"Monti non si unisce al partito dei carini", di di Michele Prospero
Il compito che ieri attendeva Monti non era agevole. Poteva cavarsela con le civetterie di un novizio che finge estraneità ai riti della politica. O accentuare il distacco del tecnico che rimarca l’emergenza snocciolando sconfortanti cifre. E invece, a parte qualche inglesismo di troppo, nei toni, nelle citazioni (di chiara impronta cattolico-liberale: De Gasperi, Adenauer, Schuman) quello di Palazzo Madama è apparso un intervento con un severo senso dello Stato e pervaso persino da una dimestichezza con la politica che sembra una acquisizione antica. Monti non ha portato la cassetta degli attrezzi pronta per l’uso, a dispetto di ogni realtà recalcitrante. E questa immersione nella politica con il realismo di chi è consapevole delle resistenze è senz’altro un buon segnale. Vuol dire che egli saprà mediare se necessario, imporsi o adattarsi, se lo richiedono le circostanze. Per il momento, si mette sotto l’ombrello protettivo del capo dello Stato, riconosciuto come la fonte essenziale del suo mandato di governo. Non tarderanno le occasioni per navigare in mare aperto. Senza per questo limentare le fantasie maniacali dei …