Anno: 2011

"Treu e Gabaglio: Via i contratti dal decreto-manovra", di Bruno Ugolini

Il decreto sulla manovra anti-crisi, con i suoi contenuti e con le polemiche che l’accompagnano dovrebbero poter vedere in scena un sindacato forte e unito, sostenuto da un movimento di massa. Non è così finora. La lettera-proposta Cgil agli altri interlocutori sindacali non ha dato i risultati sperati. Questo rischia di nuocere alla possibilità d’introdurre iniezioni di equità nella manovra stessa. Uno dei motivi di divisione riguarda l’introduzione nel decreto di alcune norme che riguardano i contratti, compresa la possibile rimozione dell’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, tramite sindacati aziendali di comodo. Norme che nulla hanno a che vedere con l’obiettivo di affrontare lo sconquasso economico. Lo ha fatto notare, tra gli altri, sul Riformista, un dirigente politico avveduto come Emanuele Macaluso. Altre voci si sono poi levate. Tra queste, quella di Emilio Gabaglio che con Stefano Fassina ha firmato su l’Unità un articolo nel quale si spiega che «il testo governativo è inaccettabile e va ritirato». Una presa di posizione chiara e condivisa da un dirigente come Emilio Gabaglio ben conosciuto e stimato nel …

"La città brucia con il suo raìs", di Bernardo Valli

Tutto, o quasi tutto, è crollato come un castello di sabbia. Con un´avanzata lampo, i ribelli hanno sfondato senza incontrare una seria resistenza “l´anello d´acciaio” destinato a difendere Tripoli, e sono entrati nei quartieri occidentali della metropoli, acclamati dalla popolazione. Alcune pattuglie hanno raggiunto la piazza Verde, quella dei grandi comizi del rais, dove c´era una folla entusiasta ad accoglierle, ma anche sparute unità governative pronte a combattere. E infatti si è acceso uno scontro a fuoco. A tarda notte una contabilità approssimativa dava centotrenta morti nell´insieme della capitale. Un figlio del rais, il preferito, quello che doveva succedergli, il secondogenito Saif el-Islam, è stato catturato. Il regime di Muhammar Gheddafi è ormai agonizzante. Sembra barricato nella parte orientale di Tripoli, dove i ribelli dovrebbero scontrarsi con i reparti più agguerriti, nel caso questi non si disperdessero come le truppe destinate a difendere la città. Ma lui, Gheddafi, non è rassegnato alla resa resa. Al contrario i suoi messaggi trasmessi per telefono sono stati diffusi con insistenza da radio e televisione. E definivano i ribelli …

"Proposta per i piccoli Comuni: associarli ma non cancellarli", di Antonio Misiani* e Francesco R. Frieri

Sopprimere i municipi con meno di mille abitanti è una scelta debole dal punto di vista economico. Esiste un’alternativa più efficace e meno mediatica: rafforzare la gestione associata dei servizi locali. La sostanziale soppressione dei comuni con meno di mille abitanti prevista dalla manovra di ferragosto è una scelta debole dal punto di vista economico e sbagliata sotto il profilo civile e democratico. Contrariamente a quanto si pensi, l’Italia non ha un numero di municipi superiore al resto d’Europa: a fronte degli 8.094 comuni italiani (uno ogni 7.490 abitanti), in Germania ci sono 11.334 gemeinden (uno ogni 7.213), nel Regno Unito 9.434 wards (uno ogni 6.618) in Francia 36.680 communes (uno ogni 1.774) e in Spagna 8.116 municipios (uno ogni 5.687). La media Ue è di un ente ogni 4.132 abitanti. Il nostro problema è un altro: le diseconomie di scala legate alla gestione spesso polverizzata dei servizi locali, ammessoche essi vengano erogati in tutto il territorio nazionale. Secondo i dati Anci-Ifel nel 2008 i piccoli comuni presentavano una spesa pro capite superiore alla media …

"Il falò delle verità", di Massimo Giannini

Senza verità non c´è democrazia. È il principio-cardine intorno al quale ruota la cultura politica dell´Occidente, come ci ha insegnato Hannah Harendt. Anche per questo l´Italia “moderna” sprofonda in una palude di democrazia “a bassa intensità”. Il berlusconismo della Seconda Repubblica, involuzione matura dell´Andreo-Craxismo della Prima, ci ha definitivamente trasformato in un Paese che ha smarrito l´etica della verità. Nella stortura delle regole costituzionali. Nella rottura delle relazioni istituzionali. E ora nell´avventura della crisi economica e finanziaria. Non c´è un solo ambito nel quale il presidente del Consiglio, pressato dalle sue urgenze private, non abbia edulcorato le emergenze pubbliche e manipolato la “narrazione” da offrire ai cittadini-elettori. La drammatica estate di “lacrime e sangue” è il vero tributo che ora paghiamo all´irresponsabile «autodafè» che il governo Berlusconi ha acceso in questi tre anni, raccontando agli italiani la favola del «Paese ricco, forte e vitale», che «sa reagire meglio degli altri alla crisi», salvo poi scoprire che siamo di nuovo sprofondati nel girone infernale del “Club Med” di Eurolandia. Dunque, dobbiamo essere grati a Giorgio Napolitano, …

Napolitano al meeting Cl: l'intervento integrale

Colgo in questo incontro, nella sua continuità con l’ispirazione originaria e la peculiare tradizione del Meeting di Rimini, l’occasione per ridare respiro storico e ideale al dibattito nazionale. Perché è un fatto che ormai da settimane, da quando l’Italia e il suo debito pubblico sono stati investiti da una dura crisi di fiducia e da pesanti scosse e rischi sui mercati finanziari, siamo immersi in un angoscioso presente, nell’ansia del giorno dopo, in un’obbligata e concitata ricerca di risposte urgenti. A simili condizionamenti, e al dovere di decisioni immediate, non si può naturalmente sfuggire. Ma non troveremo vie d’uscita soddisfacenti e durevoli senza rivolgere la mente al passato e lo sguardo al futuro. Ringrazio perciò voi che ci sollecitate a farlo. D’altronde, anche nel celebrare il Centocinquantenario dell’Unità, abbiamo teso a tracciare un filo che congiungesse il passato storico, complesso e ricco di insegnamenti, il problematico presente e il possibile futuro dell’Italia. Ci siamo provati a tessere quel filo muovendo da quale punto di partenza ? Dal sentimento che si doveva e poteva suscitare innanzitutto …

"Van Rompuy, batti un colpo", di Giuliano Amato

Nessuno criticherebbe oggi una politica europea che, forzando anche le procedure esistenti, ci fornisse con la creatività e la forza che servono una prospettiva alla quale affidarci, in un momento in cui non sappiamo più se il nostro nemico peggiore è il debito o il rischio di recessione e attorno a noi il mondo intero brancola nello stesso buio. Siamo pronti allora a benedire chiunque si muova per indicarci la strada e se lo fanno Francia e Germania non è il caso di andar troppo per il sottile e di piangere sul danno recato all’ortodossia istituzionale. Ma proprio perché è questo il nostro stato d’animo, è stata cocente la delusione provocata dall’ultimo incontro fra Nicolas Sarkozy ed Angela Merkel. E l’esigenza che ora si avverte di più è evitare il ripetersi in futuro di esibizioni altrettanto estemporanee, seminando nei mercati, che di sicuro non ne hanno bisogno, ulteriori ragioni di incertezza su quello che intende fare l’Europa. Sulla base del lavoro paziente ed efficace del presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, lo stesso Consiglio …

"L'estate morale", di Massimo Gramellini

Dove sono finite le berluschine di Villa Certosa, le suffragette di Gheddafi, la casa di Montecarlo del cognato di Fini, il cognato di Fini medesimo? E le feste oltraggiose dei ricchi volgari, i dibattiti sul nulla pieno di vuoto, il cazzeggio elevato a nobile arte? Nell’estate del nostro scontento ci riscopriamo più sobri e più seri. E’ impressionante come cambi in fretta l’umore di un popolo. Ancora l’estate scorsa ci distraevamo dalla crisi incombente con una dose massiccia di pettegolezzi sul Potere. E anche chi, a parole, si indignava per lo scadimento del dibattito pubblico non riusciva a sottrarsi alla tentazione di sbirciare dal buco della serratura. Ora la crisi ha rimesso tutte le cose al loro posto. Le scemenze, anche se politicamente o penalmente rilevanti, retrocedono al rango di scemenze. E i giornali e le chiacchiere da ombrellone si riempiono di numeri, di fatti, di cose concrete. Persino la paura ha cambiato segno: non più quella vaga, e agitata ad arte, di batteri killer o attentati terroristici in serie, ma il realistico spavento che …