Anno: 2011

"Arte e ambiente tra i valori fondanti", di Salvatore Settis

Fiero di essere italiano? Cittadino di un Paese dall’economia immobile, afflitto da un’evasione fiscale sterminata (oltre 100 miliardi di euro l’anno secondo Il Sole 24 Ore), intento a tagliare le spese in ricerca, cultura, istruzione e tutela? Dove la principale stampella della maggioranza di Governo è un partito che minaccia la secessione? Dove crescono la disoccupazione giovanile e l’emigrazione dei ricercatori, e il governatore Draghi parla di “macelleria sociale” in atto? Sarebbe più facile, per questo “tema svolto”, inventariare dubbi e imbarazzi, e non dichiarare fierezze. Eppure… Eppure mi capita di sentirmi fiero di essere italiano. Due piccole storie recenti. Prima scena in Scozia, dove tutti parlano del tesoro perduto di William Blake. Ecco, in due parole, la storia: nel 2001 un libraio compra per 1.000 sterline da un antiquario di Glasgow diciannove disegni acquarellati di Blake, una serie che il grande artista visionario aveva composto nel 1805 per illustrare il poema The Grave di Robert Blair. L’incisore fu l’italiano Luigi Schiavonetti, ma almeno sette di quei disegni non furono mai incisi. La Tate Gallery …

L’attacco di Bersani «La manovra? Oramai è figlia di nessuno», di Maria Zegarelli

Le opposizioni concordi: prioritario combattere l’evasione e tassare i grandi patrimoni. Per Casini la manovra è «invotabile», meglio riformare le pensioni e alzare l’Iva, ma niente contributo di solidarietà. Certo non è facile fidarsi di Silvio Berlusconi per il segretario Pd Pier Luigi Bersani. E non c’entra niente quella frase «scherzosa» del premier che, rivolto ad un suo fan sul molo di Porto Rotondo che gli aveva detto che era appena passato il segretario Pd, ha risposto: «Eh, però se è passato potevate buttarlo in mare». La difficoltà a fidarsi dell’annuncio di non mettere la fiducia alla manovra deriva dai precedenti: ce ne sono state 47 dall’inizio della legislatura. «Se adesso parla così, se dice che stavolta non vi ricorrerà – spiega Bersani – è perché deve dare un messaggio di tranquillità al suo pollaio, perché un sacco di gente del centrodestra che vorrebbe cambiare la manovra», ma di sicuro, quando «saremo sotto, per problemi interni alla maggioranza, ci ripenserà». LA MANOVRA ORFANA Una manovra che ormai è anche orfana, perché «visto che il decreto …

"Il caso Bossi", di Stefano Menichini

La quarta manovra in un anno sarebbe stata comunque un gran pasticcio, perché il livello di approssimazione e di improvvisazione del governo e della sua maggioranza supera ormai ogni precedente. Non siamo quindi qui a dire che lo sbandamento della politica italiana dipenda tutto da un uomo solo: non da Berlusconi, naturalmente neanche da Umberto Bossi. È però evidente a tutti – e nel Palazzo normale argomento di conversazione, senza però assumere dignità di discorso pubblico, per ragioni comprensibili – che il leader della Lega rappresenta ormai un problema a sé. Certo, lo è sempre stato, fin dalla prima sua apparizione sulla scena nazionale: ma per lunghi anni si trattava di un problema esclusivamente politico, complicato e anche affascinante considerando l’incredibile storia della sua creatura, la Lega nord. Ora invece, a sette anni dall’ictus cerebrale che poteva essere un handicap definitivo, e invece venne energicamente affrontato e in gran parte vinto, Bossi aggiunge al nodo politico di una Lega in crisi di consensi e di politiche l’aggravante di una imprevedibilità e inaffidabilità personali che hanno …

"Ma il 25 aprile non si può spostare", di Alessandro Pace

Era proprio necessario che tra le misure anti-crisi venisse previsto di spostare alla domenica successiva la celebrazione della sconfitta del fascismo, della nascita della Repubblica e di quel lavoro che la Costituzione pone a fondamento dell´Italia? Mi chiedo ancora: Barack Obama o qualsiasi altro leader americano penserebbe mai, come misura anti-crisi, di poter spostare alla domenica successiva la celebrazione del “giorno dell´Indipendenza” (4 luglio) o “del giorno del Ringraziamento” (ultimo giovedì del mese di novembre)? Non mi chiedo, invece, cosa succederebbe in Francia dinanzi alla solo ventilata idea di spostare la celebrazione della presa della Bastiglia al 16 o al 17 luglio. È infatti scontato che ciò determinerebbe una intransigente opposizione da destra come da sinistra, perché il 14 luglio è il “14 luglio”: una data e, insieme, un simbolo che sta alla Francia come il 25 aprile sta all´Italia. Identifica la precondizione storica della nascita, tra sangue e sofferenze, della Repubblica francese, così come senza il 25 aprile 1945, simbolo del riscatto italiano, non ci sarebbe mai stato il 2 giugno 1946. Ebbene, gli …

"Per la scuola nuovi interventi non solo per il personale (pensioni, tredicesime e TFR) ma anche attraverso la riduzione drastica dei trasferimenti agli enti locali" di Osvaldo Roman

I tagli alle Regioni e agli enti locali sono la parte più consistente della manovra e ovviamente non risparmiano la scuola. Il Decreto legge n. 138 lascia invariata la proroga fino al 31 dicembre 2014 delle vigenti disposizioni che limitano la crescita dei trattamenti economici anche accessori già stabilita nel DL. 98 tradotto nella legge n.111/11. Ancora nessuno ha spiegato cosa significhi però concretamente per il personale della scuola tale disposizione che inciderà anche nella attuazione del piano triennale delle nomine a tempo indeterminato. Per inciso vale la pena di segnalare che i trucchi governativi continuano perché chiamano precari anche quei docenti inidonei e gli Ata in mobilità, così dei 36 mila ATA da nominare in realtà i precari sono molti di meno. Il nuovo decreto, in attesa dei conti riguardanti quel salasso, si limita a sfiorare il personale della scuola che rientra nelle norme che prevedono, a certe condizioni, la rateizzazione e della tredicesima mensilità. Il taglio dei fondi dei ministeri esclude la scuola e la ricerca ma include quello che rimane del MIUR …

"La ricetta per uscire dalla crisi: una politica europea più forte", di David Sassoli

Un sistema internazionale governato dalle sole regole del mercato può avere gravi conseguenze sociali oltre che economiche. Per questo è importante completare la costruzione del progetto Ue. La lettura mattutina dei giornali non lascia scampo alla sgradevole sensazione di vivere alla giornata in un Paese che continua a perdere tempo. Ela sensazione è forte, sempre piu diffusa perché ci siamo accorti all’improvviso di vivere in un tempo in cui non c’è più tempo. Fino a ieri potevamo rinviare scelte e decisioni e così è stato. Potevamo farlo perche vivevamo di rendita, come i baroni dell’età feudale. Oggi ci accorgiamo che nel mondo globale di rendita non si vive più, che dall’altra parte del mondo si cresce a ritmi vertiginosi, che i Paesi in via di sviluppo che non abbiamo aiutato si stanno rivolgendo ad altri, che all’ordine del giorno non c’è piu la sopravvivenza di un sistema, ma l’avvento di un ordine mondiale che può fare a meno di noi. Di noi italiani, europei e statunitensi. Per la precisione, di quel miliardo di persone che …

"La regola d'ora di Angela e Nicolas", di Bernardo Valli

Nella civiltà delle immagini quest´ultime contano spesso più delle parole. Questo non significa che il vertice franco-tedesco sia stato una semplice rappresentazione, sul genere teatrale. Né una banale opera di comunicazione. A conclusione dell´incontro, durante i lunghi interventi esplicativi di Angela Merkel e di Nicolas Sarkozy, si è avuta la netta impressione che la Francia avesse adottato una cadenza tedesca, e che il suo gagliardo presidente suggerisse quel passo al resto dell´Europa, sotto lo sguardo sorridente, rassicurante della Cancelliera. Non contavano soltanto le immagini. Una delle proposte era l´adozione della «regola d´oro», vale a dire l´equilibrio budgetario da applicare prima della prossima estate. Si tratta di un principio, già inserito (anche se non ancora entrato in vigore) nella magna charta tedesca, che per molti paesi dell´eurozona, abituati da sempre a cronici deficit di bilancio, equivale a una brutale cura di disintossicazione. Su questo terreno l´Italia è servita da cavia, poiché al nostro governo è già stata ordinata la cura. Ma questo è il prezzo da pagare per salvare l´euro, che per Angela Merkel «resta il …