Anno: 2011

«Bersani alle parti sociali: tavolo di confronto su crisi, sarà un autunno pesante», di Celestina Dominelli

Un tavolo con le parti sociali «per proseguire il confronto e affrontare l’emergenza» in vista di «un autunno pesante». Pierluigi Bersani riparte da qui per incalzare il Governo sulla manovra correttiva. Così, nell’incontro con le parti sociali convocato oggi dal Pd per illustrare loro le dieci ricette anti-crisi, il numero uno dei Democrats cerca di costruire un fronte comune tra opposizione, associazioni datoriali e i sindacati contro il decreto varato dall’esecutivo. Bersani: la manovra è fortemente recessiva Al vertice voluto dai democratici ci sono tutte le sigle: dal direttore di Confindustria, Giampaolo Galli, ai vertici di Cgil e Uil, Susanna Camusso e Luigi Angeletti, al segretario generale aggiunto della Cisl, Giorgio Santini, e al numero uno dell’Ugl, Giovanni Centrella. A loro Bersani ribadisce le critiche che già ieri aveva puntellato nel corso della conferenza stampa di presentazione della contro-manovra. Il leader dei Democrats ripete quindi che l’impatto della manovra è fortemente recessivo e tale da scompaginare le tutele sociali nel nostro paese. Quindi torna a ribadire le sue perplessità per «i molti e molti miliardi …

«Evasione fiscale, quattro mosse per ridurla davvero», di Alessandro Santoro *

In occasione di ogni manovra finanziaria torna, immancabile, la discussione sulla (cosiddetta) lotta all’evasione. Basta guardare le tabelle riassuntive degli impatti dei decreti 98 e 138 predisposte dalla Ragioneria Generale dello Stato per capire che gli importi attesi dai (modesti) provvedimenti antievasivi sono poco rilevanti. D’altronde, in anni recenti il governo di centro-destra ha attribuito ad altre misure (il redditometro, ad esempio) un notevole di recupero di gettito. Il punto, in effetti, non è quello di «dare i numeri», quanto piuttosto di affrontare razionalmente il problema partendo da alcuni punti fermi, senza i quali la discussione si trasforma in chiacchiericcio. Primo: esistono pochi confronti internazionali affidabili, ma da quel che sappiamo tutti i Paesi mediterranei, Grecia e Italia in testa, sono caratterizzati da livelli di evasione più elevati rispetto agli altri Paesi Ocse, sebbene nessuno tra essi, neppure i celebrati Stati Uniti, siano esenti dal problema. Secondo: è vero che i livelli di etica fiscale (tax morale, nella letteratura inglese) contribuiscono a spiegare i differenziali di evasione tra i diversi Paesi, ma non è vero …

Emergenza lavoro per i giovani. L'Italia è maglia nera d'Europa

I dati della Confartigianato: record negativo dell’Ue, più di un milione gli under 35 disoccupati. In Sicilia arrivano quasi al 30% L’Italia ha il record negativo in Europa per la disoccupazione giovanile: sono 1.138.000 gli under 35 senza lavoro. A stare peggio i ragazzi fino a 24 anni: il tasso di disoccupazione in questa fascia d’età è del 29,6%: uno su 3 è senza lavoro, rispetto al 21% della media europea. A fotografare la situazione del mercato del lavoro nel nostro Paese è l’Ufficio studi della Confartigianato. Il primato a livello nazionale è della Sicilia con una quota di disoccupati under 35 oltre il 28%. E se la media italiana si attesta al 15,9%, va molto peggio nel Mezzogiorno dove il tasso sale a 25,1%, pari a 538.000 giovani senza lavoro. Inoltre, tra il 2008 e il 2011, anni della grande crisi – rileva la Confartigianato – gli occupati under 35 sono diminuiti di 926.000 unità. Nella classifica delle regioni seguono la Campania con il 27,6% di giovani senza lavoro, la Basilicata (26,7%), Sardegna (25,2%). …

"Stime errate e norme illegittime. I tecnici «bocciano» la manovra", di Bianca Di Giovanni

Inizia l’iter della manovra in Senato. Schifani interviene in Commissione. I tecnici della Bilancio accusano: disposizioni vaghe e cifre troppo ottimistiche. Non convincono neanche le previsioni sul Pil. La norma sul contributo di solidarietà darà un gettito «sensibilmente inferiore» a quello stimato, così come la cosiddetta Robin Tax sui petrolieri. La disposizione sul taglio ai ministeri è di difficile applicazione, quella sul Tfr dei pubblici dipendenti potrebbe risultare discriminatoria, per non parlare del comma 6 dell’articolo 1 – cioè la parte che riguarda il riordino delle agevolazioni fiscali e il decreto su un eventuale aumento delle tasse indirette e le accise – che è addirittura a rischio costituzionalità. Infine, ultima «pillola avvelenata»: il governo dovrebbe chiarire gli effetti del decreto di Ferragosto sul Pil, tema su cui Giulio Tremonti si è limitato a confermare le stime del Def di aprile. Il mondo è cambiato, ma il Pil italiano resta uguale. Credibile? Molto poco, così come sono sotto osservazione parecchi capitoli della manovra. I tecnici della commissione Bilancio la «impallinano» con una sfilza di obiezioni. La …

"Marcia pdl sul decreto, Lega sotto assedio", di Francesco Lo Sardo

“Arditi” berluscones scatenati su Iva e pensioni. Il Capo tace Il disordine ha raggiunto il clou. Campane sempre più a morto per il prelievo di solidarietà sui redditi oltre i 90mila euro, viceversa Iva al galoppo, mentre resta ancora alta la tensione tra Pdl e Lega sulle pensioni di anzianità. Queste le ultime confuse notizie che arrivano dal fronte della maggioranza. Parte in commissione al senato l’iter parlamentare della manovra bis e sul decreto legge di Ferragosto da 45,5 miliardi lo scontro nella maggioranza si acuisce. La crisi morde, la Bce continua a invitare a far presto: i tempi per l’approvazione del decreto sono strettissimi, ma i suoi contenuti continuano a cambiare di ora in ora. Dietro lo scontro sulla manovra si gioca del resto una partita di potere, di ridefinizione dei rapporti di forza nella maggioranza i cui esiti saranno rilevantissimi per l’evoluzione della situazione politica. Stavolte nell’estenuante braccio di ferro Tremonti- Berlusconi – che non poteva non investire anche la manovra – sono apertamente e rumorosamente entrate in campo forze organizzate di tre …

"Secessione, un fantasma agitato a intermittenza", di Mattia Feltri

In 20 anni di storia la Lega lo ha riesumato secondo le esigenze Vent`anni di secessione sì e secessione no, ad anni alterni, secondo la stagione, in base a come gira il mondo o a come gira a Umberto Bossi. Ora gli gira la secessione sì esattamente come dodici mesi fa gli girava la secessione no e questo andirivieni padano prosegue da una vita, portando con sé il periodico scandalo o sollievo delle classi dirigenti. Però non è difficile scovare la regola: è tempo di secessione quando la Lega molla la metà campo e gioca all`attacco, se non altro perché è la miglior difesa, e infiamma il pubblico assonnato o deluso. L`epoca più di bigiotteria che d`oro della secessione cominciò nel 1996 e si concluse fra il `99 e il 2000, gli anni di Bobo Maroni che sfida gli sbirri come Enrico Toti, dell`assalto al campanile di Venezia con l`autoblindo serenissimo, del sortire tambureggiante di istituzioni padane che in due settimane sprofondano nello sbadiglio. Però le minacce di qualche gusto, perché inedito, risalgono ai primi …

«Doppi stipendi un’anomalia da sanare», intervista a Valerio Onida di Maria Zegarelli

È arrivato il momento di affrontare la questione». Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, nonché docente di Giustizia costituzionale presso l’Università degli Studi di Milano pensa che sì, sia davvero arrivato il momento di mettere fine alla possibilità per i parlamentari di accumulare altri redditi all’indennità da onorevoli. E non soltanto per una questione morale. Presidente, non solo questione morale o etica. Ma? «Proviamo a ricostruire da dove nasce l’indennità parlamentare. Nasce per motivi di uguaglianza: per consentire a chi non ha altri redditi che gli diano mezzi di sostentamento di impegnarsi a tempo pieno nelle funzioni pubbliche per cui viene eletto. Quando le cariche pubbliche erano gratuite potevano svolgerle soltanto le persone che vivevano di rendita. L’indennità non è altro che questo, nonè uno stipendio, serve a rendere indenne dal danno economico chi si mette a disposizione della società con compiti istituzionali». La motivazione era nobile, ma oggi i parlamentari non solo prendono l’indennità, continuano a svolgere le proprie professioni spesso a danno della loro funzione pubblica. «E questo èun altro profilo, sicuramente …