"Una buona occasione per salvare i referendum", di Michele Ainis
Primo turno, ballottaggi, referendum: e tre. Ci vorrà un atto d’eroismo per metterci in fila davanti ai seggi elettorali, quando ce lo chiedono per la terza volta in quattro settimane. Perché il governo ha rifiutato d’accorpare i referendum alle amministrative, anche a costo di gettare al vento 300 milioni. Perché ci mandano a votare senza spiegarci a che serve il nostro voto, tanto che l’Agcom ha preso carta e penna per inviare una solenne rampogna a mamma Rai. Perchémagari si tratterà d’una fatica inutile, dato che gli ultimi 24 referendum hanno fatto cilecca, dato che da 14 anni nessuna consultazione popolare ha più raggiunto il quorum. E perché infine i 4 referendum che ci aspettano al varco cadono in un clima surreale, mentre i partiti si esibiscono in una sagra delle ipocrisie. Qual è infatti l’oggetto dei quesiti? Nucleare, acqua pubblica, legittimo impedimento. Ma sullo sfondo si staglia a lettere maiuscole una domanda più generale, più assorbente. Questa domanda investe la popolarità del quarto gabinetto Berlusconi, la sua capacità di riflettere gli umori prevalenti del …
