Anno: 2011

"Una vita con B", di Massimo Gramellini

Politico, impresario, presidente di calcio, venditore di sogni, comico, playboy. Vent’anni passati (per lavoro) a seguire l’ascesa di Berlusconi. Forse solo adesso che sta, oh molto lentamente!, evaporando nell’album dei ricordi, comincio a rendermi conto con un certo spavento che ho trascorso metà della mia vita a occuparmi di B. Anche molti di voi, lo so. Per quanto un po’ meno di me, che come cronista l’ho avuto accanto fin dal primo giorno di lavoro. Quando il mio vicino di scrivania al «Giorno» mi mostrò una fotografia del neo-presidente del Milan fra Baresi e Maldini. «Tempo sei mesi e al loro posto ci saranno due carabinieri!» mi vaticinò, quel comunista. La prima di tante previsioni sbagliate. Sei mesi dopo al posto dei carabinieri c’ero io, ma B non era nelle condizioni di spirito per farci caso. Eravamo in un salone dei palazzi vaticani per l’udienza del Milan col Santo Padre. Un vescovo si avvicinò a B: «Come d’accordo, Sua Santità parlerà dopo di lei…» B, che non ne sapeva nulla, sorrise al porporato, poi si …

"La svolta del Quirinale", di Massimo Giannini

In piena bancarotta politica, e a un passo dalla bancarotta finanziaria, l´Italia trova finalmente una via d´uscita. Non solo dal suo mercoledì nero, ma soprattutto dal suo Ventennio berlusconiano. Grazie all´accelerazione impressa alla crisi dal presidente della Repubblica, il Paese evita quella che stava ormai diventando una suicida «via patriottica al default». Il Cavaliere impegnato a pasticciare sul maxi-emendamento e sulla sua «lettera d´intenti» alla Ue, con l´idea malcelata di trasformarla nel rivoluzionario «manifesto liberale» sul quale giocarsi la campagna elettorale, e di brandirla come una clava contro la solita sinistra «nemica» delle riforme volute dall´Europa. La cerchia ristretta dei suoi «lieutenant», chiusi nel bunker a imprecare contro il «direttorio franco-tedesco» come un tempo si malediva la «perfida Albione». I suoi corifei asserragliati in tv e nei giornali di famiglia, intenti a inveire contro gli «speculatori» come un tempo si vaneggiava della «congiura giudo-pluto-massonica». E nel frattempo i mercati all´opera, per celebrare il fallimento dell´Italia con un funerale di «rito greco». Fuga di massa da Bot e Btp, spread e premio di rischio alle stelle, …

"L'antidoto al crollo del sistema", di Mario Calabresi

Alle sette di sera Giorgio Napolitano ha giocato la carta di riserva, quella più prestigiosa che teneva da parte da tempo: Mario Monti. La drammatica giornata di ieri, la più terribile per l’Italia dalla crisi della lira del 1992, aveva bisogno di una risposta fortissima, di un segnale che suonasse come un antidoto ma anche un avvertimento. Antidoto al crollo del nostro sistema e avvertimento alle forze politiche: il tempo è scaduto, non esiste più lo spazio per dilazioni, distinguo, rinvii e giochi a carte coperte. I mercati, gli analisti ma anche i mezzi di comunicazione di tutto il mondo ieri ci hanno gridato, con ferocia e determinazione impressionante, che la nostra credibilità è quasi totalmente svanita e la salvezza può venire soltanto da un forte segnale di discontinuità. Il Presidente della Repubblica ha colto meglio e prima degli altri – svolge il ruolo di garante dell’Italia ormai da mesi – il messaggio e ha deciso di fare un gesto straordinario, quello di indicare l’uomo giusto per guidare il Paese in una situazione di emergenza. …

"Il debito secondo Brunetta", di Marcovaldo

Il fantasioso ministro Renato Brunetta l’altra sera a «Porta a Porta» ha sostenuto, con la sua incontenibile veemenza, che il governo di unità nazionale non s’ha da fare perché quel tipo di governi ha prodotto nel nostro Paese un aumento enorme del debito pubblico. Uno pensa che l’Italia abbia avuto chissà quanti governi di unità nazionale e per tempi così lunghi da riuscire a rovinare i conti dello Stato. Ma, come è noto, di esecutivi così ce ne sono stati quattro: uno dopo la guerra (1945-1947), uno nel periodo del terrorismo (1976-1979), uno durante la bufera di tangentopoli (1993-1994) e l’ultimo dopo la crisi del primo Berlusconi (1995-1996) . Solo sette anni su sessantasei di vita repubblicana. In quei periodi, come è facile desumere dai dati ufficiali, il debito pubblico fu tenuto sotto controllo e anzi, prima Ciampi e poi Dini realizzarono, con il patto sociale, importanti riforme strutturali che consentirono risanamento nei conti. Il debito prese a volare, invece, nel decennio dei governi pentapartito tra gli anni ’80 e ’90 quando grazie a Craxi, …

"DDL Stabilità: approvarlo in tempi veloci, poi subito dimissioni Berlusconi", di Dario Franceschini

“Il crollo dei dati in Borsa lo spread a 570, i titoli sospesi, questa serie di eventi pericolosi e drammatici dimostra con chiarezza che il mondo dall’Italia si aspetta certezze e scelte e questo si aspettano anche gli italiani spaventati per il futuro del paese e per il loro destino. Noi abbiamo salutato l’annuncio delle dimissioni di Berlusconi ovviamente come una vittoria politica ma non è il momento degli interessi di parte bensì di salvare l’Italia”. Franceschini ha ricordato che le opposizioni consentiranno l’approvazione oggi pomeriggio dell’Assestamento di bilancio non partecipando al voto: “In conferenza dei capigruppo abbiamo comunicato al Presidente e al governo la nostra disponibilità a consentire l’approvazione della legge di stabilità senza il nostro voto che non potrà che essere contrario se le misure restano quelle annunciate. L’approvazione dovrà essere in tempi veloci e straordinari per questo siamo pronti a consentirla nella stessa giornata di sabato o domenica se il Senato manderà la legge di stabilità venerdì o sabato mattina. Di fronte all’emergenza non ci sono weekend, né alibi, né sospensioni. Poi …

"I fondi per l’Ambiente e il gioco delle tre carte I soldi tornano indietro", di Marco Bucciantini

E’come il gioco delle tre carte. Quella vincente c’è, ma non esce mai. Perché la mano che guida il gioco ha interesse a nasconderla, e incassare così i soldi dell’avventore. Con i finanziamenti per l’ambiente e il territorio è la stessa manfrina. I soldi aleggiano, come la carta vincente. Poi spariscono, non li vede nessuno: non gli enti locali interessati, non i cittadini in forma di opere realizzate per la loro sicurezza. Quei soldi restano al banco, e si scoprono solo le due carte perdenti. Due colpi da baro che assicurano il medesimo effetto: i soldi vengono promessi, annunciati, ma non vengono mai spesi. E restano così al governo, che può impiegarli (o solo prometterli) altrove. Altre volte i soldi ci sono, ma è una finzione: le opere sono progettate e decretate. Ma non vengono mai “cantierizzate”. Per molti motivi: per mancanza di forza politica, per impedimenti tecnici, per eccesso di burocrazia. Ma il perché non è discriminante, come ha confermato la Corte costituzionale appena 3 mesi fa, giudicando un ricorso della Regione Liguria proprio …

"Viva l’alluvione, se caccia i rom", di Antonio Tabucchi

Da alcuni anni abbiamo in casa un partito fortemente ostile al nostro paese, e il cui scopo è la secessione dall’Italia: la Lega Nord per l’indipendenza della Padania. Sta in una contea inesistente dai confini inesistenti, immaginaria come la Cacania di L’uomo senza qualità di Robert Musil, che è il regno della fantasia. Nel loro caso una fantasia limitata, ma sufficiente a creare altre fantasie. Li ispirano le teorie razzia-li che in Italia ebbero fortuna durante il fascismo, e in un paese come il nostro, che risulta da una mescolanza di popolazioni della nostra lunga storia (pre-romani, romani, etruschi, normanni, arabi) pretenderebbero di essere una razza a parte, discendenti dai mitici celti. Da questi hanno preso simboli anch’essi mitici con i quali hanno sostituito i veri simboli nazionali; insultano la nostra bandiera e chiamano “terroni” gli altri italiani. E COME i presunti celti vorrebbero essere biondi e con gli occhi azzurri, ma sono smentiti dal loro stesso soma. Sono piuttosto bellicosi, e più di una volta hanno minacciato di prendere le armi e di invaderci. …