"Con la testa già nel dopo-Berlusconi", di Mario Lavia
Giorgio Napolitano ieri sera ha potuto lasciare Roma per l’amata Stromboli con la coscienza di aver fatto quello che poteva fare per rimettere in moto un normale meccanismo democratico e politico. Il governo, missing fino a 48 ore fa, si presenta oggi in parlamento e domani incontra le parti sociali. La parola torna alla politica. In teoria. In teoria, sì, perché ieri non c’era uno che si attendesse chissà quale novità dalle parole che Berlusconi pronuncerà a Montecitorio. Nessuno scommette su sorprese. Men che meno i pidiellini. Uno di loro, e non fra i più inesperti, ieri ci ha candidamente confessato che il bandolo della terribile crisi sui mercati non è minimamente fra le mani del premier: l’unica è tenere botta e aspettare che passi la nottata, magari approfittando dell’oscurità per assestare il colpo da ko ad un Tremonti che paradossalmente rischia di essere al tempo stesso il colpevole e il capro espiatorio. In questa situazione per il Pd i margini crescono. La sensazione è che ci si disponga ad una nuova capacità di “gioco”, …
