Anno: 2013

“Il cammino aperto da Mandela. Nella storia come Gandhi”, di Roberto Toscano

Nelson Mandela ci sta lasciando. In un certo senso ci ha già lasciato, con la perdita della coscienza e una sopravvivenza fisica solo permessa dalle moderne tecnologie mediche. Tra poco sarà il momento dei necrologi, che saranno di certo improntati alla celebrazione di una delle poche figure positive del nostro tempo, così carente di eroi e così affollato da personaggi poveri sia di principi che di carisma. La sua è una straordinaria vicenda politica ed umana: la lotta armata contro uno dei più spietati e disumani sistemi politici del XX secolo, l’Apartheid; oltre vent’anni di carcere; la costruzione di un Sudafrica per tutti basato non sulla sconfitta del nemico razzista, ma sul dialogo e l’esclusione della violenza. E tutto questo con uno stile inconfondibile fatto di pazienza e serena fermezza, e soprattutto con una stupefacente mancanza di odio e risentimento nei confronti di chi, oltre a macchiarsi di innumerevoli crimini di lesa umanità, gli avevano rubato oltre due decenni di vita. Mandela è già nella storia, e non sembra possibile immaginare che un giorno qualcuno …

“La rivoluzione. Perchè le primavere non cambiano il mondo”, di Roberto Esposito

Da qualche tempo il mondo è battuto dal vento della rivolta. Non un unico incendio, ma tanti fuochi che si accendono come per contagio reciproco. È una catena cui si aggiunge ogni mese un nuovo anello. Da Rio a Istanbul, da Il Cairo a Damasco, da Atene a Los Angeles, folle sempre più numerose si rovesciano nelle piazze sfidando il potere. Certo, l’entità della ribellione e le sue occasioni di innesco sono differenti. Si va dalla aperta guerra civile in Siria alla protesta contro i rincari dei trasporti in Brasile, dalla lotta al regime islamico in Egitto al rifiuto delle politiche di austerità in Europa e in America. E tuttavia, pur nella profonda diversità dei problemi e dei contesti, qualcosa di comune sembra unire queste piazze ribelli. Se finora si è globalizzata la finanza, oggi a farsi globale appare anche la rivolta. A collegare tra loro tali sommosse è per ora un elemento negativo, vale a dire l’indeterminazione politica, l’inidoneità a costruire istituzioni stabili, la continua reversibilità. A pochi mesi dalla destituzione di Mubarak, le …

“Abolizione Imu il Tesoro a caccia di cinque miliardi”, di Roberto Petrini

Il rebus Iva-Imu potrà trovare qualche prima indicazione oggi al ministero del Tesoro nel corso del vertice tra maggioranza e governo. La sortita del ministro Zanonato sull’azzeramento dell’Imu prima casa e il blocco dell’aumento Iva, piace al Pdl ma è temperata dalla cautela di Palazzo Chigi. La sortita di sabato sera del ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, che ha annunciato dagli schermi del Tg1 l’azzeramento in autunno dell’Imu sulla prima casa e il blocco dell’aumento Iva, è stata accolta con freddezza nella maggioranza. Una dichiarazione più vicina alla linea del Pdl che a quella del Pd tanto che gli uomini del centrodestra non hanno perso l’occasione per allinearsi: «Avanti tutta su Imu e Iva», ha annunciato il capogruppo del Pdl Brunetta che ha anche reiterato la proposta di coprire le misure con l’Iva che lo Stato incasserà di più con l’accelerazione dei pagamenti dei debiti alle imprese. «Anche Zanonato ha capito che l’Imu sulla prima casa va cancellata e che l’Iva non può aumentare», ha ironizzato Gasparri. Ma l’opzione dell’abolizione completa non è data …

“Pizzarotti si arrende: un super consulente antidebito”, di Dario Di Vico

Passa il tempo ma una vera strategia antidebito il Comune di Parma stenta a metterla in campo. Un anno dopo la clamorosa vittoria ottenuta alle elezioni municipali, il sindaco grillino Federico Pizzarotti sembra faticare a trovare il bandolo della matassa. Il consigliere d’opposizione Massimo Iotti ha addirittura postato su Twitter un incredibile confronto tra Parma e Detroit, la città americana che ha dichiarato fallimento in questi giorni. Quel che è certo è che il sindaco, con una mossa che ha destato sorpresa, ha autorizzato la società partecipata Stt a emettere un bando per la ricerca di un consulente internazionale che elabori un piano di risanamento e ristrutturazione. Costo dell’operazione: 700 mila euro. A rendere ancor più singolare la mossa di Pizzarotti contribuiscono una serie di precedenti. L’economista Loretta Napoleoni, che avrebbe dovuto illuminarlo a titolo gratuito, «se ne è andata dopo pochi giorni» (parole del sindaco) e l’assessore al Bilancio, Gino Capelli, ha preferito tornare ai suoi incarichi professionali lasciando la giunta sul più bello. In materia di soldi buttati al vento nelle consulenze Parma …

“Dalla «saldatura» tra cultura e territori la molla per ripartire”, di A. Bonomi

In un capitalismo che trasforma conoscenza, relazioni, il sentire e l’intelligenza personale e collettiva nei suoi mezzi di produzione più rilevanti, il tema dell’intreccio tra economia della cultura e capitalismo manifatturiero è la filigrana attraverso cui leggere la natura di transizione della crisi, con la coesistenza tra diversi modi di produzione, diversi modi di concepire lo sviluppo, l’emergere di nuovi gruppi sociali e (forse) future élite. È questa la fotografia scattata dall’ultimo rapporto di Unioncamere-Symbola sull’industria culturale italiana, il 5,4% della nostra economia con 458mila imprese e quasi un milione e 400mila addetti tra industrie creative, culturali, patrimonio storico-artistico e arti visive a cui si affianca il sistema culturale della Pa e il non profit di associazioni e fondazioni. Numeri che indicano una resilienza del capitalismo nostrano, un vitalismo che non si è ancora spento. Tracce quantitativamente ancora deboli ma qualitativamente importanti soprattutto per il significato che rivestono. In primo luogo dal punto di vista della composizione sociale. Le filiere della cultura sono uno dei vettori dell’emergere di una nuova composizione demografica più adatta a …

“Quanto ci costa l’irresponsabilità”, di Piero Ignazi

La politica ha salvato il ministro degli interni Angelino Alfano, ma non lo ha sollevato né assolto dalla sua responsabilità. I ministri sono sempre responsabili politicamente degli atti della loro amministrazione. Un principio, questo, che emerge alla fine del XVIII secolo in terra americana dove i padri fondatori introdussero nei Federalist Papers (art. 65) il concetto di “responsabilità”. Il principio venne poi sancito in Francia nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 (art. 15) laddove si asserisce solennemente che «la Società ha il diritto di chiedere conto ad ogni agente pubblico della sua amministrazione ». Quindi, poiché ogni atto del governo è compiuto in nome del ministro, questi deve assumerne la responsabilità di fronte al Parlamento e di fronte all’opinione pubblica. Se sono stati commessi errori il ministro può prendere provvedimenti disciplinari e sanzionatori nei confronti dei funzionari, ma ciò, come scrivono i costituzionalisti anglosassoni, «non lo assolve dalla responsabilità politica». A meno che il governo intero non si assuma collettivamente l’onere dell’azione compiuta. È esattamente quanto ha fatto Enrico Letta. Pur …

Visco: “Ripresa a ottobre ma serve stabilità politica”, di Tonia Mastrobuoni

Sulla credibilità delle agenzie di rating aveva già avuto modo di esprimere i suoi dubbi, ma il messaggio di fondo emerso dall’ultimo declassamento dell’Italia, ritenuto comunque «ingiustificato, se guardiamo ai fondamentali», quello di Standard&Poor’s, è difficile da smentire. Così, nonostante il Financial stability board stia cercando, come è emerso anche al G20 di Mosca che si è appena concluso, dei modi per rendere più indipendenti aziende, banche e Paesi dal giudizio delle «tre sorelle», Ignazio Visco ha detto molto chiaramente che il problema annoso dell’Italia resta la sua fragilità politica. «Il nostro Paese – ha detto in una conferenza stampa congiunta con Fabrizio Saccomanni – è in una fase critica: c’è un problema di stabilità, anche istituzionale e politica, che incide sulla capacità di cogliere le opportunità della ripresa». Il governatore della Banca d’Italia ha espresso la previsione di un ritorno al segno positivo nel quarto trimestre, ma si è detto preoccupato delle turbolenze politiche che caratterizzano perennemente il nostro Paese. Non solo, dunque, da quando è scoppiato il caso kazako o da quando è …