"Voltare pagina", di Ezio Mauro
“Consapevolezza”, “preoccupazione” e infine “dimissioni”. Tre parole che sono mancate per anni nel vocabolario berlusconiano, e che il premier ha dovuto pronunciare ieri davanti a Napolitano, annunciando la fine del suo governo dopo aver perso alla Camera la sua maggioranza. Finisce un´epoca durata 17 anni e si apre una crisi che passa interamente nelle mani del capo dello Stato: senza più spazio per furbizie e manovre sulla pelle del Paese. Berlusconi ha annunciato che si dimetterà un minuto dopo l´approvazione della legge di stabilità, con le misure di risanamento imposte dall´Europa. Quelle misure sono indispensabili, a due condizioni: che si badi all´essenziale, sfrondando dal pacchetto le norme ideologiche volute dai Sacconi e dai Brunetta – cercando così un percorso concordato con le opposizioni – e soprattutto che si agisca con la massima urgenza, dopo che i mercati ci hanno già fatto pagare duramente le incertezze e le contraddizioni di Berlusconi. Ieri, mentre il premier incontrava i dissidenti cercando di resistere, l´Europa ci dava una settimana di tempo, ci chiedeva 39 chiarimenti e ci avvertiva che …