Anno: 2013

“Lavoro, reddito, tempo libero È il Piemonte la regione rosa Lombardia e Veneto scivolano sotto la media nazionale”, di Corinna De Cesare

Se state decidendo in quale parte d’Italia vivere, pensateci bene. Perché a seconda della Regione, essere uomo o donna può cambiare radicalmente le cose: si possono avere più possibilità in tema di lavoro, reddito, potere decisionale e tempo. Mentre il governo sembra ormai aver rinunciato a un ministero per le Pari opportunità, Banca d’Italia pubblica un’analisi che svela quanto pesa il cosiddetto «gender gap». Il rapporto, firmato da Monica Amici e Maria Lucia Stefani, applica il «gender equality index» a livello locale: partendo da uno studio europeo, l’indice calcola l’uguaglianza di genere nelle varie Regioni. Le studiose lo hanno applicato per la prima volta (scala da zero a uno) da Nord a Sud elaborandolo sui quattro temi di cui sopra. Il risultato? Se l’Italia ha ancora molto lavoro da fare in tema di pari opportunità, alle Regioni non basta lo straordinario. Fermo a un punteggio di 0,30 nel 2005, nel 2010 il nostro Paese è migliorato di poco arrivando a un indice di uguaglianza di genere di 0,36. Più virtuoso il Nord Ovest (0,43), seguito …

“Siria, i timori della Bonino”, di Antonella Rampino

Con i fantasmi dell’Iraq che agitano sul proscenio tutto il carico di marchiani errori e vergognose bugie ancora vivo nella coscienza delle opinioni pubbliche europee, l’intervento in Siria sembra ormai certo, anche se la guerra americana si derubrica a strike. Le Grandi Potenze, dopo la spettacolare débâcle di David Cameron che ai Comuni non trova né il consenso tory né quello labour, sembrano -come disse Emma Bonino- pulci di fronte alle emergenti potenze arabe e ai loro inesauribili petrodollari. Ad averla vista giusta, più della Francia di Hollande mossa ancora dall’idea di riscattare il proprio onore dall’antico atto mancato di Léon Blum in difesa della Spagna repubblicana dai franchisti, sembra essere una «potenza intermedia», secondo l’eufemismo che si usa per l’Italia -un peso leggerino- nel contesto internazionale. Le cause, saranno pure tutte arcinote e necessitate da intrinseca debolezza, ma sono state maneggiate con lungimiranza geo-strategica. Emma Bonino, ministro da poco più di cento giorni, conosce dal vivo e come pochi altri politici quella regione del mondo e ha subito avvertito il rischio che una guerra …

“La bella Italia che vorremmo”, di Michele Serra

Una ricercatrice, un Nobel per la fisica, un direttore d’orchestra, un architetto. Tutti e quattro di fama mondiale. Per dare lustro alle istituzioni il presidente della Repubblica non ha scelto neppure un politico. Come se il solo possibile antidoto all’idea depressa che l’Italia ha di se stessa fosse cambiare radicalmente prospettiva. Volgere le spalle ai palazzi del potere e cercare il valore nelle avventure individuali di italiani operosi ed eccellenti. Artisti e scienziati spesso capiti e apprezzati prima all’estero che in patria. Al di là dei nomi dei quattro senatori a vita (il cui calibro è comunque cento volte maggiore di molti degli esponenti politici che ne commentano la nomina), nella scelta di Napolitano ciò che colpisce è questo compatto rivolgersi “altrove”, a un’Italia cosmopolita e dunque sprovincializzata, che ha vissuto, lavorato, avuto fama e successo a distanza siderale dalle beghe miserabili che paralizzano la vita nazionale, e che cento metri oltre i nostri confini paiono insignificanti, penosi dettagli rispetto al battito del mondo. Che magari sa cosa accade a Parigi o a Londra o …

Letta: «Non è il governo che sognavo. Farò di tutto per evitare aumenti Iva», di Nini Andriolo

«Voglio impegnarmi per un Partito democratico più unito, più grande e in grado di vincere perché dopo le prossime elezioni non si faccia più un esecutivo di larghe intese…». Enrico Letta si candida per guidare il governo del futuro, quello di centrosinistra che piace al popolo democratico che affolla il tendone della festa. E mentre Renzi si propone da Forlì per governare il Pd, il premier tocca le corde giuste per superare l’esame di chi affolla il tendone dedicato a Sandro Pertini della festa di Genova, microcosmo di un partito che vuole tornare a vincere per cambiare il Paese. Letta cita argomenti e nomi appropriati e suscita applausi, ripetuti, affettuosi e convinti: Giorgio Napolitano, Cecile Kyenge, i leader progressisti europei seduti in prima fila. Guglielmo Epifani che sale sul palco alla fine dell’intervento del premier e saluta battendo assieme a «Enrico» le mani alla gente. Per il premier una lunga giornata in città prima dell’intervista pubblica nella cittadella democratica installata nel Porto antico, ristrutturato dal genovese Renzo Piano che – lo ricorda il governatore della …

Napolitano nomina Abbado, Cattaneo, Piano e Rubbia senatori a vita

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha nominato oggi senatori a vita, ai sensi dell’articolo 59, secondo comma, della Costituzione, il maestro Claudio Abbado, la professoressa Elena Cattaneo, l’architetto Renzo Piano e il professor Carlo Rubbia, “che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico, artistico e sociale”. Lo rende noto il Quirinale. I decreti sono stati controfirmati dal presidente del Consiglio dei ministri, onorevole Enrico Letta. Il presidente Napolitano ha informato delle nomine il presidente del Senato della Repubblica, senatore Pietro Grasso. Il capo dello Stato ha dato personalmente notizia della nomina ai neo senatori, porgendo loro “i piu’ vivi auguri”. I quattro senatori a vita nominati da Giorgio Napolitano sono personaggi molto noti anche al grande pubblico – a parte forse la Cattaneo, che ha condotto le sue attività in maniera prestigiosa ma mediaticamente più defilata. Ecco le loro note biografiche, presenti nella nota diffusa dal Colle. Claudio Abbado. “Nato nel 1933, si è diplomato al conservatorio di Milano. Ha acquisito meriti artistici nel campo musicale attraverso l’interpretazione della letteratura musicale …

“I mercati scelgono il Pil, ora tocca al Governo”, di Fabrizio Forquet

La migliore notizia è la reazione positiva dei mercati. L’abolizione dell’Imu è solo parziale, per la seconda rata se ne riparlerà, ma intanto chi acquista o vende titoli nelle sale operative di tutto il mondo ieri ha comprato. I valori di Borsa sono saliti, lo spread con i Bund si è ridotto, le aste dei BTp a cinque e dieci anni sono andate in porto. Non grandi spostamenti, ma quello che conta è il segnale. I mercati hanno ribadito, innanzitutto, il loro apprezzamento per tutto ciò che va nella direzione della stabilità del Governo. Lunedì scorso, dopo i tam tam del weekend sulla crisi, avevano punito Piazza Affari con un meno 2,1% (e il titolo Mediaset con un meno 6%); ieri, dopo che Letta ha potuto affermare che il suo Esecutivo «non ha più scadenza», hanno risposto premiando il Mib con un +1% (e Mediaset con un +4,8). Indicazioni chiare, di cui lo stesso Berlusconi non può che tener conto. Ma c’è anche un altro segnale che va colto in quei «più» negli indici. In …

“Le incognite della Service tax e la responsabilità dei sindaci”, di Raffaella Cascioli

I contribuenti italiani si erano appena abituati, si fa per dire, a conoscere l’Imu che ora sono chiamati a fare i conti con una nuova tassa che dal 2014 insisterà sulle abitazioni: la Service tax. Basta la presa in prestito di una voce anglofona per suscitare nei contribuenti diffidenza che ieri, per gli inquilini, si è trasformata in allarme. Premesso che la nuova tassa non è stata ancora definita nei dettagli perchè l’architettura normativa sarà contenuta nella legge di stabilità che sarà presentata a metà ottobre dopo un confronto tra il governo, i sindaci e le parti sociali, c’è da capire se la nuova imposta sarà una partita di giro, come indicato ieri dal segretario della Cisl Bonanni, o se invece, come prima applicazione del federalismo municipale, consentirà di responsabilizzare i comuni e non di alimentare ancora centri di spesa. Cancellata l’Imu prima casa per il 2013, dal 2014 nascerà la Service tax che avrà due componenti: la prima di natura patrimoniale, la seconda relativa ai servizi. La Service tax, che ingloberà la Tares, servirà …