"Un patrimonio dilapidato da troppi errori", di Stefano Folli
In quindici giorni il volto dell’Italia è cambiato. La trasformazione è profonda e radicale. Certo, si tratta di un voto amministrativo, riguarda il governo delle città e manca la controprova che gli italiani voterebbero allo stesso modo se domani fossero chiamati a esprimersi nelle elezioni politiche. Sotto questo aspetto, i toni enfatici del governatore Vendola sembrano alquanto prematuri, per non dire inopportuni, in un centrosinistra che sa di essere solo all’inizio di un lungo percorso. Tuttavia quel che è accaduto a Milano, Napoli, Trieste, Cagliari, Novara e in altri centri assomiglia a una rivoluzione. Nel Nord si è spezzato il filo di una relazione speciale e ormai antica fra l’asse politico Pdl-Lega e l’Italia dei ceti produttivi. Pisapia a Milano ha vinto non in quanto pericoloso eversore, bensì come riconosciuto rappresentante di un «establishment» cittadino desideroso di aria nuova. E va dato atto al sindaco eletto di aver usato subito parole di riconciliazione. Nel Sud, a Napoli, il centrodestra è stato punito al di là dei suoi demeriti per aver promesso molto e realizzato poco. …
