"La politica dell'odio", di Giorgio Bocca
Nonostante gli stanchi insulti di Bossi ai cittadini di Milano, «diventerà Zingaropoli», e a Pisapia, «un matto», il risultato del primo turno elettorale è un sollievo, la fine di una condanna al berlusconismo eterno, la fine di una prevaricazione dei ricchi e potenti, con tutti i difetti degli uomini arrivati a una ricchezza spropositata, imposta a tutto. Persino nei gusti, non solo ai consenzienti ma anche agli oppositori, come il signore di Arcore, maniaco della pulizia e dell´ordine che vi consigliava l´uso del mentolo forte per l´alito. Il sollievo per il ritorno di valori politici e civili come la democrazia, la fine di una menzogna, di un´impostura propagandistica per cui democrazia e politica erano soggette a un equivoco pesante per cui alle stesse istituzioni noi e loro attribuivamo significati diversi. Noi la politica per preparare, progettare il futuro civile, loro per fare affari, per accrescere i loro poteri, per imporre le censure e finanziare l´applauso. La democrazia è un sistema che consente la felicità, non tanto quella dell´abbondanza dei beni, quanto quella della libertà di …
