Anno: 2013

"La macchina cieca dei mercati finanziari", di Luciano Gallino

Uscito di prigione dov’era finito per aver esagerato con i suoi traffici, il finanziere Gordon Gekko dice al pubblico stipato in sala che, guardando il mondo da dietro le sbarre, ha fatto delle profonde riflessioni. E le condensa in una domanda: «Stiamo diventando tutti pazzi?» La scena fa parte di un film su Wall Street, ma la stessa domanda uno poteva porsela giovedì 20 giugno mentre gli schermi tv e tutti i notiziari online sparavano ancora una volta notizie del tipo: “I mercati prendono male le dichiarazioni del governatore della Fed”; “crollo delle borse europee”; “bruciati centinaia di miliardi”; “preoccupati per il futuro, i mercati affondano le borse”. E, manco a dirlo, “risale lo spread”. Esistono due ordini di motivi che giustificano il chiedersi se – cominciando dai media e dai politici – non stiamo sbagliando tutto preoccupandoci dinanzi a simili notizie di superficie in cambio di ciò che realmente significano. In primo luogo ci sono dei motivi, per così dire, tecnici. Nel mondo circolano oltre 700 trilioni di dollari (in valore nominale) di derivati, …

“Troppo preparati per fare gli operai” la selezione beffa che esclude i laureati, di Jenner Meletti

Si lavora all’aperto, anche se c’è bufera. Si entra nella stiva delle navi. Si deve essere bravi «nell’imbraco e nello sbraco delle merci». Si presentano in 105 per conquistare — anzi, per sperare di conquistare — un posto di lavoro. Qualifica: «addetto al carico e allo scarico delle merci in ambito portuale». In breve, un posto da portuale, non fisso, ma interinale. I venti «posti» in palio non danno diritto a un’assunzione. Si tratta invece di pass di accesso per un corso di formazione, partecipazione gratuita ma nessun rimborso, nemmeno le spese. Ma la crisi è pesante, anche in questa riva adriatica. E così gli addetti alla selezione forse non si meravigliano troppo, quando fra i candidati trovano due laureati in ingegneria e due in giurisprudenza. Bocciati. Ci sono anche sei ragazze. Respinte. L’iniziativa è stata presa dalla Rete portuale, associazione delle dieci imprese private che lavorano nel porto e che finalmente hanno deciso di cercare un futuro assieme invece di farsi soltanto concorrenza. «La selezione — mette le mani avanti Barbara Napoliello, presidente dell’associazione …

Carpi (MO) – Inaugurazione Festa Partito Democratico

Apertura della Festa e inaugurazione mostra: “Emilia adesso. Un anno dopo il sisma” Taglio del nastro con Manuela Ghizzoni – parlamentare PD Alberto Bellelli – coordinatore PD Unione Terre d’argine Paolo Negro – segretario Provinciale PD I sindaci dell’Unione Terre d’argine A seguire intervista a Roberto Speranza – Capogruppo PD alla Camera Davide Baruffi – parlamentare PD

"Il centrodestra si decida", di Claudio Sardo

In uno stato di diritto le sentenze si rispettano. Ovviamente si discutono, si criticano, ma le parole usate ieri da molti dirigenti del Pdl, compresi alcuni ministri, sono assolutamente intollerabili. Tecnicamente eversive. Non brinderemo mai per la condanna di una persona, chiunque essa sia, ma la giustizia non può essere amministrata in altro modo se non attraverso le procedure previste dall’ordinamento: ecco perché ci si difende nei processi, non dai processi. Ecco perché i gravissimi commenti, misti a minacce e insulti, seguiti ieri al giudizio di primo grado del Tribunale di Milano, rappresentano un’aggressione alle istituzioni, al bene comune, al senso minimo del dovere che regola la vita di una comunità. Farebbero bene Berlusconi e i fedelissimi a ripensare piuttosto ai modi arroganti e offensivi con i quali hanno condotto la strategia difensiva in questi mesi. Offensivi verso le istituzioni, ma anche verso il buon senso. Berlusconi ha sostenuto che Ruby fosse la nipote di Mubarak, non solo davanti ad una funzionaria di polizia, ma poi anche in un dibattito parlamentare, ritenendo sufficiente la protezione …

"Appalti truccati e tangenti. I pm indagano al Miur", di Vincenzo Ricciarelli

Abuso d’ufficio è l’accusa formulata dalla Procura di Roma. Presto sentiti alcuni dirigenti. «Pillole del sapere» della Gelmini comprate senza bando. Sprechi, favoritismi, appalti pilotati e una «cricca» ad orientare gli stanziamenti del ministero in fatto di ricerca. E poi un corvo e un dossier segreto recapitato ai giornali e alla procura. È su questo scenario che indagano i pubblici ministeri romani che hanno aperto una inchiesta sulle presunte irregolarità nella gestione dei fondi per la ricerca da parte del ministero dell’istruzione e dell’Università. Un fascicolo che riporta, come ipotesi di reato, la dicitura «abuso d’ufficio» e che potrebbe portare nei prossimi gio ni a sfilare a piazzale Clodio, nell’ufficio del pm Roberto Felici, alcuni funzionari del ministero ed imprenditori, previa iscrizione sul registro degli indagati. A loro i magistrati chiederanno dell’esi- stenza di una presunta «cricca» di dirigenti e consulenti del dicastero che, in cambio di tangenti, favori e altre utilità, avrebbero gestito ingenti somme di denaro a beneficio di aziende amiche, per le quali erano stati formulati bandi di gara «ad hoc». Al …