Anno: 2011

"Un patrimonio dilapidato da troppi errori", di Stefano Folli

In quindici giorni il volto dell’Italia è cambiato. La trasformazione è profonda e radicale. Certo, si tratta di un voto amministrativo, riguarda il governo delle città e manca la controprova che gli italiani voterebbero allo stesso modo se domani fossero chiamati a esprimersi nelle elezioni politiche. Sotto questo aspetto, i toni enfatici del governatore Vendola sembrano alquanto prematuri, per non dire inopportuni, in un centrosinistra che sa di essere solo all’inizio di un lungo percorso. Tuttavia quel che è accaduto a Milano, Napoli, Trieste, Cagliari, Novara e in altri centri assomiglia a una rivoluzione. Nel Nord si è spezzato il filo di una relazione speciale e ormai antica fra l’asse politico Pdl-Lega e l’Italia dei ceti produttivi. Pisapia a Milano ha vinto non in quanto pericoloso eversore, bensì come riconosciuto rappresentante di un «establishment» cittadino desideroso di aria nuova. E va dato atto al sindaco eletto di aver usato subito parole di riconciliazione. Nel Sud, a Napoli, il centrodestra è stato punito al di là dei suoi demeriti per aver promesso molto e realizzato poco. …

"Dai Caraibi all´esilio russo tre anni di ipotesi sulla "fine" del Cavaliere", di Filippo Ceccarelli

Niente ha acceso la fantasia più della conclusione della carriera di Berlusconi. Ora l´epilogo è a portata di mano con la normalità del voto Tra sogni e incubi, si è arrivati all´attuale disfatta, reale, elettorale. Da parte di un avvocato a Milano e di un magistrato a Napoli, Paradossi mediatici e cortocircuiti elettorali: per Berlusconi è la fine, ma come andrà a finire Berlusconi? Film, esilio, vignette, galera, marketing, pazzia, biologia, Bagaglino, Sacre Scritture, guerra civile, successione del sangue e isole sperdute nei mari tropicali: di tutti i possibili esiti pregiudiziali, di tutte le ipotetiche conclusioni almanaccate prima del tempo, niente ha più acceso la fantasia della fine immaginaria del Cavaliere. The end, game over o tilt? Ora che l´epilogo sembra a portata di mano, e attraverso la normalità di una pacifica sconfitta elettorale, varrà giusto la pena di ricordare che sono quasi tre anni ormai che se ne parla, e sempre con il retropensiero di un´esercitazione vana e anzi di solito rivelatasi così avventata da risolversi nell´incredulità. «Bye bye Berlusconi» si leggeva ieri pomeriggio …

"L'assalto al Lido di Venezia cemento all'ombra della cricca", di Francesco Erbani

Un grande buco, anzi una voragine pietosamente recintata e coperta da una plastichetta di cantiere. Intorno, dove un tempo brillava il verde brunito di una pineta, il vento alza mulinelli di polvere bianca. A quasi tre anni dall’inizio dei lavori, la voragine è tutto quel che c’è del Nuovo Palazzo del Cinema, una delle grandi opere infilate fra le celebrazioni dell’Unità d’Italia, che quell’appuntamento ha già saltato e che chissà se vedrà mai la luce. O chissà come, visto che siamo alla quinta revisione del progetto e a ogni revisione si toglie un pezzo. Giancarlo Galan, neoministro dei Beni culturali, ex governatore della Regione Veneto, era qui davanti al Casinò il 28 agosto del 2008. Sistemava la prima pietra del nuovo edificio. Con lui l’allora sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, l’ex ministro Sandro Bondi e il presidente della Biennale Paolo Baratta. Dalla prima pietra alla pietra tombale. Ora, trentatré mesi dopo, Galan fa sapere che per il Palazzo del Cinema serve un’idea nuova, che i costi sono troppo elevati e che così non si va …

"Quando a pagare sono sempre le donne", di Dacia Maraini

Brutte notizie per le donne. Da Oriente si scopre che ancora la simbologia di genere domina le scelte del popolo: sei milioni di donne mancano al ricambio delle generazioni. Pensavamo che fosse un elemento di emancipazione il fatto di potere sapere prima del parto il sesso del nascituro. E invece no: si usa la tecnologia per il massacro di genere. Appena si sa che il nuovo abitatore del ventre materno è una bambina, la si elimina. I maschi invece vengono festeggiati e bene accolti. Senza pensare che poi quei maschi, una volta cresciuti, cercheranno una moglie e non la troveranno. Brutte notizie anche dall’Europa: la crisi la pagano soprattutto le donne. Le quali tutt’ora, ma più in Italia che negli altri Paesi europei, portano sulle spalle il peso della cura dei bambini, degli anziani, dei malati. E quando hanno un lavoro esterno, si tratta di doppio lavoro. L’Istat ci dice che fra il 2009 e il 2010 si sono persi 532 mila posti di lavoro. Il potere di acquisto è calato a meno 6%. Un …

"La coalizione degli elettori", di Stefano Menichini

Ci premeva tenere Torino e Bologna, cercando solo di essere competitivi a Milano e a Napoli. Ricordiamocelo, in una pausa di questa serata di felicità, mentre scorrono le immagini di piazze piene non più di rabbia e indignazione, ma finalmente solo di gioia, orgoglio, soddisfazione, speranza. Ricordiamocelo, perché il significato profondo del voto è proprio in questo abisso fra le aspettative e il risultato. Fra la percezione del paese che c’era, e ciò che il paese andava maturando dentro di sé. Fra il prima e il dopo. È una lezione per la politica, di tutte le parti, e per chi se ne occupa professionalmente come noi: che come massimo di ottimismo (e a qualcuno sembrò troppo) invitammo due mesi fa il Pd a credere di più nella gara di Milano. Altroché Milano. Un risultato che già da solo era considerato di portata storica, e in grado di per sé di provocare un terremoto nella foresta pietrificata del berlusconismo, finisce quasi annegato dentro un’ondata molto più alta, molto più potente, che discende la penisola da Nord …

"La mina di Brunetta sulle scuole", di Alessandra Ricciardi

La guerra nelle scuole tra presidi e sindacalisti sta per riesplodere. A riaccendere la miccia, il decreto del ministro Brunetta che interpreta e rafforza la sua riforma, sottraendola alle spallate di sindacati e magistrati. A partire, per esempio, dall’utilizzo delle risorse del fondo di istituto: non sarà più materia di contrattazione ma di semplice informativa da parte del preside ai sindacalisti. La guerra nelle scuole tra presidi e sindacalisti sta per riesplodere. A riaccendere la miccia, il decreto del ministro Brunetta che interpreta e rafforza la sua riforma, sottraendola alle spallate di sindacati e magistrati. A partire, per esempio, dall’utilizzo delle risorse del fondo di istituto: non sarà più materia di contrattazione ma di semplice informativa da parte del preside ai sindacalisti. Il decreto in questione, interpretativo del dlgs n. 150/2009, è approdato nei giorni scorsi al senato, per il prescritto parere delle commissioni parlamentari competenti. I sindacati, in testa Cisl e Uil, contavano di averlo stoppato con l’intesa di Palazzo Chigi del 4 febbraio scorso. Intesa che demandava l’applicazione della riforma Brunetta a un …

"La svolta laburista delle partite Iva ora spiazza il centrodestra", di Dario Di Vico

Secondo un sondaggio Swg, Pisapia avanti di 17 punti tra autonomi e professionisti Il distacco sale a 30 punti tra i laureati. Due novità di carattere socio politico hanno tenuto banco in queste settimane a Milano ed entrambe hanno in qualche misura accompagnato la vittoria di Giuliano Pisapia. Il radicale pronunciamento di settori della borghesia più tradizionale e (soprattutto) lo spostamento di consensi dentro il lavoro autonomo, che pure aveva rappresentato storicamente una constituency del voto di centrodestra. La prima novità è stata scandita dalle interviste pro-Pisapia di diversi esponenti delle élite industriali e finanziarie e dalla nascita di un gruppo di saggi capitanati da Piero Bassetti. La seconda è stata fotografata da alcune analisi del voto del primo turno, realizzate dalla «Swg» per conto dello staff di Pisapia, analisi che segnalano come tra gli elettori laureati ci siano stati 30 punti di differenza a favore del centrosinistra e come tra i lavoratori autonomi Pisapia abbia sopravanzato la Moratti di ben 17 punti (tra i lavoratori dipendenti Giuliano stava sopra Letizia di 15 punti). A …