Anno: 2011

"Carroccio senza guida", di Rudy Francesco Calvo

Adesso anche il ministro Tremonti, la testa di ponte leghista nel Pdl, è finito nel mirino. E non l’ha presa per niente bene. Se Umberto Bossi è giunto ad attaccare perfino l’amico Giulio, appare ormai evidente come la Lega non sia in grado di avere una linea politica chiara. L’effetto è sotto gli occhi di tutti: un galleggiamento dell’esecutivo che sta trascinando a fondo il paese, costringendo la Bce e il Quirinale a prendere in mano la situazione, grazie anche all’assunzione di responsabilità delle opposizioni. Qui non è più una questione di pernacchie e diti medi alzati. Non sono solo intemperanze e sgrammaticature politiche (oltre che linguistiche) da accettare perché «sono fatti così», in nome della stabilità del governo. Del «non cambiare il pilota durante la tempesta», per dirla con Romano Prodi. C’è un problema che parte da via Bellerio, passa per palazzo Chigi e torna nuovamente in Padania, in una piazza Affari che continua a sprofondare come nei comuni soffocati dagli interventi dell’esecutivo. Il Carroccio è senza guida. Bossi non è più oggettivamente in …

"Assunzioni a rischio e caos graduatorie. Altro colpo alla scuola", di Mariagrazia Gerina

Immissioni in ruolo incerte nei prossimi anni. Cgil: presto mobilitazione. In 30mila conquistano la cattedra, ma la «pagano» con stipendi ridotti. Dovevano essere, almeno per una parte degli oltre 230mila precari iscritti nelle graduatorie dei docenti abilitati, la fine del tunnel, e invece le 66.800 assunzioni decise dal governo, di cui solo 30.308 sono per i docenti, il resto per il personale tecnico amministrativo, si sono già trasformate nell’ennesima, crudele, lotteria. A restare fuori, per effetto dei tagli che si sono mangiati circa 140mila posti di lavoro in tre anni (89mila solo tra gli insegnanti), saranno comunque troppi. E per loro non c’è nessuna certezza, visto che le assunzioni previste per i prossimi due anni sono subordinate alle decisioni draconiane che il governo vorrà prendere sul pubblico impiego. I “fortunati”, invece, che rientreranno nella tranche di quest’anno, calcolata sui posti vacanti al netto dei tagli decisi negli scorsi anni, pagheranno comunque l’assunzione una diminuzione del salario e dei diritti, dal momento che (per effetto dell’accordo, che la Cgil ha rifiutato di siglare) il primo scatto …

"Ma solo l'equità è sostenibile", di Tito Boeri

Come volevasi dimostrare, non sarà possibile un semplice cambiamento nella tempistica della manovra economica varata nello scorso mese di luglio per raggiungere con un anno di anticipo il bilancio in pareggio. Lo ha riconosciuto lo stesso ministro dell´Economia Giulio Tremonti prima nell´incontro con le parti sociali e poi nell´audizione alla Camera di ieri. Ha parlato di “ristrutturazione della manovra” nonostante avesse dichiarato solo qualche giorno prima che tutto sarebbe rimasto come prima, con il solo anticipo di un anno dei vari provvedimenti. Anche nell´audizione di ieri il ministro Tremonti ha dato però un´impressione di totale improvvisazione. Rischiamo così di trovarci dopo il prossimo Consiglio dei ministri, forse già oggi, solo con i dilatori e inutili (se non sbagliati) interventi sulla Costituzione e qualche balzello estemporaneo in più. Peccato perché la crisi ci offre un´opportunità per migliorare una manovra mal congegnata dall´inizio e poi rattoppata “con un tacon peggio del buso”. Bisognerà rafforzarla quantitativamente dato che il peggioramento della congiuntura rende più oneroso l´aggiustamento, ma soprattutto qualitativamente. Il principio cardine deve essere quello di essere equi, …

"Libertà di licenziare. La minaccia del Governo", di Rinaldo Gianola

Crediamo, almeno per un momento, alle ipotesi di intervento delineate da Giulio Tremonti per risanare i conti pubblici e rilanciare il Paese. Concentriamoci sul lavoro. Lo scenario che abbiamo davanti è questo: libertà di licenziamento e cancellazione dello Statuto dei lavoratori, riduzione delle retribuzioni per i dipendenti pubblici, blocco delle pensioni di anzianità, aumento a 65 anni dell’età pensionabile per le donne del settore privato. Più o meno questi sono i capitoli principali di intervento sul lavoro e, naturalmente, Tremonti si è giustificato sostenendo che le misure più dure, a partire dai licenziamenti, sono state richieste nella famosa lettera della Banca centrale europea che pur autorevole, tuttavia, non può essere scambiata per l’intera Europa. Il menù sociale della manovra, se davvero sarà così formulato, si presenta come una nuova guerra al mondo del lavoro, un’offensiva in cui gioca un ruolo determinante l’aspetto ideologico: si persegue la strada della riduzione o dell’eliminazione dei diritti e delle tutele del lavoro giustificandola ideologicamente come una indispensabile modernizzazione del mercato del lavoro e, più in generale, della nostra economia. …

"Ma l'Italia è un'altra storia", di Giovanna Zincone

La coesione sociale è un guscio fragile, costantemente attraversato da rischiose incrinature sociali. A volte basta un colpo per romperlo. Ci sono anche in Italia le condizioni perché si verifichi un’esplosione all’inglese? Per rispondere si può cominciare osservando – come è stato fatto da vari commentatori – che i rischi di deflagrazione aumentano quando le incrinature si sovrappongono: ad esempio quando la marginalità sociale e culturale riguarda ceti in difficoltà e minoranze etniche che si concentrano in pezzi di territorio. Ma, mentre a prima vista la rivolta inglese pareva avere una connotazione etnica, si è poi capito che il colpo iniziale dell’uccisione del ragazzo afro-caraibico ha solo dato l’avvio a un’orgia di rabbia e di giocosi saccheggi, una scorribanda senza confini razziali e alla quale hanno partecipato persino persone mature e gente non priva di mezzi. Concentriamoci, però, sull’avvio, e cioè sul rischio che in Italia possa verificarsi un’esplosione che abbia radici etniche. Se questo è il quesito, più che chiedersi «capiterà anche a noi?», si dovrebbe osservare che un po’ è già capitato. Qualche …

Bersani: «Domani dimezziamo i parlamentari», da www.unita.it

«Riduzione della spesa: privilegiamo un taglio delle spese non tanto sul sociale ma su tutta l’area pubblica amministrazione. Partiamo domani mattina e facciamo il dimezzamento del numero dei parlamentari. Di lì in giù, occupandoci di piccoli comuni, accorpamento delle province e via dicendo. Liberalizzazioni: usciamo dalle nebbie. Ordini professionali, farmaci, rc auto, separazione Snam rete gas, siamo contro la privatizzazione forzata non contro la liberalizzazione». Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, è il primo a replicare dopo il discorso di Tremonti alle commissioni di Camera e Senato sulle misure urgenti del governo per affrontare la crisi. Bersani lo fa entrando subito nel merito delle questioni economiche, ma prima fa una amara riflessione: «Riteniamo che in Italia la questione politica sia il cuore del problema e non possa essere separata dalla crisi. A qualche commentatore vorrei chiedere come mai in Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna, a modo loro, hanno cambiato il Governo? C’è un tema di fiducia a livello internazionale che riguarda la possibilità di chiamare il maggior numero di forze a contribuire». SECONDA MAASTRICHT PER …

"Crisi, cosa ha detto (in realtà) Tremonti", da www.unita.it

CRISI, DOMANI CDM PER IL DECRETO Potrebbe essere convocato già domani nel pomeriggio il Consiglio dei ministri per il varo del decreto legge contenente le misure anticrisi. Lo si apprende da fonti di Governo. La riunione del cdm dovrebbe seguire a un incontro con le parti sociali. Il ministro dell’Economia riferisce alle commissioni di Camera e Senato sulle misure urgenti del governo per affrontare la crisi e per metà del tempo parla di riforme costituzionali (degli articoli 41 e 81) che hanno tempi lunghi mesi e anni. Solo in chiusura del suo intervento cita in modo sommario varie possibilità prese in considerazione dal governo. Su singoli temi riferisce dei “suggerimenti” contenuti nella lettera arrivata dalla Banca centrale europea e lo fa per dimostrare quanto possano essere ‘dure’ le misure chieste dall’Europa (libertà di licenziamento, riduzione degli stipendi dei dipendenti pubblici, ecc.), anche se si affretta ad aggiungere che sono provvedimenti sui quali il governo non ha intenzione di assecondare la Ue. Il giudizio complessivo sull’intervento di Tremonti lo dà uno dei suoi grandi alleati: Umberto …