Anno: 2011

""Pronto, sono Silvio" ma la sala è vuota", di Filippo Ceccarelli

Autentica catastrofe comunicativa, ma quindi anche efficacissimo dispositivo del teatro comico, è l´errore nella scelta dei tempi. Tanto più solenne l´intento, quanto più ridicolo l´effetto. Così ieri era stabilito che il presidente Berlusconi intervenisse in diretta telefonica a una cerimonia che si stava svolgendo nel villaggio turistico “La Principessa” a Campora San Giovanni, in Calabria: la consegna di 149 borse di studio ad altrettanti giovani da parte della Fondazione italo-americana Motta, appuntamento che stava molto a cuore al segretario repubblicano Nucara. Sennonché, vuoi per un misterioso problema tecnico, vuoi per un colpevole ritardo presidenziale, vuoi per un segno del cielo, comunque la telefonata del Cavaliere è giunta fuori tempo massimo, quando tutti si erano ormai irresistibilmente spostati nella sala del buffet. E allora proprio a questo punto, nell´attimo fatale e metafisico che le benemerite telecamere del Tg3 hanno offerto ai telespettatori nell´edizione delle 19, si è vista una sala deserta con tante sedie bianche, un tavolo del tutto sgombro di notabili e autorità e al suo fianco un altoparlante di nuova generazione attorniato da alcune …

"Sotto il vulcano", di Massimo Giannini

Non c´è bisogno di aspettare Pontida per capire che il destino di Berlusconi è segnato. Lo dice l´economia, prima ancora che la politica. Lo segnalano gli analisti finanziari, prima ancora che i leghisti padani. Moody´s che minaccia di rivedere al ribasso il rating dell´Italia fa giustizia di giorni e giorni di chiacchiere irresponsabili e di richieste inesigibili. Altro che grande riforma fiscale, altro che scossa all´economia, altro che allargamento dei cordoni della borsa per rimediare alla doppia sberla delle amministrative e del referendum. La verifica reale non la faranno la prossima settimana gli “improponibili” o i “responsabili” di questa maggioranza in disarmo: hanno già cominciato a farla quei ragazzi “terribili” che ogni giorno, da dietro un computer, decidono le sorti dei Paesi e dei mercati. L´allegra brigata berlusconiana, cieca e sorda di fronte alla realtà, danza sotto il vulcano. L´Italia non può permettersi il lusso di ridurre le tasse o di aumentare la spesa. Il nostro bilancio pubblico non offre margini. Il nostro debito non diminuisce. La nostra crescita é pressoché inesistente. In queste condizioni, …

"La politica è diversa dalla protesta", di Luigi La Spina

Il crepuscolo del berlusconismo in Italia, lungo o breve che sia, travagliato o meno, affida al Pd, il partito più forte dello schieramento che in questi anni si è opposto alla lunga egemonia politica del Cavaliere, una grande responsabilità. Quella di resistere a una tentazione e di non cadere in un equivoco. L’inaspettato successo dei referendum e le altrettanto sorprendenti vittorie di Pisapia a Milano e di De Magistris a Napoli hanno confermato la forza elettorale e l’efficacia comunicativa di un movimento trasversale di protesta. Un movimento, guidato soprattutto dai giovani, contro una concezione della politica giudicata mediocre, corrotta, lontana dagli interessi urgenti dei cittadini. Molti commentatori, giustamente, ne hanno colto le caratteristiche innovative, a partire dalla prevalenza dell’uso propagandistico di Internet rispetto alla televisione e, simultaneamente, dal ricorso all’antico «passaparola» come mezzo di convincimento e stimolo a una rinnovata partecipazione politica. Un fenomeno che nella nostra società civile si era già annunciato, nei mesi scorsi, con i lusinghieri esiti delle manifestazioni delle donne o delle stesse primarie per la scelta dei candidati del centrosinistra. …

"Persone, lavoro, democrazia", di Stefano Fassina

“Noi raccogliamo la sfida dell’innovazione progressiva: valorizzare il lavoro come fonte di identità della persona e fondamento della democrazia”. Relazione d’apertura di Stefano Fassina alla Conferenza Nazionale per il Lavoro Oggi, siamo al passaggio conclusivo di un lungo percorso. È stato un percorso aperto. Un percorso di apprendimento collettivo. Abbiamo incominciato a costruire una lettura condivisa. Una consapevolezza comune. Abbiamo riscontrato quanto articolata e variabile è la condizione del lavoro oggi in Italia. Abbiamo incontrato gli operai della Vynils a Porto Torres e a Porto Marghera, quelli della Fiat a Termini Imerese, a Pomigliano, a Mirafiori e quelli di Fincantieri qui a Genova e a Castellammare. Le donne e gli uomini della Thyssen e della Basel a Terni. Gli ingegneri informatici dell’Eutelia. I precari delle pubbliche amministrazioni, offesi dal Ministro Brunetta, al quale ribadiamo la richiesta di dimissioni. I precari dei call center. Gli artigiani della provincia di Verona ed i giovani avvocati a Roma. I micro-imprenditori de L’Aquila e gli insegnanti a Palermo. Il lavoro nel primo scorcio del XXI secolo si esprime in …

L'appello di Napolitano alle forze politiche: no alla paura di lavorare uniti

«Non bisogna temere, qualche volta ho l’impressione che ci sia in Italia chi teme, che non ci si divida abbastanza politicamente. Stiamo tranquilli: non saremo mai tutti d’accordo. I motivi, anche di competizione, diciamo di giusta divisione, non spariranno». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oggi in visita a Verona, esorta così a ricordare che «l’essenziale è che la divisione non ci impedisca di operare insieme per costruire insieme e di fare dell’Italia una protagonista anche del secolo così difficile che si è aperto». Il monito del Colle: i 50 anni dell’Unità occasione di risveglio Dopo aver salutato i tanti bambini e ragazzi che lo applaudivano al termine dello spettacolo all’Arsenale di Verona, il presidente della Repubblica nel suo breve intervento ha quindi sottolineato che «questo 150° per l’Unità d’Italia è stata una grande occasione di risveglio e partecipazione dal basso. Si sono moltiplicate le iniziative a livello locale e ciò significa che c’è qualcosa che ci unisce dal profondo, una unità, pur tra le diversità. La diversità di idee è necessaria ma si deve …

«A Pontida porteremo uova marce e fischietti», di Giuseppe Rizzo

Ai leader della Lega stanno già fischiando le orecchie. Per il momento sono solo fischi virtuali, ma il Senatur e gli altri leader del Carroccio temono che domenica, al tradizionale raduno a Pontida, quei fischi possano trasformarsi in contestazioni reali. Intanto, sul web i militanti si scatenano in sondaggi, sfottò e moti di rabbia verso i loro rappresentanti in parlamento e al governo. Una sorta di “popolo verde” che come quello viola usa il web per le sue campagne e le sue proteste. Il sito Padania.org, progetto di ricerca indipendente sostenuto dalla Nexus-International Broadcasting Association, ha lanciato in questi giorni un sondaggio tutt’altro che benevolo verso il Carroccio. La domanda posta dai redattori è semplice: “19 giugno 2011 a Pontida. Cosa portare?”. Quattro le opzioni: 1) Pomodori e uova marce; 2) Fischietto; 3) Bottiglione di vino, pane e salame per gli amici leghisti; 4) Orecchiette con cime di rapa; 5) No, quest’anno non vado. Una partita vinta a mani basse, col 59.5%, da pomodori e uova marce. E assurbanipal si chiede: «Faranno a tempo a …

"C'è chi dice no", di Massimo Gramellini

Dopo aver letto l’articolo del nostro Zancan ho ancora più voglia di arrabbiarmi e di sperare. Racconta di Fabio Pisacane, un giocatore del Lumezzane che ha denunciato chi gli offriva 50 mila euro per addomesticare una partita, a costo di passare per spione in un ambiente che spesso applica codici mafiosi. Pisacane viene da una malattia grave e da una famiglia poverissima, ma evidentemente gli è stato insegnato l’essenziale. «Non me la sono sentita di infangare la mia storia». Dice proprio così: infangare la mia storia. Mentre sfoglio i resoconti di affaristi e politici che intrallazzano, corrompono, fanno assumere amichette in barba ai concorsi e regalano rolex comprati al mercato nero, ecco, mentre questo quadro tragico di una classe dirigente senza valori che non siano quelli quotati in Borsa mi si scioglie davanti agli occhi, mi ritrovo a pensare: ma questi cialtroni temuti e riveriti si saranno mai chiesti se stavano infangando la propria storia? Avranno avuto un sussulto d’orgoglio? No, altrimenti sarebbero stati spazzati via dai loro compagni di merende. Ma adesso la puzza …