi a Palazzo Chigi c’è rimasto a lungo, più di Giolitti che avviò il decollo industriale e gestì la prima modernizzazione del paese. E anche più di De Gasperi che governò la ricostruzione postbellica e pilotò l’ancoraggio europeo. Eppure, malgrado un decennio di esercizio del potere, neanche Giuliano Ferrara, che ora supplica un giudizio equanime sul Cavaliere, lo annovererebbe sul serio tra i grandi statisti. Quelli di Berlusconi sono stati anni di profonda regressione politica e di smarrimento civile. Relazioni internazionali all’insegna dell’improvvisazione. Di politiche economiche ed industriali neanche l’ombra. Solo pedestri tentativi di introduzione di reati a sfondo etnico e prove maldestre di riscrittura del codice su misura dell’azienda corsara. Il federalismo fiscale, partorito a sostegno di un asse d’acciaio con Bossi, appare poco più di una vaga retorica. Eppure il decennio berlusconiano non va archiviato come una semplice escrescenza malata imputabile alla carenza personale di un uomo debole nella carne e braccato …

"La forza di quelle date che uniscono un popolo e un paese", di Gaetano Alessi

Fateci caso: ogni qual volta un nuovo potere vuole disintegrare il tessuto sociale del paese da “conquistare” come prima cosa tende a svalutarne e poi a distruggerne i simboli. L’Italia nata dalla Resistenza è divenuta per molti quasi un ricordo, gli uomini ed i partiti che l’hanno creata spariti, è sceso il buio. Ma anche in questa oscurità il 25 aprile, il1° maggio ed il 2 giugno hanno rappresentato la sola occasione dove un popolo disorientato tornava ad essere unito, dove una platea scollegata ormai in mille sigle trovava, intonando «Bella ciao», il fattore comune dell’essere Paese, nonostante le brutture e le debolezze, ritrovava l’orgoglio di essere figli di un atto di coraggio: la Resistenza. Bandiere le chiamano, simboli, ma sono l’essenza stessa del sentirsi uomini, nervi e sangue della democrazia. Valori e simboli “pericolosi” per il potere, perché uniscono, perché rendono forti un insieme di debolezze, per questo il governo più iniquo della storia vuole approfittare della scusa della crisi, per scardinare simbolicamente gli ultimi capisaldi del nostro paese. Spostare – per abolirli, di …

"E' ora di mobilitarsi contro la distruzione della scuola", di Giuseppe Caliceti

Sembra impossibile, ma l’anno scolastico ai blocchi di partenza si annuncia ancora una volta peggiore dei precedenti. Gli enti locali delle regioni più virtuose, coi propri fondi ridotti ai minimi storici, non riusciranno più a tamponare i tagli epocali a fondi e personale inferti alla scuola pubblica dalla Gelmini in questi tre anni. A cui si aggiungono ora quelli della nuova manovra, in cui si rovesciano vergognosamente le tasche di bambini e ragazzini alla ricerca di qualche spicciolo. Dopo aver imposto regole per le immissioni in ruolo per favorire un’indecente campagna della Lega contro i docenti meridionali, – è questo il merito di cui si parla? – Gelmini ha rinunciato a governare la situazione. Le immissioni in ruolo si stanno svolgendo nel caos più assoluto. Gli uffici scolastici regionali applicano norme a piacimento – È questa l’autonomia? -. Migliaia di lavoratori e lavoratrici della scuola vivono nell’incertezza: non sapranno il loro orario di lavoro definitivo prima di fine settembre. Tanti alunni e studenti inizieranno il nuovo annosenza sapere l’effettiva offerta formativa a loro proposta (comunque …

"Lasciamo a Sacconi la responsabilità di dividere i sindacati", intervista a Stefano Fassina di S.C.

Non è compito di una forza politica indicare a un sindacato quali strumenti di mobilitazione adottare», dice Stefano Fassina. Per questo il responsabile Economia e lavoro del Pd definisce «un errore politico» il documento «Non ora» firmato da una decina di deputati del suo stesso partito. Lo ritiene un errore nel metodo o nel merito? «Innanzitutto nel metodo. Siamo di fronte a una manovra profondamente iniqua e senza misure per la crescita. Tutte le parti sociali e le rappresentanze degli enti di governo territoriale si stanno mobilitando per correggerla. Lo fanno con strumenti diversi, ma tutte hanno riconosciuto l’inadeguatezza e i danni che la manovra comporta. La Cgil, come strumento con cui tentare di farla cambiare, ha scelto lo sciopero generale, indetto per il 6 settembre. La Cisl e la Uil hanno deciso di manifestare davanti al Parlamento cinque giorni prima. Non è compito di una forza politica indicare gli strumenti di mobilitazione. Per questo ritengo un errore politico innanzitutto di metodo un documento che sollecita la Cgil a ripensare la sua iniziativa di mobilitazione. …