"Il rischio di rinviare i sacrifici", di Stefano Lepri
Le grandi cifre della manovra economica significano, in concreto, uno sforzo simile a quello che fu richiesto da Romano Prodi e da Carlo Azeglio Ciampi per entrare nell’euro. L’aspetto più affrontato nel dibattito politico è che ai cittadini sarà chiesto assai poco quest’anno e nel 2012, moltissimo nel 2013 e nel 2014. Una richiesta che arriverà dopo la fine della attuale legislatura, sia essa troncata da un voto anticipato l’anno prossimo oppure duri fino alla scadenza naturale. Il governo ha ribattuto che il profilo temporale era quello concordato con le autorità europee. Per ragionare, è meglio astrarre un momento da questo problema. Se non si dovessero tenere elezioni politiche al massimo entro due anni, quale sarebbe la scelta migliore? Nelle previsioni sia della Commissione europea sia del Fondo monetario internazionale, l’Italia rischia di mancare di qualche frazione il suo obiettivo intermedio, portare nel 2012 il deficit pubblico sotto il 3% del prodotto lordo. Dunque un rafforzamento della manovra, non troppo oneroso, ci potrebbe mettere al sicuro dal contagio di un eventuale aggravarsi della crisi greca. …
