"Triangolo stretto per decidere", di Stefano Folli
Quel che resta della coesione nazionale è più che mai nelle mani di Giorgio Napolitano rientrato a Roma. Ed è bene che sia così, perché ci sono ancora troppi dubbi e incertezze intorno a questa manovra da «ristrutturare» (cioè da riscrivere) rispetto a quella di un mese fa. Sembra di capire che il ministro dell’Economia abbia in mente dove intervenire, ma che esistano ancora non pochi problemi all’interno della maggioranza. Di sicuro ce n’erano ieri mattina, quando si sono riunite le commissioni parlamentari. Di qui il profilo generico del discorso tremontiano. Se il decreto fosse pronto, annunciarlo nei dettagli prima del varo vorrebbe dire esporlo al logoramento politico. Siccome non è pronto, o almeno non lo era ieri mattina, è giocoforza restare nell’empireo dei grandi principi. Questo spiega perché Tremonti sia piaciuto poco sia al suo amico Bossi, che lo ha giudicato «fumoso» (ed è singolare), sia ad alcuni falchi berlusconiani come Stracquadanio e Crosetto. È la prova che la miscela di interventi (pensioni, rendite, prelievo di solidarietà, eurotassa o patrimoniale e altro) non è …
