“Università, decreto di programmazione: stop all’apertura di nuovi atenei”, di Corrado Zunino
Un ministro dell’Istruzione iperattivo, malgrado i venti di crisi che soffiano sul governo, ha firmato la nuova versione del decreto sulla programmazione triennale (2013-2015) delle università. Dice alcune cose importanti, il decreto ministeriale. Dice che in Italia non ci sono le condizioni per aprire nuove università pubbliche: le sessantotto esistenti (più tre promosse da enti pubblici non statali) sono sufficienti, e sufficientemente indebitate. Un nuovo ateneo potrà nascere solo da una fusione: uno al posto di due, come già è accaduto con l’Università di Modena e Reggio Emilia. Maria Chiara Carrozza non ha cancellato alcuna università (in Grecia, per confronto, ne sono state cancellate otto), ma ha scritto che i finanziamenti di Stato arriveranno tenendo conto delle sforbiciate che i singoli atenei daranno ai loro rami secchi: corsi di laurea senza pubblico e con scarso appeal per il mondo del lavoro, corsi di laurea realizzati oggi in sedi decentrate. Il blocco ai nuovi atenei riguarda anche le “realtà telematiche”. La possibilità di aprire nuove università private sarà invece “subordinata a un rigido controlli del ministero”. …