"L´ottimismo dell´intelligenza", di Barbara Spinelli
Se non ci fossero state persone come Giuliano Pisapia e Luigi de Magistris, nelle due città malate d´Italia che sono Milano e Napoli, probabilmente non avremmo assistito in diretta alle fine politica di Berlusconi e della sua inaudita magia. Molti elementi hanno contato, e tra questi sicuramente la coalizione divenuta un garbuglio, la cocciuta scommessa di Gianfranco Fini su una nuova destra legalitaria, la smisurata insipienza di un premier che s´aggrappa follemente a Barack Obama come Michele Sindona s´aggrappò negli anni ´70 agli amici americani. Ma il vento più impetuoso viene da altrove, viene da dentro gli animi, è una forza che ha travolto tutti i copioni consueti. Eravamo abituati a dire, con Gramsci, che quel che urge è il pessimismo della ragione e l´ottimismo della volontà. Non è vero. Quel che ha vinto, a Milano e Napoli, è l´ottimismo della ragione: lo sguardo chiaro, veggente, sui tanti segnali degli ultimi anni. Il non possumus di Fini, le onde viola, la manifestazione delle donne il 13 febbraio, irradiatasi da Internet come virus (“Bastava non votarlo”, …
