Anno: 2011

"Amazzone o sposa bambina, essere donna in Libia", di Renzo Guolo

Rispetto al tempo della monarchia senussita, il lungo regime di Gheddafi ha fatto registrare un miglioramento nella condizione femminile. Nel delicato campo del diritto di famiglia ha elevato l´età matrimoniale impedendo il fenomeno delle spose-bambine; imposto la registrazione delle nozze; condizionato il matrimonio poligamico al consenso della prima moglie; stabilito l´intervento del giudice per convalidare il divorzio. Le donne possono votare, gestire i loro beni personali, avere accesso all´istruzione, lavorare. Anche se sono indirizzate a fare le insegnanti o le infermiere. Professioni che il Colonnello, che pure ha ammesso donne nell´esercito traendovi la sua guardia di “amazzoni”, definiva “consone”. Scelte che hanno fatto dire retoricamente a Gheddafi che le «donne sono trattare meglio Libia che in Occidente». Come spesso accade nel mondo della Mezzaluna, però, le leggi fanno i conti con la tradizione. Le norme “modernizzanti” hanno trovato forti resistenze fuori dai centri urbani. Il diritto consuetudinario o il riferimento alla shari´a hanno spesso prevalso. Nella sua politica di divide et impera, in una realtà in cui il potere tradizionale delle tribù conta, Gheddafi ha …

"Regioni e Comuni in rivolta", di Marco Ventimiglia

Un venerdì d’agosto reso ancor più torrido dalla protesta contro i tagli agli enti locali contenuti nella manovra. Maroni e Letta cercano di rassicurare i rappresentanti dei Comuni ma senza fornire garanzie concrete.In un paese normale di fronte a un grande problema si utilizzano le settimane, i giorni e le ore per risolverlo. Nell’Italia di Berlusconi il meccanismo è inverso: il guaio, che si chiama manovra anticrisi, prende consistenza con il passare del tempo in una ridda di litigi e polemiche, ed insieme monta la protesta, che ieri è stata soprattutto quella di comuni e regioni, ovvero i soggetti più bersagliati dall’iniquità del provvedimento, con tagli pesantissimi agli enti locali. Tanto che ieri sera dal cilindro di Calderoli è spuntato il coniglio. «Per poter tagliare i tagli ai Comuni, devo trovare le risorse e, insieme ad Alfano e Berlusconi, le abbiamo reperite per diminuire almeno della metà i tagli agli enti locali». Così l’annuncio del ministro della Semplificazione che ha parlato di una decisione contenuta nell’accordo che lunedì verrà ratificato da Berlusconi e Bossi. Lo …

"Consigli per resistere all'emergenza", di Luca Mercalli

Costa Est degli Stati Uniti: prima un improbabile terremoto, poi l’attesa per l’arrivo di Irene fino a New York, un uragano poco consueto fino a queste latitudini, il tutto a dieci anni da quel drammatico undici settembre. Cosa si accanisce sull’America? Le tempeste naturali dopo quelle finanziarie hanno almeno un vantaggio: sono un fenomeno fisico potente, pericoloso ma ben identificabile, contro cui ci si può organizzare e preparare. E proprio una concreta e pragmatica «preparedness» formicola febbrile su una striscia di territorio che va dalla South Carolina al New England, un concetto intraducibile in italiano, un misto di prevenzione e prontezza operativa di fronte a un disastro annunciato, sotto il motto «Sperare in bene, prepararsi al peggio». Nulla a che vedere con il catastrofismo né con il fatalismo. Qui sono le immagini satellitari e i modelli di simulazione dell’atmosfera a fornire i dati su cui costruire una strategia delle istituzioni ma soprattutto del popolo. Dopo Katrina nel 2005 gli Stati del Sud hanno metabolizzato questa lezione, per New York è invece meno scontato dover mettere …

"Il mercato impeccabile", di Giorgio Ruffolo

La più grave crisi capitalistica dopo quella degli anni Trenta del secolo scorso, che precipitò nella grande depressione, non ha intaccato la fede liberista nell´infallibilità dei mercati, anzi del Mercato. Angelo Panebianco ne offre un perspicuo esempio quando (sul Corriere della Sera) trancia con eleganza la questione suprema della superiorità del Mercato sullo Stato come gestore specializzato efficace delle grandi interdipendenze economiche. Per efficace intende, penso, capace di raggiungere e mantenere equilibri stabili. Lo Stato, invece, sarebbe il portatore di interessi particolari, nazionali e democratici destinati per loro natura a turbare i processi di interdipendenza. Insomma, un disturbatore istituzionale. Posizione elegante ma a mio parere infondata per due ragioni. La prima è che una posizione di interdipendenza stabile la si può conseguire in vari modi e con varie combinazioni di distribuzione del reddito e del potere. La può raggiungere la Svezia e la mafia; quest´ultima, dal punto di vista del governo delle interdipendenze, in modo efficacissimo. Una posizione di equilibrio può essere raggiunta in condizioni di tendenziale equilibrio distributivo o in condizioni di suprema iniquità. …

«Approvata la Finanziaria serve un nuovo governo», intervista ad Anna Finocchiaro di Simone Collini

Primo, sulla manovra: convergenze parlamentari, tra i gruppi di opposizione ma anche con la maggioranza, «non solo sono auspicabili ma devono esserci». Secondo, sulla crisi che attanaglia il Paese: è ampiamente «dimostrato» che questo governo non è ingrado di affrontarla e quindi «approvata la manovra bisogna voltar pagina». Terzo, sullo sciopero generale indetto dalla Cgil: l’autonomia del sindacato «va rispettata» ed è «normale che rappresentanti del Pd partecipino ad iniziative indette da forze sociali, ma noi vogliamo salvaguardare l’accordo del 28 giugno». Per Anna Finocchiaro la discussione in corso al Senato sulla manovra rivela la grande debolezza della maggioranza e l’intento del governo di dividere il fronte sindacale. Dice la capogruppo del Pd al Senato: «Devono tener conto delle nostre proposte.Non possono solo tagliare e far pagare i soliti noti. Servono misure per la crescita. Altrimenti si consegna il Paese alla recessione». Pensa sia veramente modificabile col vostro contributo la manovra? «Intanto verrebbe da dire: quale manovra? Ormai è palese che dentro la maggioranza, su ciascun punto, è in atto un conflitto aperto. Addirittura, la …

"Domande sulla “novità” Montezemolo", di Giorgio Merlo

E dopo il “miliardario” Berlusconi arriva il “miliardario” Montezemolo? Messa così potrebbe essere una battuta da bar ma, invece, questo potrebbe rivelarsi uno dei tanti scenari possibili in vista delle prossime elezioni politiche. Certo, il fascino e il carisma del Berlusconi edizione 1994 non è lontanamente paragonabile allo stile tecnocrate di Montezemolo e alla sua voglia di protagonismo un po’ sgangherato ed approssimativo che sta manifestando in queste settimane. Ma tant’è. Sempre di “miliardario” si tratta. Ora, però, al di là delle ricchezze e dei puntuali conflitti di interesse che potrebbero affacciarsi, si tratta di valutare sul terreno squisitamente politico l’ipotetico approdo politico del presidente della Ferrari e dell’ex presidente Fiat. Almeno su due versanti. Quello della prospettiva politica e, soprattutto, sui contenuti del nuovo “partito”. Sul terreno della prospettiva politica, la secca analisi di Bersani è abbastanza calzante. E cioè, siamo in un contesto bipolare. Ma non perché lo impone la regola elettorale. Ma per una semplice constatazione, quasi storica. Non a caso, tanto nella prima quanto nella Seconda repubblica il bipolarismo è stato …

«La Sicilia intera non vale un maestro?», di Mila Spicola

Noi, del gruppo INSIEME x LA SCUOLA, non ci stiamo alla guerra che hanno armato contro la scuola italiana, siciliana su tutte: guerra studiata a tavolino a suon di numeri e di caduti sul campo. Egregio Presidente Napolitano, “stanotte alle 5 i precari personale ata ci incateniamo all’ingresso del provveditorato di Palermo inizia la lotta contro i tagli vi terrò informati tramite qualcuno io sarò li e forse inizieremo incatenati lo sciopero della fame :la scuola pubblica non si tocca la difenderemo con la lotta.” Questo stiamo leggendo sulla bacheca del gruppo INSIEME X LA SCUOLA. Inizia la stagione delle catene, inizia la stagione della fame, nel budello di via Praga, dove si trova l’Ufficio Scolastico Regionale Siciliano. Per il terzo anno consecutivo. Per primi iniziano “ i bidelli” , quelli che qualcuno si è permesso di dire essere “più dei carabinieri”. Perché sapete, noi della scuola, certi fenomeni infami li vorremmo combattere tra i corridoi delle nostre scuole e non per strada con le volanti. Giusto per smentire la vulgata dell’isola criminale. Calogero e …